Non profit

Come si sta muovendo l’Unione europea. 220 milioni. Soldi veri o dirottati?

Strasburgo non crede ai conti del commissario al Budget. E chiede garanzie.

di Matteo Manzonetto

Il 7 gennaio scorso i ministri degli Esteri, della Cooperazione allo sviluppo e della Sanità dell?Unione europea si sono riuniti in un vertice straordinario per mettere sulla carta un piano d?emergenza di aiuti umanitari in seguito al cataclisma che ha colpito l?Asia del Sud-Est il 26 dicembre. In questa prima fase l?impegno dell?Ue verrà indirizzato a sostenere l?azione dell?Oms, al fine di prevenire il diffondersi di epidemie che aggraverebbero il bilancio delle vittime in modo sostanzioso, tramite la ristrutturazione delle strutture mediche e l?invio di équipe e materiale medico. Miguel Angel Moratinos, ministro degli Esteri spagnolo, ha proposto anche l?istituzione di un servizio volontario Ue da dispiegare nel caso di emergenze e catastrofi, facendo allo stesso tempo estrema attenzione a non disperdere le risorse, per un?azione efficace e mirata. Sugli aspetti economici e finanziari del sostegno europeo si pronuncerà il prossimo Consiglio ministeriale Affari monetari, previsto per il 18 gennaio. Finora sono stati stanziati 1,5 miliardi di euro, derivanti dai contributi congiunti dell?Unione e degli Stati membri. Il ministro degli Esteri lussemburghese, Jean Asselborne, presidente del Consiglio, ha però ricordato che lo sforzo di solidarietà di fronte a questa catastrofe non deve sottrarre fondi dagli altri piani di sviluppo umanitario portati avanti dall?Unione, in particolare per quanto riguarda il continente africano. Questa dell?allocazione delle risorse umanitarie è una questione sollevata anche durante la sessione plenaria del Parlamento europeo, in particolare per quanto riguarda i 350 milioni di euro promessi per la ricostruzione a lungo termine. Il commissario al Budget, la lituana Dalia Grybauskaite, ha assicurato che 220 milioni saranno dei soldi ?freschi?, quindi non dirottati da altri fondi umanitari. I parlamentari non sono però convinti della validità di questo piano, che considerano – come afferma il belga Gerard Deprez – un ritocco dei fondi già predisposti dalla Commissione e dal Consiglio, e non dei mezzi supplementari di sostegno, come invece promesso. Alcuni parlamentari hanno fatto notare che «gli aiuti dell?Ue devono essere all?altezza della sensibilità e solidarietà mostrata dai suoi cittadini verso le popolazioni colpite», altrimenti ne andrebbe della credibilità dell?Unione.


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