Non profit
Come ride bene chi ride per gli ultimi
Usare i comici come testimonial di cause serie. Le ong li hanno scoperti prima degli altri. Fanno colpo senza togliere dignità. Aldo, Giovanni e Giacomo per esempio...
di Redazione
Aldo, Giovanni e Giacomo prendono in giro i volontari. E i volontari portano nelle scuole Aldo, Giovanni e Giacomo a raccontare ai ragazzi quanto può essere divertente impegnarsi gratis. Accade in un video: 15 minuti in cui i tre comici fanno da narratori alle immagini del campo di lavoro allestito in Nicaragua dai giovani dell?Icu, l?Istituto per la cooperazione universitaria. La cassetta girerà migliaia di classi italiane per fare incontrare gli allievi con il mondo della cooperazione. Un?iniziativa che la ong romana ha battezzato ?Giornata della solidarietà?.
Cesso di essere indifferente – questo il titolo, lo ha scelto Giacomo – è una fine metafora: il lavoro dei ragazzi consiste infatti nel costruire latrine in un villaggio. «Hai visto, il cesso è già di quasi tre metri», fa notare Giovanni agli altri. «Beh… sobrio ma bello. Funzionale», commenta Giacomo. E così il trio sbeffeggia la colazione dei volontari – «Riso e fagioli, che ti danno quell?energia giusta… ad areazione!» -, la loro fatica – «Quello là ha una sete della miseria, si vede che non ha mai lavorato in vita sua» -, il lungo cammino da percorrere ogni mattina – «Sempre lo stesso sole, sempre la stessa paura del serpente corallo che nessuno ha mai visto…». Ma non farà male ridere tanto di una faccenda che più seria non si può? «Aldo, Giovanni e Giacomo hanno capito subito che lo scherzo andava dirottato sui volontari, e non sulla situazione di povertà in Nicaragua», spiega Carlo De Marchi, segretario generale dell?Icu, nonché il personaggio che nel video ?ha una sete della miseria?. «Abbiamo contattato il trio senza passare dal management, ci hanno detto subito di sì, anche se all?inizio non sapevamo esattamente come usare la loro notorietà. Poi abbiamo elaborato il testo per quel video amatoriale, e loro lo hanno interpretato».
Insomma, l?ironia al servizio delle cause importanti funziona, attira l?attenzione. «Sì, perché dà ottimismo, positività, e fa bene anche a noi volontari che a volte ci crediamo chissà chi solo perché diamo una mano a chi ha bisogno», dice De Marchi. «Inoltre è un codice utile a incoraggiare i ragazzi a fare volontariato, mostrando come dei loro coetanei normalissimi stanno facendo qualcosa di grande. E poi, descrivere il Sud del mondo solo con immagini crude e drammatiche rischia di spogliarlo di dignità».
Comici sì, ma la loro esuberanza va frenata: è la diversa opinione in materia di Flavio Spreafico del Cesvi, ideatore di tante campagne radiofoniche (novemila spot solo l?anno scorso) in cui, come per magia, i Fichi d?India, Luciana Littizzetto, Claudio Bisio, Diego Abatantuono e tanti personaggi dell?armata cabarettistica di Zelig mettono al bando la risata. «Altrimenti», spiega Spreafico, «finisci per ridicolizzare quello che fa la ong e i drammi del Sudan, della Corea, dello Zimbabwe». Ogni spot del Cesvi, infatti, esordisce con una battuta del comico in questione, che a un certo punto si ?autolimita?: «Ma questo non fa ridere», e segue il messaggio.
Secondo Giulio Cederna dell?Amref, invece, «la comicità crea quel paradosso che fa capire alla gente quanta distanza ci separa dal Sud del mondo». È Giobbe Covatta a dare il volto, ormai da anni, alle loro campagne: «Perché l?Africa», aggiunge Cederna, «non è solo il continente dell?angoscia, dell?Aids e delle guerre. È ricco di cultura e vitalità, la sua gente è capace di sorridere. Ecco, la comicità misurata di Giobbe serve proprio a veicolare questo messaggio. E grazie a lui le donazione all?Amref si sono impennate».
Per richiedere la videocassetta:
Icu, tel. 06.85300722
email:info@icu.it
Così parlò il trio
oh ragazzi, se fai un cesso cambi anche tu
Fine del video. I volti dei bambini e dei vecchi del Nicaragua si dissolvono e compaiono i narratori: Aldo, Giovanni e Giacomo. Siamo nello studio di registrazione, loro stanno uno accanto all?altro. Giacomo è l?unico che ancora indossa le cuffie.
Aldo:Oh ragazzi, è una domanda provocatoria però non la prendete… è una domanda così, fra di noi.
Giacomo:Scusa, non ho capito.
Aldo:Ma se ti togli le cuffie magari capisci!
Giacomo:Ah, scusa…
Aldo:No, basta, non dico più niente, mi indispone! Questi volontari, volevo dire… che pensano di cambiare il mondo… cioè io… tanto di cappello ai volontari… che pensano di cambiare il mondo facendo latrine nel Nicaragua…
Giovanni:Secondo me non pensano di cambiare il mondo. Quest?esperienza cambia loro stessi per cui un pochettino cambiano anche il mondo, capisci?
Giacomo:Cioè, l?assioma è un po? questo: se fai un cesso cambi un po? anche tu.
Giovanni:Va be? ma prendilo in senso molto lato. Un granello di sabbia da solo non fa niente…
Aldo:E insieme ad altri fanno una spiaggia.
Giovanni:No, volevo dire insieme ad altri bloccano un ingranaggio, quello appunto dell?indifferenza.
Giacomo:Se tu fai un cesso cambi un po? anche tu, ribadisco.
Aldo: Eh, in effetti…
Giovanni:E beh, il meccanismo è quello.
Aldo:… ragazzi, io vi voglio bene!
Giacomo:Cosa?
(Aldo e Giovanni lo guardano storto e se ne vanno.)
Giacomo: No, non ho capito…
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.