Welfare
«Come possono scendere le rendite Inail se aumentano gli infortuni sul lavoro»
A chiederselo è il presidente dell’Anmil Zoello Forni commentando il conto consuntivo 2018 dell’Istituto. «C’è bisogno di investire su una nuova cultura della prevenzione ed una migliore tutela per le vittime», ha aggiunto
di Redazione
«Apprendiamo con vivo interesse la notizia più che positiva diffusa dal CIV Inail sul conto consuntivo 2018 dell’Inail, approvato nella riunione odierna, che ha confermato la tendenza a chiudere il bilancio dello scorso anno battendo il record con un utile di circa 1.804 milioni di euro (a fronte di un preventivo, approvato definitivamente il 14 novembre 2018, con un avanzo di 1.061 milioni)», è il commento compiaciuto del presidente nazionale Anmil, Zoello Forni.
«Certamente», aggiunge Forni, «se il saldo di cassa al 31.12.2018 è arrivato a quasi 30 miliardi di euro non è stato sbagliato il prevedere un soddisfacente aiuto alle aziende riducendo in modo significativo le quote dei versamenti per coprire i premi assicurativi come accaduto lo scorso anno; tuttavia non possiamo altrettanto sottovalutare il fatto che se le entrate sono in costante aumento, le uscite invece continuano a diminuire essendo passate da 10.127 milioni nel 2016 a 9.568 nel 2018».
«In pratica c’è qualcosa che non ci torna nei conti poiché se il trend degli infortuni proprio nel 2018 è stato tristemente negativo stando proprio ai dati Inail, ci sorprende fortemente la considerevole contrazione della spesa per le rendite che si è costantemente ridotta, passando dai 4.912 milioni di euro nel 2014 fino ai 4.540 nel 2018, allo stesso modo della spesa per i dispositivi medici che dai 47 milioni del 2016 è scesa ai 38 milioni del 2018», spiega il presidente.
«Dunque concordiamo pienamente con le perplessità espresse dal CIV», precisa Forni, «sulla necessità di prevedere maggiori investimenti per migliorare la prevenzione degli incidenti sul lavoro, prevedere un più equo adeguamento delle prestazioni economiche per gli assicurati (ad iniziare dall’abolizione dell’attuale franchigia fino al grado di inabilità del 5%) e l’ampliamento della platea dei lavoratori assicurabili dal momento che attualmente sono circa 2 milioni i lavoratori esclusi tra cui i giornalisti e i Vigili del Fuoco i cui rischi lavorativi sono particolarmente elevati e proprio per loro stiamo sostenendo una petizione specifica».
«La nostra Associazione che rappresenta oltre 350.000 vittime del lavoro», conclude il presidente dell’Anmil, «attende che il prossimo Governo sappia dare risposte concrete alle esigenze dei lavoratori sulla cui pelle non può costruirsi l’economia del paese calpestando diritti e valori costituzionalmente garantiti che non possono vederci arretrare alla tutela dei paesi più sottosviluppati».
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