Famiglia

Come schiodare quello 0,13%

È la percentuale di fondi per la cooperazione in rapporto al Pil. Romano Prodi: «Tanta voglia di Unione europea e di Onu»

di Paolo Manzo

Con l?ultima legge finanziaria del governo di centrodestra, l?Aiuto pubblico allo sviluppo è stato ridotto ai minimi storici, sia in termini relativi che assoluti, con aiuti che si fermano allo 0,13% del Pil, rispetto all?obiettivo del Millennio fissato dall?Onu allo 0,7% entro il 2015». Romano Prodi attacca ad alzo zero il governo Berlusconi e il tema gli sta a cuore, se è vero che l?Unione è stata l?unica forza politica a organizzare un convegno sulla cooperazione internazionale. Vita: Professore, la situazione è davvero così disperata? Romano Prodi: L?Italia occupa l?ultimo posto fra i paesi donatori del Comitato per l?assistenza allo sviluppo dell?Osce. E alla progressiva riduzione delle risorse, negli ultimi anni si è accompagnata la rinuncia ad una politica di cooperazione di ampio respiro. La mancanza di definizione delle priorità geografiche e strutturali, i meccanismi di spesa inceppati e il progressivo smantellamento della struttura tecnica della Direzione generale della cooperazione allo sviluppo hanno reso ancora più inadeguati gli strumenti della nostra cooperazione. Questa è una situazione non giustificabile, ancor più in questi anni nel corso dei quali abbiamo assistito allo sforzo promosso da Regioni, enti locali, ong e semplici cittadini per portare i loro contributi alle popolazioni dei paesi poveri e per intervenire in risposta alle catastrofi naturali e alle crisi umanitarie nel mondo. Chiari indicatori di una volontà che non ha trovato riscontro nell?azione del centrodestra. Vita: Cosa si propone di fare in caso di vittoria della coalizione da lei guidata? Prodi: Il nostro programma di governo mette la cooperazione internazionale come uno degli impegni prioritari dell?Italia. Le linee guida del nostro impegno saranno, sul piano esterno un solido ancoraggio in ambito multilaterale, europeo e globale, per rendere la nostra cooperazione uno strumento più efficace nella lotta alla povertà e nel sostegno ai processi di democratizzazione dei paesi in via di sviluppo; sul piano interno un dialogo costruttivo e permanente con tutti gli attori – istituzioni, Regioni, enti locali, università, associazioni e ong – i quali dovranno poter giocare un ruolo crescente nello sviluppo del partenariato internazionale. Vita: Come affronterà il nodo della coerenza tra politiche di sviluppo, commerciali, d?immigrazione e sicurezza? Prodi: Di fronte ai grandi flussi del commercio globalizzato, ai problemi dell?immigrazione e della sicurezza, l?approccio nazionale non basta. Perché le azioni siano efficaci e coordinate con l?impegno per lo sviluppo bisogna lavorare in un?ottica multilaterale e internazionale. Il primo riferimento è l?Europa e la cooperazione italiana dovrà perseguire sinergie ed integrazioni con quella europea.


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