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Come aiutare un bimbo plusdotato come Giulio, che a 11 anni frequenta le superiori
Giulio è un bimbo gifted, un plusdotato: ha undici anni, vive in Puglia e frequenta la prima superiore. Al di là delle apparenze, il vissuto di bambini come lui può essere insidioso. Lara Milan, autrice del libro Plusdotazione e talento (Erickson) spiega come aiutarli ad esprimere al meglio e con serenità le proprie competenze
Giulio è un bimbo gifted, un plusdotato: ha undici anni, la sindrome di Asperger e un quoziente intellettivo 146 (quello medio è intorno ai 100). Concluse le scuole elementari, ha intrapreso un percorso che gli permetterà di diplomarsi presso l'istituto di istruzione superiore Enrico Medi di Galatone, in provincia di Lecce, a soli 16 anni.
Cos’è la giftedness (plusdotazione)?
Il termine giftedness (plusdotazione) viene utilizzato per descrivere un insieme di caratteristiche genetiche, psicologiche e comportamentali che caratterizzano i bambini e ragazzi gifted, che costituiscono circa il 2% della popolazione scolastica.
Nel contesto internazionale esistono molte concezioni e definizioni di giftedness (plusdotazione) e quella più diffusa è quella della National Association for Gifted Children che definisce i bambini gifted come coloro che, se confrontati con i loro coetanei, hanno il potenziale per mostrare livelli eccezionali di performance in una o più delle seguenti aree: abilità intellettiva generale, specifica attitudine scolastica, pensiero creativo, attitudine alla leadership, arti visive e dello spettacolo" (National Association for Gifted Children).
Come spiega Lara Milan, autrice del libro Plusdotazione e talento. Cosa fare e non (Erickson, 2023), «la giftedness non deve essere confusa con il modo in cui viene misurata, in quanto il QI è solo uno dei parametri per identificarea un soggetto plusdotato. Il QI non è la giftedness ma solo un fatto re che indica che la giftedness può esistere. In sostanza, il ragazzo plusdotato non solo ha un’intelligenza quantitativamente diversa ma anche qualitativamente una modalità di funzionamento differente, che si contraddistingue per la capacità di pensare in modo divergente e creativo, risolvere problemi complessi, pensare in maniera astratta, apprendere rapidamente processando una grande mole di dati e di farlo più velocemente degli altri».
Come aiutarle questi bambini e ragazzi?
Nel libro l’autrice offre un’analisi dei bisogni che si riscontrano nei ragazzi plusdotati della scuola secondaria di primo grado – ma che possono essere osservati anche negli alunni della primaria e della secondaria di secondo grado (e oltre): in 15 capitoli, espone la ragione di ciascun bisogno ("Perché fa così?"), a cui seguono indicazioni per l’insegnante sugli atteggiamenti e le strategie da adottare ("Cosa fare") e da evitare ("Cosa non fare"), e fornisce infine strumenti su come intervenire su alcuni aspetti cruciali.
Come sottolinea Lara Milan, spesso «il mancato riconoscimento dei bisogni educativi speciali degli studenti gifted determina una continua carenza di stimoli che può far insorgere problemi di comportamento e di adattamento. È compito di ogni insegnante e adulto creare un ambiente di apprendimento stimolante, motivante e incoraggiante, in quanto solo con interventi educativi adeguati il ragazzo può sviluppare appieno il suo potenziale e avere uno sviluppo armonico».
Falsi miti, pregiudizi e plusdotazione
· Non è vero che… Tutti i ragazzi sono gifted.
Tutti gli studenti hanno dei punti di forza, ma non tutti sono gifted.
· Non è vero che… Gli studenti gifted e di talento costituiscono un gruppo omogeneo che presenta caratteristiche psicologiche e di personalità uguali.
Gli studenti gifted sono diversi tra loro e quindi non è possibile avere un approccio univoco alla plusdotazione.
· Non è vero che… Gli studenti gifted e di talento ottengono voti scolastici alti, riescono bene in tutto ciò che fanno.
Gli studenti con capacità elevate possono ottenere dei risultati inferiori alle aspettative a causa della mancanza di motivazione, di interesse e dell’assenza di attività sfidanti, ad esempio.
· Non è vero che… Gli studenti gifted amano andare a scuola e affrontano ogni giorno di lezione con entusiasmo.
Gli studenti gifted spesso sperimentano noia e frustrazione in classe, infatti il loro ritmo di apprendimento può essere molto più veloce rispetto ai coetanei.
· Non è vero che… Gli studenti gifted e di talento si impegnano per il raggiungimento dei loro obiettivi.
Gli studenti gifted si confrontano quotidianamente con esperienze di apprendimento poco impegnative e non si allenano alla fatica, spesso poi quando incontrano una sfida, alcuni sperimentano una perdita di fiducia nelle proprie capacità con conseguente diminuzione del rendimento.
· Non è vero che… Insegnare agli studenti gifted è più facile.
Insegnare agli studenti gifted non è più facile o più difficile, ciò che fa la differenza è la preparazione dei docenti in Gifted and Talented Education.
· Non è vero che… Gli studenti gifted non hanno bisogno di aiuto da parte dei docenti e di servizi educativi specializzati.
Gli studenti gifted, come tutti gli studenti, hanno bisogno e diritto ad avere insegnanti che li stimolino e li supportino adeguatamente.
· Non è vero che… Tutti gli studenti gifted conseguiranno il successo nella vita.
La giftedness non è garanzia di successo, né a livello scolastico né lavorativo.
· Non è vero che… Gli studenti gifted e di talento dovrebbero essere di aiuto agli altri.
Spesso i docenti utilizzano con gli studenti gifted sia il peer tutoring (tutoraggio tra pari). Questa strategia sembra però avere molti svantaggi per lo studente gifted.
· Non è vero che… Uno studente DSA non può essere gifted.
Alcuni studenti gifted possono avere anche un disturbo dell’apprendimento, o altre difficoltà. Spesso la loro disabilità e i loro doni si mascherano a vicenda, correndo il rischio di non-diagnosi.
· Non è vero che… Le competenze avanzate degli studenti gifted sono determinate dai genitori.
No, tale visione disconosce la natura stessa della giftedness.
Distinzione fra studenti brillanti e studenti gifted
«Raramente gli studenti gifted sono bravi in tutto», osserva Lara Milan. «In genere hanno un’area di eccellenza e possono addirittura avere un renmento scolastico nella media nelle altre materie curricolari. Pertanto, i termini «genio» o «nerd» con i quali purtroppo vengono chiamati sono inappropriati, sia che vengano utilizzati da ragazzi che da adulti».
Inoltre, «esistono delle differenze sostanziali tra studenti brillanti e studenti gifted, ad esempio i primi sono alunni attenti, che si impegnano molto, imparano con facilità dopo un certo numero di ripetizioni, conoscono le risposte ai quesiti posti. Gli studenti gifted sono invece estremamente curiosi, intuitivi, non si accontentano delle spiegazioni ricevute e pongono continuamente domande, alle volte anticipando le risposte, altre volte dimostrando di avere già delle competenze avanzate in un determinato ambito (e non comuni per la loro età). Spesso giungono a deduzioni originali: per loro la ripetizione di concetti è quindi superflua».
In apertura, un frame dal film Gifted – Il dono del talento, una pellicola del 2017 diretto da Marc Webb. Ha come protagonisti Chris Evans, Mckenna Grace, Lindsay Duncan, Jenny Slate ed Octavia Spencer. La trama segue la vita di una bambina di 7 anni dotata di una notevole capacità intellettuale, che diventa oggetto di una battaglia legale per la sua custodia tra suo zio e sua nonna.
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