Economia

Come si riconosce il valore civile di un’impresa

Nuove logiche, indicatori e strumenti di misurazione. Se ne parlerà alla Scuola di Economia Civile in un seminario con il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Giuliano Poletti

di Marina Moioli

Un bravo imprenditore è troppo intelligente per fare solo i suoi interessi: questa convinzione è alla base dello sviluppo del grado di responsabilità sociale delle imprese. Ma in termini di “economia civile” non è più sufficiente. Ciò che occorre chiedersi oggi è quanto il comportamento d’impresa, nel salvaguardare l’economicità aziendale, riesca anche a rendere il sistema economico più “equo” e più “giusto”. E anche le organizzazioni nate da ideali devono tenere ben presente che occorre sempre rispondere dei valori per cui sono nati, altrimenti si snaturano.
Se ne parlerà dall’11 al 13 giugno durante le giornate di studio intitolate “Riconoscere i valori dell’impresa” che la Scuola di Economia Civile (Sec) organizza in Toscana a Loppiano, Figline e Incisa Valdarno (Fi). Due giorni di lavoro, frutto dell’incontro con persone di diversi ambienti che condividono l’idea di sviluppare un’economia più civile. A trarre le conclusioni sarà poi il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Giuliano Poletti, presente il 13 giugno alla sessione finale del seminario.
«Le giornate di studio sono pensate per un pubblico variegato: per gli imprenditori che vogliono comprendere il grado di responsabilità sociale della loro impresa ma più in generale per tutti coloro che condividono l’idea dell’economia civile e intendono passare dalla teoria alla prassi», spiega Alessandra Smerilli, che fa parte del comitato scientifico e organizzativo della Scuola di economia civile. «In Italia in questo campo si muove tanto, ma in aree disparate e manca un po’ un filo logico, un coordinamento, un quadro d’insieme. Il seminario vuole essere un luogo per socializzare le buone prassi e tentare una sintesi», aggiunge. 
Essendo convinti che l’economia o è civile o è incivile, gli organizzatori si propongono di individuare i campi, le aree, le metodologie e le metriche (anche declinate per settore merceologico, ad esempio: distribuzione, sociale, bancario) per misurare i comportamenti d’impresa utili alla pianificazione strategica, alla gestione manageriale e alla loro rappresentazione agli stakeholders.

L’inizio dei lavori è previsto per venerdì 12 giugno alle 9 all’Auditorium di Loppiano con gli interventi di Stefano Zamagni (“L’impresa civile” e di Luigino Bruni (“Quali dimensioni Misurano quanto un’impresa è civile?”). Segue, dalle 11 alle 13, l’incontro con Cesare Vitali di Banaca Etica, Alesaandro Messina di Federcasse e Luca Raffaele di Grandi Imprese che affrontano il tema “Come si misura oggi nelle imprese? Le esperienze di misurazione e le sfide che pongono”. Dalle 15 alle 17 Enrico Giovannini dell’Università di Roma Tor Vergata, Pierluigi Sacco dell’Uiav di Venezia, Elena Granata del Politecnico di Milano e Nicolò Bellanca dell’Università di Firenze parlano su “Dalla qualità della vita alla qualità dell’impresa: cosa dovrebbe accadere nel mondo dell’impresa per recepire quello che si sta studiando in ambito economico-sociale?”. Sempre venerdì 12, dalle 17 alle 19, si tiene il laboratorio “Proposte di dimensioni e modalità di misurazione del ‘valore civile’ d’impresa”. Sabato 13 giugno, invece, al Polo Lionello Bonfanti, dalle 9 alle 11,30 è in programma, dopo il resoconto dei laboratori, l’incontro “Dai laboratori verso nuovi cantieri e sfide”, con Leonardo Becchetti (Università di Roma Tor Vergata), Helen Alford (Università Pust) e Aldo Bonomi (Aaster). A seguire “Conclusioni e Prospettive”.

 

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