Non profit
Come difendersi dai pirati di nomi
E' consigliabile capire se ci siano i presupposti per la tutela del marchio e della denominazione.
Faccio parte del direttivo di un?associazione onlus. Il problema è che il nostro nome (In dialogo) viene utilizzato indiscriminatamente in tutta Italia da altre associazioni che nemmeno conosciamo, e che spesso hanno atteggiamenti o comportamenti che disapproviamo. Il nostro logo (dove appare il nome) è registrato, ma non so se anche il nome lo è. A chi mi devo rivolgere per verificare? Come posso tutelare il nome dell?associazione?
Giovanna (email)
Potremmo immaginare di avere di fronte due scenari, uno agli antipodi dell?altro. Nel primo, voi reclamate e proteggete la denominazione, richiedendo ovunque una sua tutela, rafforzando tale richiesta con la regolare (e peraltro costosa) registrazione del marchio. In un secondo scenario, un soggetto distinto dalla vostra organizzazione reclama la libertà generale di ?chiamare? la propria realtà associativa con la denominazione che più ritiene opportuna.
In generale, la giurisprudenza più recente è orientata in direzione del primo scenario, dato che, come principio, si riconosce a qualsiasi soggetto giuridico il diritto ad avere un nome, ad usarlo, e di tutelarne l?uso esclusivo in caso di rischio di confusione. Partendo da tali principi, si è quindi inteso guardare agli interessi di due entità: la prima è l?associazione che promuove una certa attività facendosi conoscere (e, nel caso, apprezzare) da un certo pubblico (entro confini territoriali certi) sotto una denominazione e/o sigla che la identifica. È chiaro che un?esperienza consolidata su un certo ambito non può e non deve essere messa in gioco dalla confusione ingenerata da terzi che utilizzano nello stesso settore la stessa denominazione, magari agendo in modo difforme.
La seconda entità ?tutelata? dall?uso e – dove necessario – dall?uso esclusivo della denominazione è il pubblico, individuato, se volete, da una sua ?astrazione? di grande importanza, la fede pubblica. Spererei, per inciso, che la tutela della fede pubblica diventasse un principio, un riferimento etico imprescindibile del movimento non profit italiano, in quanto è interesse degli enti stessi che non si ingenerino confusioni in capo al pubblico che li sostiene.
Se il vostro campo d?azione coincide con quello dell?altra associazione che vi ha clonato la denominazione, è chiaro che il danno non viene arrecato solo a voi, ma anche a chi intende sostenere proprio voi, appunto il pubblico. Tutta la questione sembra quindi ridursi all?ambito territoriale e di attività dell?associazione ?usurpatrice?. Sta forse a voi l?onere della prova che l?attività della ?usurpatrice? viene da essa esercitata nel medesimo territorio da voi presidiato; non basta, credo, scrivere nello statuto che la vostra attività può essere svolta in tutta Italia, quando nella realtà non siete usciti – in termini realizzativi e di notorietà – da un ambito locale ristretto che non tocca né confina con quello di azione della associazione ?usurpatrice?. Sulla tutela del marchio non mi addentro, dato che non fornite abbastanza elementi sull?oggetto tutelato (ambito, forma, colori, se la denominazione riportata all?interno del marchio è tutelata in quanto elemento ?pittorico? o come denominazione a sé, etc ?).
Vi consiglio quindi di capire con l?aiuto di un legale se vi sono i presupposti generali e specifici della tutela del marchio e della denominazione, anche per comprendere l?oggetto reale della ?registrazione? del vostro marchio; sarebbe interessante capire (ma forse non è il vostro caso) se l?azione della usurpatrice non sia dettata da una mera volontà di ?disturbare? la pubblica fede, al fine di arrecarvi un danno sia morale (mettendo a rischio la vostra reputazione) che economico, conseguente al primo.
Il punto
Che fare se il nome della propria organizzazione viene utilizzato indiscriminatamente da altri, senza autorizzazione e a rischio di equivoci e confusioni? La strada è rivolgersi a un legale e verificare le modalità di tutela del proprio ?marchio?. A difesa di se stessi ma anche dei propri sostenitori
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