Comitato editoriale
Albero della Vita: «Perché stiamo dalla parte delle donne»
La fondazione ha aperto a Milano una comunità che accoglie le madri sole in difficoltà e i loro bambini. Perché riconquistare l’autonomia, la libertà e la serenità, ancora oggi, non è un fatto scontato. Riscatti di donne. Percorsi verso l’indipendenza
di Anna Spena
Maria è stata abbandonata dal compagno quando lui ha saputo che era rimasta incinta. Aveva solo 17 anni. Sola. Senza soldi, è stata ospitata in una comunità di prima accoglienza. Ma le ferite si sono trasformate in aggressione. Sorpresa a rubare è stata condannata dal tribunale e ha lasciato la comunità. Ha scontato due mesi agli arresti domiciliari alla Rondine, la comunità milanese della Fondazione l’Albero della Vita che accoglie madri sole in difficoltà e i loro bambini, aiutandole perché possano riconquistare la serenità e l’autonomia che portano a una vita più felice e indipendente.
Quando Maria è arrivata alla Rondine era bruciata dall’esperienza negativa nell’altra comunità era sfiduciata; scettica sulla nuova realtà. Nei due anni in cui è stata ospitata ha ricostruito fiducia e rapporti, si è aperta, confidata e fidata delle persone che le hanno teso la mano. Poi ha conosciuto un ragazzo e con lui ha avuto un figlio, che ora ha 4 mesi. La storia loro storia continua. Ora Maria sembra serena, cerca un confronto costruttivo, è contenta. Dall’alloggio condiviso è passata al monolocale (sempre all’interno del progetto Rondine), un altro passaggio di crescita verso l’autonomia. Da settembre è già stato previsto il nido per il piccolo di 4 mesi e la materna per la figlia di 3 anni. E lei non vede l’ora di cercarsi un lavoro ed iniziare a lavorare.
Questo è stato possibile perché la struttura de La Rondine garantisce assistenza a nuclei familiari madre-bambino con difficoltà economiche e problemi d’alloggio; consulenza psicologica a sostegno delle madri e dei bambini; il reinserimento socio economico di questi nuclei e accompagnarli verso il raggiungimento di una stabilità economica, abitativa e organizzativa.
In Italia sono molte le madri sono sole con i loro bambini e hanno difficoltà tangibili ad ottenere un lavoro e una casa, cioè il minimo per assicurare a sé stesse e ai propri figli un’esistenza dignitosa. Le porte de La Rondine, a Milano, si aprono per aiutare queste donne a risollevarsi; gli alloggi predisposti da L’Albero della Vita possono ospitare per alcuni mesi due piccoli nuclei familiari, mentre gli operatori si muovono per creare il pieno reinserimento sociale delle madri.
Come quella di Maria anche Anna, 33 anni, ucraina, è la storia di una piccola grande vittoria che dà speranza a centinaia di donne. Nel suo Paese Anna lavorava 18 ore al giorno per una paga da fame e non riusciva a mantenere i tre figli. Non le era certo d’aiuto il marito, pigro e violento. Anna decise così di lasciare l’Ucraina per venire in Italia, cinque anni fa. Qui ha trovato un altro uomo. Si è innamorata e poi è rimasta incinta. Incinta di un uomo che poi ha scoperto essere spostato ed è scappato. Anna lavorava in un’impresa di pulizie, per non perdere il posto è rimasta in servizio fino al giorno prima del parto: avere un lavoro era troppo importante per garantire un futuro alla sua nuova bambina. È in quel momento si rifà vivo il marito, dall’Ucraina: dice di volersi occupare della bimba e lei si fida. Ma lui non è cambiato, non ha voglia di far nulla e la picchia ancora. Arriva al punto di denunciarla per maltrattamenti sulla piccola e a fargliela togliere dai servizi sociali. Dopo oltre un anno di angoscia, oggi Anna e la bimba sono finalmente e di nuovo insieme, all’interno de La Rondine: “La mia felicità – spiega – è quella di ogni mamma, essere di nuovo una famiglia”.
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