Cultura
Com’è nata l’immagine della campagna #abbraccioperlapace
L'illustratore e attivista per i diritti umani Gianluca Costantini ha realizzato l'immagine della campagna di mobilitazione per promuovere l’apertura di tavoli di dialogo tra le comunità ucraine e russe presenti in Italia. «Questa è un'iniziativa importante. Visivamente c'era bisogno di avere un messaggio immediato. Non c’è nessuna simbologia nazionalista nell’illustrazione. Certo, ci sono le bandiere, che però significano l'appartenenza ad un popolo, non ad uno Stato»
di Anna Spena
Accogliere l’altro tra le proprie braccia. L’immagine scelta per la campagna di mobilitazione per promuovere l’apertura di tavoli di dialogo tra le comunità ucraine e russe presenti in Italia, per arginare e prevenire l’odio che potrebbe divampare tra i due popoli fratelli in conseguenza dell’aggressione Russa all’Ucraina, è proprio quella di un abbraccio, per essere più precisi di #unabbraccioperlapace.
Dopo due anni in cui gli abbracci mancano un po’ a tutti, l’inizio delle guerra in Ucraina ci lascia un po’ così, con lo sguardo incerto, attoniti, impauriti. Una guerra che, dall’inizio dell’invasione Russa dell'Ucriana lo scorso 24 febbraio, ha già fatto un milione e 200mila profughi che potrebbero arrivare a dieci. Persone che hanno preso qualche maglione pesante, i figli, gli animali domestici e si sono riversate con ogni mezzo a loro disposizione, in molti anche a piedi, sui confini più vicini: Polonia, Ungheria, Slovacchia, Moldavia, Romani. Poco meno di diecimila sono riusciti a raggiungere l’Italia.
La campagna è stata condivisa con le oltre cento associazioni riunite nell’Alleanza “Per un Nuovo Welfare” e le organizzazioni del Comitato editoriale di Vita. Ne è nato anche un istant-book "Letture per la Pace" per animare i tavoli della pace che si apriranno grazie all'iniziativa. Il libro è scaricabile gratuitamente a questo link e raccoglie un percorso antologico che va dal Vangelo alle encicliche dei Papi, da Martin Luther King ad Aldo Capitini, da Alex Langer ad Alda Merini. "Usiamolo affinché la grammatica della guerra non conquisti il nostro pensiero”, scrivono le organizzazioni da cui è nata la mobilitazione.
A condividere e regalare l’immagine simbolo della campagna l’illustratore e attivista per i diritti umani Gianluca Costantini, è sua la celebre illustrazione del mezzo busto di Patrick Zaky avvolto nel filo spinato. «Il disegno», racconta Costantini, «è nato da una fotografia che mi hanno girato i promotori della campagna. Doveva essere un messaggio immediato che unisse i due popoli, che facesse comunicare le due comunità. Non c’è nessuna simbologia nazionalista nell’illustrazione. Certo ci sono le bandiere che però significano appartenenza ad un popolo, non ad uno Stato».
Su come si sia arrivati a questo: «I più di noi non sono esperti di geopolitica», dice Costantini. «I pezzetti si sono mossi un po’ alla volta, Putin è il più colpevole di tutti. Ed è sempre stato in prima linea contro i diritti umani». É incredibile la spinta dei Paesi e della società civile verso l’accoglienza: «l’accoglienza degli ucraini "tiene insieme”», dice Costantini, «e questa è una cosa bellissima. Ma proprio in virtù della tutela e del rispetto dei diritti umani non possiamo non denunciare che su alcuni confini si facciano distinzioni in base al colore della pelle. Non ci dimentichiamo che la Polonia sta costruendo un muro al confine con la Bielorussia per non far passare altri profughi, vittime anche loro di conflitti. L’accoglienza deve essere intera, totale, non di parte. Anche i sindaci e i politici in Italia sono concordi per fortuna: “accogliamo tutti gli ucrtaini”. Ma perché, per dirne una, l’eritreo no?. Non esistono profughi di seria a e di serie b».
Per avere i materiali della campagna "Un abbraccio per la pace" scrivere a: abbraccioperlapace@gmail.com. Sul sito http://www.perunnuovowelfare.it/ verrà aggiornata di volta in volta una mappa che indicherà i tavoli di pace aperti nelle diverse sedi associative e la galleria fotografica degli abbracci realizzati, la speranza è di rendere la pace un desiderio virale sul territorio italiano.
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