Volontariato

Colossi petroliferi e Terzo Mondo, Save The Children dà i voti

La ong internazionale ha realizzato un dossier sulla trasparenza delle compagnie

di Ida Cappiello

Molti paesi in via di sviluppo ricevono ingenti somme di denaro dalle compagnie petrolifere e del gas,  a fronte della concessione del diritto di estrazione.Tuttavia questi soldi, anziché contribuire al miglioramento delle condizioni di vita delle popolazioni, hanno spesso finanziato conflitti, indebolito lo sviluppo economico e accresciuto la povertà. I bambini sono i più esposti alla cronica mancanza di investimenti in salute ed educazione. Save The Children ha presentato l dossier ?Beyond the Rhetoric. Measuring revenue trasparency in the oil and gas industries? il 17 marzo, in contemporanea con il meeting di Londra dell? Extractive Industries Trasparency Initiative (EITI, iniziativa per la trasparenza nel settore estrattivo), dove i rappresentanti delle maggiori compagnie e dei governi hanno discusso su come accrescere la rendicontabilità delle enormi rendite legate all?estrazione del greggio e del gas. Utilizzando il  ?Misuratore di Trasparenza?, un sistema di valutazione messo a punto con esperti indipendenti, Save the Children ha sottoposto a verifica 25 società petrolifere e di estrazione del gas  e 10 governi a cui quelle compagnie fanno riferimento. Le 25 compagnie petrolifere e del gas prese in esame dal dossier sono: Talisman, Transatlantic, Shell, Chevron Texaco, Nexen Inc., BP, Statoil, Exxon Mobil, Unocal, Paladin Resources, Lion Energy, Norsk Hydro, Amerada Hess, Conoco Phillips, Eni SpA, Devon Energy, Santos Ltd., Woodside Petroleum, Repsol YPF, Premier Oil, Total, CNPC, Lukoil, Petro China and Petronas. 6 i paesi teatro delle loro operazioni e attività: Angola, Azerbaijan, Timor Est, Indonesia, Nigeria, Venezuela. Il risultato finale, ovvero il livello generale di trasparenza, è basso: 23 compagnie su 25 si attestano al 30%. L?italiana Eni Spa  è quindicesima in graduatoria con un valore poco aldisotto del 20%.  In coda alla classifica generale la cinese PetroChina e la malaysiana Petronas, entrambe al 3%. In testa invece le canadesi Talisman Energy (69%) e Transatlantic Petroleum (44%). Il buon risultato di queste due compagnie si deve non solo alla individuale volontà di rendere note le cifre delle tasse, bonus e diritti pagati ai paesi in cui sono operative, ma anche alla legge canadese in materia. Fra i governi presi in esame invece, solo quello canadese pone alle aziende petrolifere che ricadono sotto la sua giurisdizione dei precisi vincoli di rendicontazione dei propri bilanci. Informazioni: www.savethechildren.it


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