Mondo

Comincia oggi il tour africano di Bush

Toccherà 5 diversi Stati. Sotto i riflettori la crisi in Liberia. Ma il presidente Usa ha in agenda anche i temi dell'Aids, educazione e sviluppo, Ogm. E un rilancio della sua immagine

di Benedetta Verrini

Comincia oggi il tour africano del presidente degli Stati Uniti, George W. Bush: saranno cinque le tappe del primo viaggio del suo mandato nel continente nero. Oggi Bush parte dalla base aerea di Andrews, installazione militare situata vicino al Pentagono, e domani arriverà a Dakar, in Senegal; mercoledì 9 sarà a Pretoria, in Sudafrica; giovedì 10 sarà in Botswana; venerdì 11 arriverà a Entebbe, in Uganda e sabato 12 la visita si concluderà in Nigeria, ad Abuja. Mentre Bush promuoverà gli sforzi dell’amministrazione americana in tema di lotta all’Aids, vero flagello africano, gli strateghi del Pentagono discuteranno se e quando inviare un contingente statunitense in Liberia, dove infuria la guerra civile. Tema centrale del viaggio del presidente Usa è il programma contro l’Aids In precedenza, Bush ha affermato di confidare che la visita gli consenta di dare risalto al disegno di legge di sua iniziativa in tema di lotta all’Hiv: un provvedimento che stanzia 15 miliardi di dollari in cinque anni per dare vita a campagne contro la diffusione del virus in Africa e nei Carabi. Bush ha altresì affermato l’auspicio che il viaggio serva a consolidare i rapporti tra gli Stati Uniti e le nazioni africane. Tra le altre questioni in agenda, oltre alla situazione in Liberia, il sostegno dello sviluppo e per alleviare le sofferenze dell’Africa: i due strumenti principali attraverso cui potranno essere raggiunti tali obiettivi sono un progetto da 100 milioni di dollari per combattere il terrorismo nell’Africa orientale e un’iniziativa quinquennale da 600 milioni per sostenere progetti di formazione. La Casa Bianca riaffermerà il sostegno all’uso di ogm, posizione che la separa nettamente dall’Europa. Bush ha ribadito che riaffermerà il sostegno agli organismi geneticamente modificati, l’unica maniera, a suo avviso, per colmare il deficit alimentare dei paesi del Terzo mondo. L’Europa, tuttavia, è fermamente contraria all’uso di sementi transgeniche e appoggia con convinzione i Paesi africani scettici in merito. La missione in Africa, infine, ha anche il compito di migliorare l’immagine degli Usa nel continente, in crisi dopo la recente invasione dell’Iraq. Bush non nega questa ambizione: “Nel mondo è uso comune, ormai, collegare la parola America al concetto di guerra. Nulla di più sbagliato. America, invece, è sinonimo di libertà. La libertà è ciò in cui crediamo”.


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