Famiglia

Come stai? 30 milioni per la salute psicologica dei ragazzi

Per la prima volta Con i Bambini ha coinvolto un gruppo ristretto di adolescenti nella definizione di un proprio bando. Si è rafforzata così la consapevolezza sulla necessità di un intervento nazionale che sostenga il benessere psicologico e sociale degli adolescenti: il nuovo bando finanziato dal fondo per il contrasto alla povertà educativa punta alla sperimentazione di modelli di intervento comunitari, integrati e sistemici per la cura della salute psicologica di ragazzi e ragazze

di Sara De Carli

C’è un punto di contatto tra come gli adolescenti raccontano se stessi e come li vedono invece gli adulti: il fatto che “gli adulti non capiscono i ragazzi”. Lo pensa il 54% degli adolescenti e lo riconosce il 45% dei genitori. Ancora più complesso appare il dialogo con la scuola: appena il 3% dei giovanissimi intervistati, se avesse un problema, ne parlerebbe con un insegnante. Con il mondo dei “grandi” che sottovaluta quanto i ragazzi non si sentano compresi nei desideri, nelle passioni e nei sentimenti: per il 62% dei ragazzi gli adulti non capiscono quanto differente sia la contemporaneità; non comprendono idee (46%), quotidianità online (41%), ma anche desideri, passioni, priorità (37%) e sentimenti (36%).

Sono due le indagini multi-target promosse dall’impresa sociale Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile e realizzate dall’Istituto Demopolis: la prima ha coinvolto un campione nazionale di adolescenti (1.080 intervistati fra i 14 e i 17 anni), la seconda un campione rappresentativo della popolazione italiana maggiorenne (2.820 interviste), integrato con un focus demoscopico su genitori con figli tra i 6 e il 17 anni (800), insegnanti (260), educatori e rappresentanti del Terzo Settore (298). I risultati sono stati presentati oggi, contemporaneamente al lancio del nuovo bando di Con i Bambini: 30 milioni di euro nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile per progetti dedicati al benessere psicologico e sociale degli adolescenti.

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Oltre un terzo dei genitori (36%) dichiara di aver notato la tendenza dei figli ad evitare con scuse la scuola, le uscite o altre occasioni di socialità, con un forte incremento dell’ansia e della depressione. Quasi un terzo dei ragazzi, il 31%, confessa invece di faticare a condividere le proprie idee: la paura è di essere incompresi e giudicati. Il 65% dei genitori è pessimista tout court sul futuro degli adolescenti e, anche per questa ragione, si dichiara prevalentemente inadeguato per far fronte al disagio crescente dei ragazzi (48%). Agli adolescenti è chiaro quanto si pensi al loro futuro e apprezzano le premure del mondo adulto in quest’ottica (52%). Ma, per i grandi, si tratta in realtà di una ragione di preoccupazione: quasi 7 adulti su 10 esprimono paura per il futuro lavorativo dei giovani e le loro difficoltà di orientamento.

«Da questa doppia indagine emerge uno spaccato diverso e parallelo, con i giovani più ottimisti e molto attenti alla dimensione relazionale della loro vita, preoccupati dagli effetti della pandemia, e gli adulti molto più distratti, per loro stessa ammissione, ma consapevoli che occorre prestare ascolto alle giovani generazioni», spiega Marco Rossi-Doria presidente di Con i Bambini. «L’attenzione alle sofferenze, ai rischi, alle attese che sono emersi e l’ascolto diretto dei ragazzi e delle ragazze stessi è anche alla base del nuovo bando pubblicato oggi sul sito di Con i Bambini dedicato al benessere psicologico e sociale degli adolescenti tra gli 11 e i 18 anni. Il tema è emerso da una attenta campagna di audizioni che ha compreso anche un gruppo di ascolto ristretto di under18 che, per la prima volta, Con i Bambini ha utilizzato per elaborare un bando rivolto proprio a loro. L’approccio – e la sfida – consiste nella sperimentazione di modelli di intervento comunitari, integrati e sistemici per la prevenzione e la cura della salute psicologica di ragazze e ragazzi». Il Bando, pubblicato oggi su www.conibambini.org, scade il 20 settembre 2023.

L’impronta della pandemia è un dato distintivo degli under18 intervistati. Sebbene il Covid sia un ricordo opportunamente sbiadito, resta l’esito delle limitazioni pandemiche, che si rivela soprattutto nella centralità attribuita oggi dai ragazzi alla dimensione relazionale, nel bene e nel male: da un lato le relazioni sono una delle ragioni di soddisfazione esistenziale, ma allo stesso tempo hanno una dinamica sempre più complicata, per alcuni ragazzi.

Valori e quotidianità

“Cose importanti” della vita sono per gli adolescenti la famiglia (90%) e l’amicizia (86%); confidano nelle passioni personali (72%) e nell’amore (71%). Di contro, poco più della metà degli intervistati considera il lavoro fra le cose che contano, 10 punti sotto l’aspirazione a “carriera e successo”. Accanto alla centralità delle relazioni amicali, è questa una delle più evidenti mutazioni nel pantheon valoriale delle nuove generazioni individuato dall’indagine dell’Istituto Demopolis. Il 44% cita soldi e ricchezza, il 26% la bellezza fisica. Agli ultimi posti, fra le “cose importanti della vita”, l’impegno politico.

Il rapporto con i pari è la principale dimensione di soddisfazione per le nuove generazioni (64%), insieme alla gestione del tempo libero (53%), più ampiamente citati rispetto alle relazioni familiari (52%), alla vita scolastica (35%) e sentimentale (25%). Per i tre quarti degli adolescenti il tempo libero è dedicato agli amici e alla musica, che si rivela un contrappunto costante della vita giovanile, tanto in compagnia quanto in solitudine. Il tutto accanto alle attività online, che si dimostrano talmente presenti e pervasive da non essere individuate come pratiche specifiche, quanto piuttosto come circostanza ordinaria della quotidianità. Il 53% degli adolescenti guarda al proprio futuro “con ottimismo”.

Gli adolescenti visti dagli adulti

Di contro, l’ottimismo degli adulti sul futuro dei giovani si ferma al 20%; si dichiarano esplicitamente pessimisti invece il 65% dei genitori con figli tra i 6 e i 17 anni. Le paure dei grandi sono molteplici: l’incertezza per il lavoro dei ragazzi (7 su 10), violenza e bullismo (56%), l’uso di droghe e alcool (48%) e la crescita dei disagi psicologici (48%). Inoltre, i genitori si rimproverano una prevalente distrazione (52%), che per i ragazzi è invece peccato veniale. Appena il 12% dei genitori ammette piuttosto di non saper mettersi in discussione, che è invece del principale rimprovero mosso dai ragazzi agli adulti (38%).

Appena 3 genitori su 10 ritengono che gli adulti abbiano oggi strumenti adeguati ad affrontare il disagio giovanile. E ciò che servirebbe oggi per limitare il malessere o le problematiche socio-psicologiche dell’adolescenza è, nell’opinione del 53%, dare più ascolto ai ragazzi: maggiore comprensione da parte degli adulti (genitori, insegnanti, educatori). Il 48%, quasi un italiano su due intervistato da Demopolis, cita la necessità di aumentare le opportunità di socializzazione, amplificando la possibilità dei piccoli di accedere ad attività sportive, ludiche e culturali, anche al fine di prevenire i segni di malessere e ridurre i rischi di bullismo e violenza.

Foto di Aedrian su Unsplash


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