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Anffas a Torino in assemblea, parla il presidente Speziale

Si apre sabato 7 giugno l'assemblea nazionale di Anffas. Il presidente Roberto Speziale traccia il bilancio degli ultimi 4 anni: positivi dal punto di vista associativo, ma anche di passione. «La crisi ha acuito le criticità nel campo del welfare» sottolinea

di Antonietta Nembri

Alla vigilia dell’assemblea nazionale che sabato 7 e domenica 8 giugno vede a Torino riunita Anffas onlus, con il presidente nazionale Roberto Speziale tracciamo un bilancio di questi quattro anni puntando lo guardo anche al futuro.
Quello che si apre domani a Torino, infatti, è un appuntamento importante per l’associazione nazionale delle famiglie di persone con disabilità intellettiva e/o relazionale e che vedrà il rinnovo delle cariche associative e che il presidente Speziale aprirà con una relazione dal titolo “Partecipazione, responsabilità e impegno”.
«Da un punto di vista strettamente associativo questi quattro anni sono stati sicuramente positivi» esordisce Speziale. «Anni caratterizzati da un’intensa attività e connotati dal recepimento in Italia della Convenzione Onu per i diritti delle persone con disabilità e questo ci ha portato a ripensare profondamente anche il nostro pensiero associativo. Siamo un’associazione che ha 56 anni di vita e ci siamo aggiornati mettendo ulteriormente al centro la persona con disabilità intellettiva e relazionale, proprio come recita l’articolo 12 della Convenzione Onu, garantendo la piena partecipazione diretta delle persone con disabilità secondo i principi dell’autodeterminazione e dell’autorappresentazione».

Sul fronte associativo quali sono state le iniziative che hanno accompagnato questi anni?
«Possiamo citare il progetto easy to read, ovvero facile da leggere e poi l’ultimo sui fratelli e le sorelle che ha visto proprio di recente la presentazione del video documentario “Fermo immagine” nato dal progetto che era volto a dare visibilità sia alla componente familiare sia al protagonismo delle persone con disabilità».
Sul fronte associativo ci sono già progetti in pista?
«Allargando gli orizzonti dell’attività associativa in ambito europeo, Anffas fa parte di un pool europeo di associazioni e nel maggio del 2015 terremo proprio in Italia l’assemblea continentale di tutte le associazioni che si occupano di disabilità intellettiva con l’obiettivo di far avanzare l’intero sistema così che le persone con disabilità intellettiva e relazione possano avere più opportunità».

Passando al contesto esterno. La situazione sociale, caratterizzata anche dal perdurare della crisi vi ha visti protagonisti di diverse iniziative, come per esempio la recente presa di posizione sulla querelle dei falsi invalidi…
«Sono stati anni di passione. Si sono acuite tutta una serie di criticità sia rispetto sia alle politiche nei confronti delle persone con disabilità sia in generale nel campo del welfare. Abbiamo assistito a una progressiva disgregazione di tutti i sistemi di protezione per le persone con disabilità e le loro famiglie sulle quali sono stati scaricati sempre più costi attraverso una maggior richiesta di compartecipazione ma anche una riduzione degli accessi ai servizi. Per non parlare della strisciante campagna culturale che ha mirato a far sì che le persone con disabilità fossero percepite come scrocconi, false e questo l’abbiamo contrastato in tutti i modi».

In un recente comunicato stampa in cui commentavate i dati Inps sui falsi invalidi avete sottolineato come “I falsi invalidi esistono e vanno scovati e perseguiti assieme a coloro che falsamente li hanno certificati e riconosciuti”, ma anche come i dati forniti dall’Inps andassero letti in modo diverso .
«Anffas lo ha fatto notare ormai da tempo, ma adesso lo si è definitivamente acclarato con la sentenza del Tar Lazio dell’aprile scorso su ricorso presentato dalla nostra associazione con il supporto della Fish (Federazione Italiana Superamento Handicap)», precisa Speziale. «La sentenza ha confermato che per anni l’Inps ha illegittimamente considerato nel novero delle verifiche straordinarie di contrasto ai falsi invalidi le revisioni ordinarie, utilizzando, tra l’altro poteri eccezionali con minori garanzie per i cittadini».

Su questo fronte come vi muoverete?
«Con la Fish abbiamo costituito un gruppo di lavoro che io come componente della giunta Fish coordino e che porrà all’attenzione del governo un modello internazionale di accertamento delle disabilità più consono al terzo millennio e non al medioevo come è quello attuale che andrebbe rifatto: non dice nulla sui bisogni delle persone con disabilità intellettiva e relazionale e si riferisce soltanto alla capacità lavorativa riferita alle tabelle assicurative introdotte cinquant’anni fa».

Quali sono gli assi di lavoro su cui Anffas onlus continuerà a puntare gli obiettivi?
«Sostanzialmente sono le grandi leggi che sono state fatte negli anni Ottanta e Duemila e che hanno permesso all’Italia di fregiarsi, tra le tutte le nazioni al mondo, della miglior legislazione sul settore. Purtroppo però siamo bravi a scrivere cose straordinarie sulla carta, ma se andiamo a vedere se questo migliora la qualità della vita delle persone non sempre è così».

I campi sui quali il presidente Speziale punta in particolare l’attenzione sono quattro: la legislazione sull’inclusione scolastica, quella sull’inclusione lavorativa, la legge 328 del 2000 e, chiaramente, la legge 104. «Sono i grandi filoni sui quali Anffas è sempre stata sul pezzo con un unico obiettivo mettere al centro il benessere e la qualità della vita delle persone con disabilità e il rispetto dei loro diritti civili e umani».

Entrando più nelle specifico?
«Sull’inclusione scolastica siamo quotidianamente chiamati a combattere delle autentiche querelle per salvaguardare il diritto all’apprendimento e all’educazione delle persone con disabilità. Per quanto riguarda il lavoro, stiamo costituendo l’agenzia nazionale Anffas per l’inserimento lavorativo e per dar vita a una filiera per creare opportunità di lavoro. E pensiamo alle donne con disabilità che vivono una doppia discriminazione, in quanto donne e in quanto persone con disabilità».

Nel 2010 avete realizzato la campagna “Buon compleanno legge 328”, a quattro anni di distanza ci sono stati miglioramenti nell’applicazione?
«Basti pensare all’articolo 14 della legge, quello che prevede la realizzazione di Progetti individuali per le persone disabili che dovrebbero essere fatti dai Comuni, se andiamo a vedere ci saranno un centinaio di progetti a ben 14 anni dall’entrata in vigore della legge. Per non parlare della destrutturazione del sistema di welfare… abbiamo assistito a un sostanziale scaricabarile, i Comuni da parte loro non hanno risorse, mentre il fondo per le politiche sociale e quello per la non autosufficienza sono stati pressoché azzerati».