Comitato editoriale

Al Palazzolo ogni giorno si incontra il mondo

Il 34% dei dipendenti del grande polo milanese è di origine straniera: Perù, Romania, India, Albania, Marocco... Sabato animeranno la festa dell'Istituto con 13 stand gastronomici, cucinando i piatti tipici dei loro Paesi. Ma soprattutto questa ricchezza è al servizio dell'accoglienza: da qui sono passati 1.921 profughi siriani

di Sara De Carli

Troppe code per Expo? Sabato 3 ottobre potrete trovare una “piccola Expo” anche all'Istituto “Palazzolo-Fondazione Don Gnocchi” di Milano: ben 13 stand in cui gustare cibi e sapori del mondo, con i dipendenti dell’Istituto che prepareranno le specialità dei loro paesi d’origine.

Si chiama “PalaEXPO”, raccoglie i colori e i sapori di 13 nazioni ed è una delle proposte di una giornata ricca di eventi, “Il Palazzolo in… Vita la città” (in allegato il programma): si va dalla Santa Messa concelebrata nella chiesa dell’Istituto da don Innocenzo Rasi e monsignor Angelo Bazzari al pranzo con gli Alpini, dalla premiazione dei dipendenti con 25 e 35 anni di servizio alle visite gratuite presso il Centro Odontoiatrico dell’Istituto, dalla Caminada del Purtel, una passeggiata non competitiva aperta a tutti, ai laboratori di cucina con le ricette di una volta.

Il Palazzolo – oltre 800 posti fra Casa di cura, RSA, Centro diurno integrato, più diversi Servizi Territoriali – da settant’anni è uno dei cuori della presa in carico delle fragilità a Milano. “Il Palazzolo in… Vita la città” è un appuntamento diventato tradizionale, un evento che ha lo scopo di far crescere il rapporto tra l’Istituto e il territorio, puntando sul coinvolgimento degli ospiti, dei familiari e degli operatori. «PalaEXPO è l’occasione per valorizzare l’enorme ricchezza che i dipendenti stranieri portano ogni giorno dentro il Palazzolo», spiega Roberto Costantini, il direttore. «Numeri alla mano, su 562 dipendenti del Palazzolo 192 sono di origine straniera, il 34,1%: si tratta di infermieri e personale addetto all’assistenza soprattutto, che arriva da 36 Paesi». Considerando anche la cooperativa esterna che gestisce alcuni reparti (136 addetti stranieri su 189), si arriva al 43,7% di personale proveniente da un altro Paese. Le nazioni presenti sono 45: qui ogni giorno si incontra il mondo.

«Perù, Romania, India, Albania e Marocco sono, nell’ordine, i Paesi d’origine di più dipendenti. Un caposala è indiano. È una ricchezza straordinaria e non c’è mai stato – davvero mai – alcun problema, conflitto, incomprensione», prosegue Costantini. «A volte c’è qualche difficoltà con la lingua, ma una soluzione si trova sempre. Credo che alla base di questa integrazione di successo ci sia la forte spinta valoriale che connota la Fondazione e crea un senso di appartenenza molto forte». Domenica molti di questi dipendenti di origine straniera allestiranno degli stand gastronomici: indosseranno i loro abiti tradizionali e proporranno i piatti tipici dei loro Paesi: «Sono molto contenti di poter esprimere così la bellezza delle loro radici». Ma questa straordinaria esperienza di umanità è stata anche il punto di partenza per un bell’esempio di accoglienza: «Lo scorso anno, da maggio a ottobre, il Palazzolo ha accolto la prima ondata di siriani in fuga. Sono passate da qui 517 famiglie, 1.921 persone, di cui il 30% minori. I nostri dipendenti, che hanno fatto in prima persona l’esperienza di essere immigrati, hanno trasformato l’accoglienza di queste persone in qualcosa di veramente famigliare».

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