Politica

Come fa bene ai bambini un’ora di arabo

Maria Corte è direttrice del primo Circolo didattico di Mazara del Vallo. Le sue sono le sole scuole pubbliche d’Europa dove si insegni anche l'arabo (di Signorelli)

di Redazione

Bambini italiani di sette anni che cantano canzoncine in arabo, che salutano i compagnetti tunisini nella loro lingua e non hanno nessun pregiudizio verso di loro: Maria Corte (Mariella, come la chiamano affettuosamente i suoi collaboratori), dirigente scolastica del primo circolo didattico di Mazara del Vallo, ha di che essere fiera. È riuscita a realizzare quell?idea che da anni le frullava nel cervello e che, concretizzatasi in progetto nel 1996, attendeva l?approvazione (e i finanziamenti) del ministero dell?Istruzione per diventare realtà. E così dallo scorso anno scolastico, il 2000/2001, alcuni dei ?suoi? bambini hanno qualcosa in più. Ma andiamo con ordine. Mazara del Vallo da trent?anni è l?avamposto dell?immigrazione tunisina in Italia e, nel tempo, vi si è stabilita una comunità di oltre 6mila persone, più del 10 per cento della popolazione residente. E nonostante vi sia una scuola statale tunisina (assolutamente indipendente da quella italiana) è inevitabile che molti bambini frequentino le scuole italiane. L?alta percentuale di iscritti alle classi elementari del primo circolo ha acceso in Maria Corte (una donna bella e determinata, che non dimostra affatto i suoi 49 anni) un?idea assolutamente innovativa e rivoluzionaria: inserire nelle ore curricolari l?insegnamento di lingua e cultura araba per i bambini stranieri e proporre a quelli italiani lo stesso insegnamento nelle ore pomeridiane. Per offrire agli uni la possibilità di non perdere la propria appartenenza linguistica e culturale e far conoscere agli altri la strana lingua in cui si esprimono i loro coetanei. Il progetto (unico in Italia e addirittura in Europa) è partito su un modulo di quattro prime classi ed è stato ripreso quest?anno con le classi dell?anno scorso più tutte e sette le nuove prime. Per alcune ore alla settimana i bambini stranieri vengono riuniti (quelli di seconda seguono quest?anno il secondo livello, quelli di prima, il primo) da un insegnante di madrelingua araba per seguire delle lezioni improntate sui programmi scolastici dello stato tunisino. «In nessun altro Paese europeo», dice Mariella, «ci sono scuole che manifestano questa apertura e questo rispetto verso gli immigrati. Il massimo cui arrivano è organizzare per gli stranieri delle lezioni extra sulla lingua del posto, e questo lo facciamo anche noi». Il secondo aspetto del progetto è anch?esso motivo di vanto per la scuola: aver coinvolto i bambini italiani nello studio dell?arabo. «Noi offriamo questa opportunità», continua la dirigente, «poi accettare o meno è una libera scelta dei bambini e delle loro famiglie ma devo ammettere che la percentuale delle adesioni è più alta di quanto ci aspettassimo, raggiunge quasi il cinquanta per cento. Per noi questa parte del progetto ha un grande valore, è un grosso tentativo di favorire l?integrazione: lo straniero non è più un essere oscuro e incomprensibile ma una persona di cui si possono conoscere la lingua e le usanze, che a volte hanno delle affinità con le nostre. E i bambini l?anno scorso hanno risposto benissimo tanto che in quelle classi sono palesi l?accettazione e l?affetto. L?integrazione reciproca, come amo definirla io». Un tasto importante su cui batte Maria Corte è il coinvolgimento di tutti gli insegnanti delle classi che partecipano al progetto, che non è prerogativa solo dei bambini e dell?insegnante di arabo. Perché è nella vita di classe che i bambini riportano le esperienze e manifestano le loro idee quindi bisogna essere pronti a rispondere alle domande e gestire gli eventuali conflitti e le difficoltà. Per essere in grado di fare questo è necessario avere una certa apertura mentale e capacità di accettare i bambini stranieri con naturalezza. Spesso la dirigente invita i docenti a corsi di aggiornamento in comunicazione, gestione di gruppi e temi simili «perché anche un semplice atteggiamento o una postura, magari involontaria, del corpo possono esprimere rifiuto, fastidio o insofferenza e questo non deve succedere», conclude la direttrice. Chi è e che cosa fa Maria Corte, 49 anni, è direttrice del primo Circolo didattico di Mazara del Vallo, in provincia di Trapani. Per saperne di più: Scuole pubbliche I Circolo didattico, v. Luigi Vaccara, 23 91026 Mazara del Vallo (TP) tel. 0923.931858


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