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Colpevoli di slavina? In galera

di Redazione

‘Ndrine. È scomparsa a Milano. Si chiama Lea Garofalo, è una pentita della ‘ndrangheta. Nel 2005 le hanno ucciso il fratello Floriano: per questo omicidio, lei ha accusato direttamente il suo ex convivente. Dopo un iniziale periodo di protezione, si è allontanata dalla località protetta, e ha perso il diritto, nel 2006, alla tutela. Solo un ricorso al Consiglio di Stato le ha dato ragione e permesso di essere riammessa alla protezione, a cui ha nuovamente rinunciato. Perché? Non è chiarissimo. Senza protezione nel 2009 è tornata a vivere a Campobasso. Insieme a Denise, sua figlia, è arrivata poi fino a Milano per incontrare ancora il suo ex convivente. È stato lui a pagarle l’albergo. Poi la sera del 24 novembre si sono perse le sue tracce. Caduta in una trappola?
Debiti. Giacomo Brambilla, celebrato dai suoi amici come il “re dei benzinai”, è stato ucciso in un modo barbaro in un’armeria di Como. A compiere il delitto Alberto Arrighi, titolare del negozio, che ha prima sparato al benzinaio, poi lo ha decapitato e posto la testa nel forno della pizzeria del suocero. L’armiere, che aveva chiesto 90mila euro al benzinaio per dei debiti accumulati col negozio, ha confessato il delitto, denunciando però mesi di “coercizioni psicologiche”.
Battute. Durante una battuta nella tenuta dei conti Della Gherardesca è morto Giuseppe Orlando, figlio della contessa Sibilla. Orlando era il capocaccia della battuta e sarebbe rimasto vittima dei colpi di un altro cacciatore. Prima di scendere dalla sua postazione, infatti, avrebbe comunicato i suoi spostamenti via radio, ma solo i battitori e i guardacaccia, e non gli altri cacciatori, avevano la ricetrasmittente.
Valanghe. Il sole di febbraio ha portato un fine settimana tragico sulle Alpi. Otto morti in Italia, ben 15 in Svizzera. Le condizioni climatiche contano, ma a ben guardare conta anche la nuova moda della montagna: ciaspole e snowboard, oltre che la stupidità del fuoripista. Evidentemente lo sci di discesa sulle piste è controllato e regolato e anche in giorni climaticamente rischiosi è sicuro. I gravissimi incidenti arrivano invece dalla ricerca della neve fresca, con lo snowboard ai piedi, con le ciaspole o con gli sci classici? Il governo ha reagito presentando un emendamento al decreto legge sulle emergenze in discussione al Senato che prevede il carcere a chi provoca una valanga e 5mila euro di multa per chi ignora le indicazioni del Bollettino della neve. Ma già ora la legge punisce questo tipo di reati, attraverso l’omicidio colposo.

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