Welfare

Come Benjamin Button

di Flaviano Zandonai

Ringiovanire cammin facendo. E’ questo l’augurio che si potrebbe fare al nuovo Rapporto sull’impresa sociale uscito in questi giorni. Un pò come è accaduto per “il curioso caso di caso di Benjamin Button”, racconto di Fitzgerald trasposto con successo sul grande schermo dal regista David Fincher. La pubblicazione, infatti, nasce vecchia, centrata soprattutto sulle espressioni tradizionali dell’imprenditoria sociale, quelle di origine non profit (cooperazione sociale e altre organizzazioni non lucrative di tipo produttivo). Inoltre sconta il successo limitato della più recente normativa in materia che, per svariate ragioni (settori di attività ancora limitati e soprattutto vincolo troppo rigido alla distribuzione degli utili) pare anch’essa nata vecchia, se commisurata a espressioni di imprenditorialità sociale che mergono soprattutto in campo for profit. D’altro canto, consapevole dei propri limiti, il Rapporto delinea alcuni orizzonti di sviluppo e cerca di tracciare percorsi di avvicinamento a essi. Guarda a fenomenologie sviluppatesi in settori di attività diversificati e rilevanti (educazione, gestione di confische, welfare privato) e in contesti socioeconomici radicalmente diversi da quelli più conosciuti (i paesi dell’Europa dell’est e in transizione). Non disdegna di evidenziare i margini di miglioramento in sede gestionale (ad esempio la redazione degli statuti) e riporta al centro del dibattito un tema dimenticato e pure di grande attualità, ovvero la dinamica dell’impresa sociale nel mercato del lavoro globalmente inteso (non solo quello riferito a fasce deboli della popolazione coinvolte come utenza). Infine il Rapporto paga, volentieri, dazio all’innovazione però su solide basi empiriche che guardano soprattutto all’efficacia dei network per dare forma (e sostanza) a strategie e azioni innovative. Ora tutto sta nel voler percorrere le strade tracciate, cercando di alimentare un dibattito non solo in sede scientifica ma anche di policy making. E non solo in ambito nazionale. Rimaner fermi a conteplare le magnifiche sorti dei modelli storici dell’imprenditoria sociale non serve a nessuno (neanche alle organizzazioni oggetto di ammirazione). D’altro canto l’apertura senza la consapevolezza di quanto fin qui realizzato porta dritti all’omologazione. Staremo a vedere. Intanto auguriamo al rapporto un sereno ringiovanimento.

p.s. è un post autoreferenziale, lo so.

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