Non profit
Come si può rifiutare un socio sgradito
Se unorganizzazione ha unidentità molto forte e vuole selezionare gli aderenti, lo può fare. Occorre che i criteri di ammissione siano espressi nello statuto
Come onlus possiamo rifiutare la richiesta di ammissione di un nuovo socio senza darne la motivazione? La ragione del quesito deriva dal fatto che la nostra onlus è espressione di una comunità religiosa, formata da laici ma anche da religiosi, e per ovvi motivi si rende necessario uno sbarramento.
F. S. (email)
Risponde Carlo Mazzini
Gli ?ovvi motivi? sono comprensibili e condivisibili. Il senso del quesito verte, infatti, nella volontà dei soci attuali di preservare un?impronta dalla quale deriva il senso stesso dell?associarsi, dello stare assieme. Si sa che nel mondo non tutti la pensiamo allo stesso modo e che, per quanto ecumenici possiamo sentirci, intendiamo condividere le attività promotrici delle nostre convinzioni più profonde solo con chi ci ha dato prova di un pari attaccamento alle stesse convinzioni. Nel costituire una qualsiasi forma di partecipazione sociale (profit o non profit), sarà nostra particolare premura chiamare a raccolta chi condivide le finalità prefissate.
I pronunciamenti giurisprudenziali più avveduti (le sentenze) hanno inteso affermare come non sussista per la persona terza il diritto a entrare a far parte di una compagine associativa. È bene ricordare che il rapporto associativo è in definitiva un contratto, e che come tale i ?contraenti? sono due: da un lato l?associazione già costituita, dall?altro l?aspirante socio. Per perfezionare tale contratto è necessario l?assenso dell?assemblea dei soci, mancando il quale il contratto non si perfeziona. È ben vero che l?associazione è una struttura aperta, cioè che, una volta costituita, nuovi soci possono entrare a farne parte, senza dover ogni volta modificare lo statuto e l?atto costitutivo. Ma è necessario che da parte del massimo organo di espressione dell?associazione sia manifestata una volontà di elevare nuove persone a qualità di socio.
Veniamo ora all?eventuale motivazione di non ammissione di nuovi soci; ci si chiede se sia obbligatorio spiegare al terzo le ragioni dell?esclusione. Se da un lato non sussiste tale obbligo rispetto ai terzi, una spiegazione, invece, deve essere data all?interno dell?organizzazione. Devono essere chiari a tutti i soci i criteri con i quali si accettano nuovi membri; anzi, tali criteri di ammissione devono essere espressamente riportati nello statuto dell?organizzazione (art. 5 d. lgs. 460/97). Per usufruire di determinate agevolazioni (e per le onlus vale in forza dell?articolo 26 della 460) è necessario conformare il proprio statuto a regole di ?governance?, tra cui quelle relative alla chiarezza delle norme regolatrici l?ingresso di nuovi soci e l?espulsione di chi è già associato.
Ricordiamo come neppure la perfetta conformità alle qualità richieste dallo statuto obblighi in alcun modo l?organizzazione a includere un nuovo membro tra i propri associati. La volontà dell?assemblea è insindacabile e la stessa può reputare, per esempio, di aver raggiunto un numero sufficiente di membri, oltre il quale non è bene andare, per ragioni forse opinabili (magari corporative), ma certo non impugnabili dai terzi esclusi.
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