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Come comperare casa pagando 850 euro al metro
Le istituzioni pubbliche anticipano i finanziamenti. I futuri proprietari impegnano i weekend lavorando nei cantieri per due anni. Alla fine avranno 90 metri quadri per loro
La casa? Costruitevela da soli. Non è una boutade contro la bolla speculativa che sta rendendo impraticabile per la grande maggioranza delle persone il mercato immobiliare. è un?idea arrivata dall?America e messa in pratica in quattro comuni lombardi e che è già stata sperimentata in Umbria, Toscana ed Emilia. Un?idea che ha anche un nome: autocostruzione.
I primi cantieri partiranno entro settembre: si tratta di un progetto pilota nato da una singolare alleanza fra un?organizzazione non governativa (Alisei), gli enti locali (Regione Lombardia e quattro Comuni lombardi), una società di progettazione (Innosense) e l?Azienda lombarda edilizia residenziale (Aler) di Milano. I primi due bandi si sono chiusi a fine giugno nei comuni di Besana Brianza, Paderno Dugnano, Pieve Emanuele e Trezzo d?Adda. Erano due i requisiti per parteciparvi: un reddito sotto i 30mila euro e l?impegno ad armarsi di cazzuola e buona volontà per due anni consecutivi.
«Non si tratta di una partecipazione simbolica», sottolinea Stefano Giannuzzi, l?esperto di Aler che segue il progetto. «Le persone selezionate si recheranno tutti i fine settimana per due anni sul cantiere e daranno il proprio contributo alla costruzione, con la supervisione dell?impresa costruttrice e dei facilitatori».
I promotori dell?iniziativa sono Alisei, un?organizzazione non governativa che reinveste in Italia la sua esperienza di cooperazione attraverso l?autocostruzione nei Paesi in via di sviluppo e una società di progettazione, Innosense. Entrambi promettono cantieri chiusi in 24 mesi.
Ma quali sono i vantaggi? «Un costo al metro quadro di 850 euro», spiega lapidario Luca Mortara, fondatore di Innosense. A costruzione ultimata, famiglie e singoli entrano nell?abitazione (di norma 90 metri quadri organizzati su due livelli con tre camere, due bagni, cucina, soggiorno e posto auto), pagando un canone di 350 euro mensili. Con la possibilità, dopo 10 anni, di riscattare la proprietà a un prezzo fra i 65mila e i 77mila euro.
I quattro Comuni lombardi hanno individuato le aree in risposta a un appello della Regione e le hanno messe a disposizione a prezzi calmierati. Ad anticipare i costi della costruzione, per l?85%, è Aler. Il restante 15% è co-finanziato con fondi regionali. Negli ultimi cinque anni, secondo quanto rilevato dalla Banca centrale europea, i prezzi delle case in Italia sono aumentati del 45%. E, secondo fondazione Cariplo housing sociale, sono 60 mila le famiglie lombarde che fanno i conti con situazioni di disagio abitativo.
Ma chi saranno i primi fruitori dell?autocostruzione? Mauro e Piera: lui carrozziere senza uno stipendio fisso, lei casalinga, due figli. Il cantiere della loro casa è a Besana Brianza. Residenti a Trezzo d?Adda da dieci anni, pagano un affitto di 600 euro al mese più le spese. Spaventati dall?impegno di due anni nel quartiere? «Vorrà dire che invece di stare senza far niente nel fine settimana mi metterò a lavorare per la mia famiglia» dice lui, «spero vada tutto bene».
Quasi la metà delle persone selezionate ha un età compresa fra i 22 e i 35 anni. «Infatti tra i criteri c?era quello di favorire le giovani coppie», spiega Gianluigi Longoni, assessore ai Servizi sociali di Besana Brianza. La maggior parte (74%) ha un contratto di lavoro a tempo indeterminato. Per oltre l?80% si tratta di nuclei famigliari. Le richieste di adesione sono state 162, a fronte di 56 abitazioni disponibili.
Il più entusiasta degli autocostruttori si chiama Mustapha Diop, senegalese da 13 anni in Italia, un lavoro da metalmeccanico, residente a Trezzo con moglie e tre figlie piccole. In Comune ci bazzica quasi tutti i giorni, «perché mi piace tenermi aggiornato e partecipare», racconta. «Appena ho saputo di questa possibilità mi sono candidato. Lo faccio per i miei figli, voglio che abbiano qualcosa di sicuro».
«Fra gli scopi dell?autocostruzione c?è anche l?integrazione di immigrati che lavorano e sono in Italia con la loro famiglia», spiega Giorgio Colombo, assessore delle Politiche sociali di Trezzo, un comune che, oltre ad aderire a questa iniziativa, ha sperimentato l?approvazione di un piano regolatore partecipato. Fra gli autocostruttori, il 74% sono italiani. Il restante viene da altri Paesi. «Un ruolo chiave spetterà ai facilitatori, cioè persone abituate a gestire la mediazione interculturale che coordineranno il gruppo», sottolinea Ottavio Tozzo, presidente della ong Alisei. «La prima prova di convivenza sarà lavorare insieme per due anni nel cantiere». Alisei reinveste così in Italia una competenza acquisita nella cooperazione: nei Paesi africani, ma anche in Kosovo e in America Latina. «Per una volta abbiamo deciso di re-importare questa soluzione. I risultati nei cantieri già avviati in altre regioni italiane ci stanno dando ragione».
Parla Piero Borghini
Un altolà agli speculatori
Fra i sostenitori istituzionali dell?autocostruzione c?è anche un ex sindaco di Milano, Piero Borghini, oggi assessore alle Politiche per la casa della Regione Lombardia.
Vita: Assessore, perché la Regione ha lanciato questa nuova soluzione abitativa?
Piero Borghini: I pregi dell?autocostruzione sono almeno due: valorizzare il lavoro e ridimensionare il costo delle aree. Soprattutto in questo periodo di speculazione edilizia. Ma ci puntiamo anche come strumento per sostenere il diritto alla casa delle fasce più deboli e per favorire l?integrazione.
Vita: Ma perché c?è prudenza da parte dei Comuni?
Borghini: C?è il timore di svalutare i quartieri con l?edilizia popolare, ma perché non è stata ancora colta la novità della proposta, che in realtà è più vicina come modalità alla cooperativa. Alcune amministrazioni comunali hanno risposto dicendo di non avere aree adatte o adducendo la non conformità urbanistica. Ma è utile che sappiano che c?è la possibilità di un accordo: la Regione può venire loro incontro per cambiare la conformità.
Vita: La Bce ha evidenziato un aumento dei prezzi delle case in Italia del 45% negli ultimi cinque anni. La vostra mossa è una ripresa dell?iniziativa pubblica?
Borghini: Sì, anche perché il problema della casa si è ripresentato con un?acutezza che avevamo dimenticato. È tornato a essere un centro attorno cui si snodano problemi complessi, come la precarietà del lavoro, l?integrazione degli stranieri, la famiglia.
Vita: Complice anche il proliferare delle intermediazioni?
Borghini: Quella edilizia è la più grande bolla speculativa dei nostri tempi. Ma non si andrà avanti per molto così. Alla fine il mattone cadrà sulla testa di qualcuno.
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Il ?self made housing? venne sperimentato per la prima volta negli Stati Uniti che uscivano dalla grande depressione del 1929. Oggi negli Usa è ancora pienamente operativo un programma di sostegno all?autocostruzione: il Self-Help homeownership opportunity program, noto con l?acronimo Shop. Per l?Italia, grazie alla ong Alisei sono in corso progetti in Lombardia,Emilia, Umbria e Toscana.
Info:
www.autocostruzione.net
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