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A rischio gli ospedali a misura di bambino

Abio sabato torna in piazza per raccogliere fondi e sensibilizzare. Perché la spending review ha attaccato quello che sembtava un punto acquisito: che i bambini abbiano bisogno di cure "su misura“

di Redazione

L’ultimo caso, in ordine di tempo, è quello di Orbetello: da metà luglio il suo reparto di pediatria è aperto solo 12 ore al giorno, dalle 8 alle 20. La sera i bambini se ne tornano a casa, oppure vengono inviati a Grosseto. Al San Timoteo di Termoli invece, per tutta l’estate, il reparto di pediatria è stato accorpato a quello di otorinolaringoiatra. Hanno chiuso di recente i reparti di pediatria degli ospedali di Agnone (Isernia), Anzio-Nettuno, Latina. Nella sola Calabria ne sono spariti 6 su 18. «La gente non ne è consapevole, che i bambini abbiano diritto a un’assistenza medica e infermieristica specialistica, in spazi a misura di bambino, sembrava un dato acquisito. Invece con la scusa dei risparmi è ormai diffusa la prassi di mettere i bambini nei reparti insieme agli adulti. Succede ovunque, tranne che il Lombardia e in Emilia Romagna. Stiamo tornando indietro di trent’anni, per questo abbiamo sottoscritto subito il Manifesto della società italiana di pediatria»: questa è la denuncia di Regina Sironi, segretario di Fondazione Abio, che con i suoi 5mila volontari accompagna i piccoli ricoverati e le loro famiglie. Un razionalizzazione si può fare, spiega, «ma chiudere no».

Sabato 29 settembre Abio tornerà in cento piazze italiane per la sua ottava Giornata Nazionale perAmore, perAbio. Con un'offerta minima di 7 euro si varà un cestino di pere. I fondi serviranno per la formazione dei nuovi volontari. Il prossimo ospedale che accoglierà volontari Abio è quello di Legnano (Mi), per cui si cercano volontari. L’evento quest’anno è accompagnato da un concorso, “Ricette cadute dal pero”: gli chef dell’Accademia Barilla selezioneranno le migliori ricette a base di pere, che verranno poi raccolte in uno speciale ricettario e distribuite dal 20 ottobre al 25 novembre nel tour di Casa Barilla.
«Quest’anno puntiamo soprattutto sulla sensibilizzazione delle persone», ammette Sironi. Per informare sull’attacco della spending review alla salute dei bambini e per avvicinare nuovi volontari: «Anche noi cominciamo a vedere qualche segnale di difficoltà», spiega. Non è tanto una crisi di numeri, ma un cambiamento nel profilo dei volontari: «le donne adesso lavorano tutte, le nonne hanno i nipoti da curare, per la prima volta facciamo fatica a coprire la presenza in reparto nei giorni infrasettimanali, che però sono il grosso del nostro servizio».
 

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