Volontariato

Come ti risveglio il borgo

La scommessa delle Pro loco: salvare i piccoli centri a rischio di spopolamento lanciandoli nel business delle vacanze. Aperto per ferie è arrivato alla conclusione.

di Silvano Rubino

È bello il silenzio dei nostri piccoli borghi. È bello per chi fugge dal frastuono delle città, per chi cerca un po? di pace, ritmi differenti, sapori di una volta. È bello, purché non sia il sintomo di una brutta malattia: lo spopolamento. Un virus che circola sotterraneo, che colpisce 2.830 borghi, sui circa 30mila italiani. Piccoli centri, frazioni, comuni, in cui il silenzio è il silenzio dell?abbandono, delle case vuote, dei negozi chiusi. Borghi che rischiano di sparire dalla carta geografica, insieme al loro grande patrimonio di storie, prodotti tipici, tradizioni.

Un patrimonio che nessuno dirà di non voler salvare. Ma chi ci pensa? «Lo Stato, l?assistenzialismo pubblico non potranno mai garantire un intervento. Quanto dovrebbero spendere?». Claudio Nardocci è presidente dell?Unpli, l?organismo che riunisce tutte le Pro loco d?Italia. Lui un?idea ce l?ha, su come fare. Anzi, ce l?ha avuta e l?ha messa in pratica. «Il turismo: tutti i nostri borghi sono potenziali mete turistiche, basta saperli valorizzare nella giusta maniera». A piccoli passi, certo, cominciando da 20 dei 2.830 borghi a rischio. Uno per ogni regione. Il progetto Aperto per ferie è partito nel 2004, ha usufruito di un finanziamento del ministero del Welfare ed è andato così bene che si prepara al bis: si stanno scegliendo altre 20 località per la fase due.

In che cosa consiste? «Noi abbiamo messo a disposizione la nostra esperienza, quella delle quasi 5mila Pro loco italiane, per valorizzare nel migliore dei modi quanto c?è di bello nel borgo». Un camper con gli esperti volontari dell?Unpli ha girato nei borghi, ha organizzato assemblee cittadine, incontrato la popolazione e gli imprenditori. Racconta Nardocci: «Dicevamo: se volete salvare il vostro paese, se volete creare attività imprenditoriali e commerciali, aiutateci. Perché la prima risposta deve arrivare dal basso…» E la risposta è arrivata: sono state organizzate attività di formazione turistica destinata agli abitanti dei borghi. Poi si sono prodotti dépliant, cartelli turistici, sono state lanciate iniziative (per esempio il Giro Sapori, un viaggio nelle tradizioni gastronomiche di ciascuna località, con degustazioni-lezioni), si è risvegliata l?attenzione di molti media specializzati.

Il frutto di due anni di lavoro finirà anche nelle pagine di una guida, dal titolo significativo, Il turismo dei sogni: «Che è un po? lo spirito della Pro loco, un gruppo di persone che sogna di fare qualcosa per il proprio paese. E prima o poi ci riesce…». La guida, che uscirà in aprile, oltre che un compendio delle bellezze dei 20 borghi coinvolti (da Badia Tedalda a Velo Veronese, l?elenco completo è reperibile sul sito www.apertoperferie.net) vuole essere anche un promemoria. Destinato a chi? «A tutti», risponde Nardocci. «Alla politica, che trascura questi temi. Ma anche ai turisti: prima di andare a chiudervi nei villaggi turistici, uguali in tutto il mondo, guardatevi attorno, guardate alle meraviglie della vostra provincia». Perché Aperto per ferie è anche questo: un modo per creare nuovi pacchetti turistici destinati ai tour operatori. «Un prodotto che non ha concorrenti, fatto com?è di cultura, di storia, di enogastronomia. E forse, nel nostro piccolo, potremmo dare anche un contributo al rilancio dell?economia…», dice Nardocci. Il ragionamento non è azzardato, soprattutto se si confrontano i benefici economici che ci si può ragionevolmente aspettare al bassissimo investimento iniziale richiesto: la ?fase uno? è costata 150mila euro (finanziati in gran parte dal ministero). E tanto lavoro gratuito dei volontari.

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