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Come si ricostruisce la fiducia? Ascoltando le ragioni dell’altro
Dal 14 al 16 marzo a Fiera Milano Rho va in scena la 21esima edizione di “Fa’ la cosa giusta!”, la fiera del consumo critico e degli stili di vita sostenibili, organizzata da Terre di mezzo Editore. Il tema scelto per quest'anno è quello della fiducia: «Non abbiamo ricette per ricostruirla, ma l'esperienza ci dice che bisogna fare lo sforzo di ascoltarsi tra vicini, amici, ma anche tra lontani e tra nemici: bisogna ascoltare le ragioni dell'altro. E per fare questo ci vuole tempo, dedizione, e speranza»
di Anna Spena

Dal 14 al 16 marzo a Fiera Milano Rho va in scena la 21esima edizione di “Fa’ la cosa giusta!”, la fiera del consumo critico e degli stili di vita sostenibili, organizzata da Terre di mezzo Editore. Un’edizione un po’ speciale non solo per la nuova location (l’ingresso è gratuito per tutti – per registrarsi visitare il sito falacosagiusta.org), i 300 incontri per tutte le età che compongono il programma culturale e i 400 stand nelle quattro nuove aree dedicate alla cura e benessere, sapori e saperi, cultura e partecipazione, viaggio e fiera dei grandi cammini (qui è possibile consultare il programma completo). È speciale per il filo rosso – ambizioso – visti i tempi che corrono – che terrà insieme la tre giorni: “Il gusto della fiducia”. «Fa’ la cosa giusta! è un lavoro collettivo», dice Miriam Giovanzana, direttrice editoriale di Terre di mezzo. «Un luogo in cui incontrarsi per fare insieme il punto sulla sostenibilità sociale e ambientale. Il filo rosso degli incontri di questa edizione è il gusto della fiducia. Quelli che viviamo, sia nelle nostre vite personali che in quella collettiva, non sono tempi facili. Pensiamo che ritrovare gli spazi di dialogo, confronto e approfondimento sia fondamentale per far crescere l’eredità della fiducia e costruire una società più coesa per tutti».
Ventuno edizioni è un bel traguardo, come legge questo successo
I temi che avevamo individuato 21 anni fa suscitano ancora l’interesse e la passione delle persone, dei consumatori da un lato e delle aziende che producono dall’altro. E quegli stessi temi sono ancora oggi di grande attualità. In particolare la sostenibilità sociale, quella ambientale, quella che dipende dai nostri stili di vita, delle nostre scelte personali e delle scelte che come società civile favoriamo o prendiamo.
Il tema a cui è dedicata questa edizione è “Il gusto della fiducia”, com’è nata l’idea?
Tutti noi sperimentiamo che senza fiducia le nostre vite personali e le nostre vite collettive sono più difficili. Sono più difficili nelle relazioni sia con il vicinato che con il mercato. Sappiamo che senza fiducia i mercati economici non funzionano. Quindi la fiducia è come l’aria che respiriamo, ne abbiamo bisogno. Per alcuni aspetti la fiducia possiamo solo darla e non chiederla.
Come si fa a ricostruire una fiducia che è evidentemente logorata? Non abbiamo ricette, ma l’esperienza ci dice che bisogna fare lo sforzo di ascoltarsi tra vicini, amici, ma ascoltarsi anche tra lontani, e qualche volta anche tra nemici: bisogna ascoltare le ragioni dell’altro. E per fare questo ci vuole tempo, e ci vuole dedizione, e ci vuole speranza.
Speranza?
La speranza che si possa trovare una strada comune. Non sarà la mia strada, non sarà la strada dell’altro, ma probabilmente sarà una strada che, come diciamo noi di Terre di Mezzo, sarà una strada dove nessuno è il padrone di casa, ma tutti siamo pellegrini e stranieri, e quindi, in qualche misura, ospiti.
Lei spesso ha descritto “Fa’ la cosa giusta!” come un lavoro collettivo
Non potrebbe essere altrimenti. Anno dopo anno siamo andati avanti perché alla fine della fiera in molti ci hanno detto: “Grazie perché avete reso visibile un mondo che spesso è sottotraccia”. Un mondo che è fatto di persone che si guardano non come concorrenti, ma come cooperanti. È questo lo sguardo che ci ha aiutato ad andare avanti nel tempo. Noi organizziamo “Fa’ la cosa giusta!” perché speriamo così di contribuire a cambiare il mondo, a renderlo più vivibile e più giusto per tutti, in particolare per chi, appunto, fatica di più. Come si fa questo? Rubo le parole del filosofo Roberto Mancini, che diversi anni fa, venne in fiera e ci disse: “Questa fiera è importante perché è come un iceberg, rende visibile ciò che è sotto il pelo dell’acqua e quello che non vediamo”.
Cosa non vediamo?
Che il mondo va avanti perché ci sono tante persone di buona volontà per cui la solidarietà è importante. Che c’è un’economia che lavora sui temi della cooperazione e non della competizione, che crea ricchezza per questo Paese. Noi con questa fiera lo rendiamo visibile, lo mettiamo sotto gli occhi di tutti e spesso, a conclusione della fiera, molti ci dicono: “Grazie”, perché rendendolo visibile ci aiutate ad andare avanti e a trovare energia e forze, collaborazioni, progetti per il futuro. Non sempre funziona, ma spesso funziona (sorride ndr).
I temi per quest’anno sono veramente moltissimi: dalla moda alla scuola, dall’ambiente al turismo. Come siete arrivati ad un programma così variegato?
Nella prima edizione abbiamo messo al centro il cibo e l’alimentazione per occuparci di uno degli aspetti fondamentali della nostra vita. E poi abbiamo continuato ad aggiungere pezzetti. L’obiettivo è quello di occuparci di tutto ciò che costituisce il nostro vivere quotidiano. L’abbigliamento, il turismo, l’abitare, la casa, l’arredamento. Ma anche il ruolo del Terzo settore, l’importanza del volontariato. La fiera è cresciuta così, aggiungendo di anno in anno, una sezione che mettevamo al centro.
In questa edizione grande spazio è dedicato al tema scuola
Crediamo sia importante educare al pensiero critico. Ma quale ruolo può avere la scuola nello sviluppo del pensiero critico? Per rispondere a questa a questa domanda è nata la nuova edizione di “Sfide – La scuola di tutti”, 3 giornate di formazione in collaborazione con Edizioni Centro Studi Erickson e MCE (Movimento di Cooperazione Educativa). Sfide si rivolge a insegnanti, dirigenti scolastici, studenti ma anche famiglie e tutti coloro che sono interessati al mondo dell’educazione. L’evento porta a Milano oltre 150 relatori, tra docenti ed esperti di tutta Italia, in 100 incontri formativi e laboratori per affrontare alcuni dei temi al centro dell’attualità del mondo scolastico, come la valutazione, l’orientamento, la valorizzazione professionale dei docenti e la personalizzazione dell’insegnamento, la costruzione di contesti educativi accoglienti. Ma anche la lettura come strumento per nutrire il libero pensiero, la parola come spazio per costruire una scuola plurale e interculturale, la storia in rapporto con l’attualità, l’uso dell’intelligenza artificiale e delle tecnologie in classe. Importante novità di questa edizione l’attenzione alla formazione specifica di educatori dei bambini della fascia 0-6 anni (nidi e scuole dell’infanzia). Insomma per noi la scuola è di tutti, non c’è un territorio ad uso esclusivo degli addetti ai lavori. La scuola non riguarda soltanto chi ha figli a scuola o chi lavora in ambito scolastico: riguarda la società. Il tipo di scuola che abbiamo prefigura il tipo di società che avremo. E quindi è importante che la scuola non diventi una piccola città fortificata e separata, ma invece si confronti con il resto della storia contemporanea.
C’è un’altra sezione particolarmente rilevante, quella dedicata ai “Grandi cammini”
Uno spazio dedicato al turismo, ma non al turismo come l’abbiamo inteso negli ultimi anni. È la scoperta di un modo nuovo di fare vacanza. Scoprendo i territori, muovendosi con le proprie gambe, con la bicicletta o con altri mezzi sostenibili, lungo le antiche vie di pellegrinaggio.
Moltissimi gli eventi a cui partecipare, ce ne segnala tre?
Quello con lo scrittore Erri De Luca, “L’età sperimentale” per parlare del corpo, della passione per la parola, del futuro. L’incontro si aprirà con la proiezione del corto “L’età sperimentale”, scritto e interpretato dallo stesso Erri De Luca, a seguire ci sarà il dialogo con Sara Segantin. Poi quello con Alberto Cairo, “Una vita a Kabul”. Cairo vive da 40 anni in Afghanistan. Per oltre 30 anni ha guidato i Centri per la riabilitazione della Croce Rossa, assistendo oltre 200mila vittime della guerra, mutilati e disabili. È stato candidato al Nobel per la pace. Anche ora che è in pensione, abita in un condominio a Kabul e continua ad assistere i suoi pazienti. Un racconto in diretta della vita quotidiana di uno dei Paesi più travagliati della terra. E poi ancora l’incontro “Perché i salvataggi in mare? E se fossi io?”. Ne parleremo con Luca Casarini, capo missione della ong Mediterranea saving humans, Floriana Pati, che ha svolto numerose missioni a bordo della Life Support di Emergency, Luca Masera, membro del direttivo di ResQ people saving people, socio Asgi (Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione) e docente di diritto penale.
Credit foto Cecilia Nuzzo
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