Comitato editoriale

A Corsico una nuova casa per mamme e bimbi ucraini

Inaugurato uno spazio polifunzionale nell’ex palazzina uffici di Ikea nel comune alle porte di Milano. L’iniziativa vede accanto all’accoglienza per una ventina di profughi dall’Ucraina curata da Fondazione Progetto Arca, la presenza di un hub di logistica sostenibile curata da Social Delivery

di Antonietta Nembri

Uno spazio bello, funzionale, con camere da due o quattro letti, spazi comuni, un’area gioco per i più piccoli e una zona lettura… un luogo che diventerà la casa per una ventina di persone, mamme e bambini, profughi dall’Ucraina. Siamo a Corsico, comune alle porte di Milano e la palazzina che ospita questo nuovo centro, una vera e propria casa, è a poche centinaia di metri dal negozio Ikea. E non è un caso. La struttura, infatti, è dell’azienda dei mobili svedesi ed ospitava, prima della ristrutturazione, degli uffici. Il risultato è frutto di un progetto che ha visto la collaborazione tra istituzioni (i comuni di Corsico e Milano), aziende e le realtà del Terzo settore: Fondazione Progetto Arca e So.De – Social Delivery.

La palazzina vedrà al primo piano l’accoglienza dei profughi curata da Progetto Arca, mentre dall’autunno il piano terra si trasformerà nel primo delivery milanese sociale, solidale e sostenibile, un hub per la consegna di pacchi leggeri della stessa Ikea attraverso cargo bike grazie a Sode, un’impresa sociale nata durante il lockdown per rendere sostenibile e solidale il delivery e il mondo dei rider.

Al taglio del nastro della nuova struttura hanno voluto essere presenti tutti i protagonisti di questo progetto che è stato ricordato, è parte della campagna promossa da Ikea Italia “Un posto da chiamare casa” che, nel corso di dieci anni, ha realizzato oltre 750 progetti di accoglienza in tutta Italia. Nell’area milanese, in particolare, sono stati riqualificati 35 appartamenti con la cooperativa la Cordata e Opera San Francesco per ospitare famiglie in difficoltà economica e sempre con Progetto Arca sono stati arredati gli spazi dell’hub Mornirolo e del Centro di via Stella, sempre destinato ai profughi dall’Ucraina.

Nel dichiarare il suo orgoglio come primo cittadino di Corsico per la presenza sul territorio di questa iniziativa di accoglienza, il sindaco Stefano Ventura ha ricordato che «quando Ikea e Progetto Arca ci hanno presentato il progetto per l’accoglienza di mamme e bambini l’idea ci è subito piaciuta. Una realizzazione che senza la collaborazione con Terzo settore sarebbe stata impossibile». Per l’assessora alle Politiche sociali, Elena Galli «quello che è subito piaciuto è stato il concetto “Un posto da chiamare casa”: il sociale deve essere casa, deve accogliere l’altro. E il risultato è anche “bello” grazie a Ikea ed è la dimostrazione che si può costruire nel bello». Galli ha aggiunto: «Avremo sempre più bisogno di questi progetti in un’ottica di collaborazione tra privato, Terzo settore e amministrazioni pubbliche, dal momento che il bisogno di casa rimane in crescita, non solo per chi scappa dalla guerra ma anche per chiunque viva in situazioni di fragilità sociale ed economica». Da parte sua l’assessore al welfare e salute del Comune di Milano, Lamberto Bertolè ha ricordato come nella Città metropolitana di Milano siano state accolte oltre 15mila persone, ma «l’accoglienza è un percorso lungo, perché non basta rispondere ai bisogni primari: un tetto, il cibo, la salute, occorre anche accompagnare le persone verso un’integrazione e questo dà la cifra della qualità dell’accoglienza. La ricetta vincente perché questo si realizzi è l’alleanza virtuosa tra Terzo settore, privati e amministrazioni pubbliche». Bertolè ha poi sottolineato che sì l’accoglienza ha bisogno di spazi, ma anche di competenze come quelle di Progetto Arca che accompagna le persone accolte in percorsi di inserimento sociale.

«Questo progetto si pone in linea con la volontà di espandere i confini della nostra strategia People & Planet Positive in un’ottica di collaborazione e co-creazione con istituzioni, associazioni e imprenditori sociali, creando una rete ampia e ispiratrice per progettualità in grado di generare un valore aggiunto nelle comunità in cui operiamo», ha affermato la Country Retail Manager e Chief Sustainability Officer di Ikea Italia, Asunta Erile che ha ricordato i quattro mesi di lavoro in un clima di collaborazione «straordinaria» che hanno portato alla realizzazione del progetto che vuol lasciare «un’impronta positiva nel territorio dove siamo». Le ha fatto eco Fides Tosoni, Business development and transformation manager di Ikea Italia, che ha sottolineato come questo spazio polifunzionale di accoglienza e imprenditorialità sociale abbia portato una palazzina dismessa ad avere una seconda opportunità “Second life building”, nome del progetto e ha voluto ringraziare i partner di Ikea che hanno lavorato “pro bono” a realizzare un luogo di accoglienza e imprenditoria sociale.

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In alto nella gallery alcuni degli spazi, in basso l'allestimento dell'area bimbi

«Questo luogo è la dimostrazione pratica che nessuno fa da solo», ha ricordato Alberto Sinigallia, presidente di Fondazione Progetto Arca. Sinigallia ha ricordato anche come la collaborazione con Ikea abbia riguardato anche altri progetti di accoglienza come l’Hub Mornirolo e gli altri tre centri impegnati con i profughi dall’Ucraina e ha aggiunto «siamo pronti a portare con competenza e passione l’esperienza e il lavoro quotidiano delle nostre équipe sociali per dare un sostegno concreto ai nuclei mamma-bambino che vivranno in questa nuova casa». I primi nuclei che entreranno nella struttura sono quelli accolti sul territorio con i bambini che frequentano le scuole a Corsico.

Infine ha preso la parola Teresa De Martin, co-founder di Sode – Social Delivery che ha ricordato la nascita, nell’ambito di un programma del Comune di Milano, dell’impresa sociale che ha tra i suoi punti cardine il lavoro dignitoso, il consumo responsabile e il rispetto dell’ambiente.

Nell'immagine in apertura, :da sx Teresa De Martin; Elena Galli; Stefano Ventura; Asunta Enrile; Alberto Sinigallia e Lamberto Bertolé

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