Disagio giovanile
Come nasce un grancantiere educativo
Selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, il progetto “Ragazzi al centro” è cofinanziato dall’ente filantropico Fondazione Santo Versace e da Dolce & Gabbana. L’iniziativa, portata avanti dal Piccolo Principe onlus, è volta a creare un luogo dedicato al benessere e alla crescita dei giovani tra i 13 e i 18 anni, che vivono un disagio psicosociale e a rischio drop out
Il cofinanziamento e la collaborazione, nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, con la Fondazione Santo Versace e con Dolce&Gabbana «rappresenta un esempio concreto della possibilità di costruire alleanze educative ampie e lungimiranti, capaci di mettere al centro i ragazzi e le ragazze rafforzando le comunità educanti del territorio», ha detto Marco Rossi-Doria, presidente di Con i Bambini, alla presentazione del progetto “Ragazzi al centro”.
L’iniziativa del Piccolo Principe onlus mira a creare uno spazio dedicato al benessere e alla crescita dei giovani tra i 13 e i 18 anni, che vivono un disagio psicosociale e/o a rischio drop out. Il progetto nasce come risposta ad un urgente bisogno della comunità e del territorio, che emerge dall’esperienza maturata nel lungo periodo di attività nel settore e nella gestione di servizi da parte della Piccolo Principe onlus, che gestisce in comodato d’uso una struttura accogliente e stimolante, la “Cittadella dei Ragazzi” a San Vittore Olona, immersa in un ampio parco di proprietà della Fondazione Minoprio. Qui i ragazzi potranno ritrovare se stessi, sviluppare le proprie potenzialità e costruire un futuro migliore.
Un progetto a 360 gradi
“Ragazzi al centro” è suddiviso in due fasi. La prima prevede la ristrutturazione di una parte antica della villa adibita a fienile di Casa Lazzati (lo splendido palazzo storico messo a disposizione della Fondazione Minoprio), la seconda la realizzazione dei laboratori. «La “Cittadella dei Ragazzi” è un grande cantiere educativo, implementato insieme ad associazioni, cooperative sociali, fondazioni, enti locali, in cui i giovani trovano ascolto e supporto, possono esprimere appieno il loro protagonismo e apprendere attraverso lo sport e il saper fare. E così facendo si contrasta fattivamente la povertà educativa», ha continuato Rossi-Doria.
Il coinvolgimento di tutti gli attori della rete
«Con i Bambini tiene molto al concetto della dispersione scolastica e noi alla salute mentale. Questo progetto mira a tenere i minori all’interno delle proprie famiglie, perciò il nostro centro sociosanitario integrato è innovativo perché ha come primo obiettivo quello di tenerli in famiglia, ha spiegato Patrizia Corbo, cofondatrice e presidente della Piccolo Principe onlus. «Trattandosi di famiglie disagiate, il lavoro che viene fatto è non solo sui minori, ma anche con i genitori e con tutta la rete, compresa la scuola. La vera innovazione del progetto è che noi coinvolgiamo tutti gli attori della rete come partner veri e propri di un unico progetto. Questo posto e questo progetto sono di tutti noi», ha continuato Corbo.
«Tutti i filantropi che ci hanno aiutato nel corso degli anni e che tuttora ci aiutano, come Santo e Francesca Versace e l’azienda Dolce & Gabbana, stanno dimostrando un tale affetto che ci fa sentire circondati da una forte benevolenza. Spesso ci danno anche dei suggerimenti, che non sono mai fuori luogo, anzi sono quell’occhio in più che ci fa vedere cose che magari da soli non avremmo visto».
Le basi per un futuro ricco di fiducia e possibilità
«Questa società non può non tenere conto che i minori sono la nostra speranza. I ragazzi hanno tante forme di disagio, come le dipendenze e i disturbi alimentari. La chiave di volta è l’amore, l’ascolto, la speranza. Tutti dobbiamo concorrere al loro benessere. Se dimentichiamo i bambini e i minori, affidandoli solo alle scuole, non ci possiamo ritenere degni di quello che abbiamo», ha detto Francesca De Stefano Versace, fondatrice della Fondazione Santo Versace insieme a suo marito.
«Siamo felici di contribuire a questo progetto così innovativo, che mette i ragazzi più fragili al centro di un sistema di aiuto integrato, in cui il sostegno psicologico si intreccia con attività pratiche e formative», ha continuato, «creando percorsi che non solo curano le ferite del presente, ma costruiscono le basi per un futuro ricco di fiducia e possibilità. È un impegno che va oltre l’aiuto immediato: è la scelta di seminare speranza, offrendo ai ragazzi strumenti concreti per riprendere in mano il proprio percorso di vita e cogliere nuove opportunità di crescita».
«Questo progetto è necessario. Il nostro obiettivo è costringere tutti (istituzioni, aziende, privati che possono farlo) a dare. Vogliamo replicare la rete delle fondazioni virtuose e coinvolgere tutti a partecipare. Nessun bambino e nessun ragazzo si deve sentire solo», ha detto Santo Versace. «Dobbiamo spianare la strada ai giovani per realizzarsi e avere una vita autonoma. I fragili hanno una sensibilità maggiore perché la sofferenza porta ad essere più sensibili».
Foto di apertura di Devin Avery su Unsplash. Nell’articolo foto e video di Ilaria Dioguardi
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