Welfare

Colombia, vivere senza diritti. Una storia “normale”

La popolazione di San Vicente del Caguan è martoriata dai soprusi di guerriglieri e paramiliatari. Il racconto di Amnesty International

di Redazione

Da oltre 40 anni la Colombia è devastata dalla guerra civile fra guerriglieri folomarxisti e il governo di Bogotà sostenuto da squadre di paramilitari di destra. Nel mezzo ci sono i campesinos, accusati dalle due parti di sostenere l’altra. Amnesty International racconta come si vive in una di queste comunità di contadini, quella di San Vicente del Caguan Etichettati come sostenitori della guerriglia da parte delle forze di sicurezza e dei loro alleati paramilitari; esposti alle rappresaglie dei gruppi di opposizione armata; abbandonati dalle istituzioni statali e dalla comunità internazionale, gli abitanti di San Vicente del Caguán – e di quella che una volta era conosciuta come zona demilitarizzata – stanno subendo il crescente aumento della violenza e degli abusi dei diritti umani ad opera di tutte le parti in conflitto. In un nuovo rapporto diffuso oggi, Amnesty International evidenzia il dramma della popolazione civile dell?area che ha ospitato i colloqui di pace tra il governo colombiano e il principale gruppo armato della guerriglia, le Forze armate rivoluzionarie della Colombia (FARC). L?area è rimasta sotto il controllo effettivo delle FARC per tre anni, dall?ottobre 1998 al febbraio 2002, dopo il ritiro dell?esercito, requisito indispensabile per l?avvio dei negoziati di pace (*). “Le comunità della zona demilitarizzata non sono mai state consultate sulla sua istituzione e non hanno avuto altra scelta se non quella di coesistere con le FARC. Ora, a causa di questa coesistenza, sono etichettate come simpatizzanti della guerriglia e vanno incontro a gravi violazioni dei diritti umani? – ha dichiarato Amnesty International. “La popolazione della ex zona demilitarizzata è a tutti gli effetti intrappolata in una terra di nessuno dove le autorità statali hanno abdicato alle loro responsabilità di proteggere i propri cittadini e dove i civili sono vulnerabili agli abusi compiuti da entrambe le parti in conflitto per assicurarsi il controllo dell?area? – ha aggiunto l?organizzazione, osservando come la violenza politica nell?area si sia intensificata dopo il fallimento del processo di pace. Dall?interruzione dei colloqui di pace, il 20 febbraio 2002, l?Ufficio del difensore civico per i diritti umani di San Vicente ha registrato 17 uccisioni per motivi politici, cui vanno aggiunte altre 78 segnalate dalle altre quattro municipalità dell?ex zona demilitarizzata. I dati effettivi potrebbero essere più elevati, ma sono difficili da ottenere a causa delle difficoltà di accesso a molte aree rurali. Le notizie sulle violazioni dei diritti umani provenienti dall?area comprendono anche torture e maltrattamenti ad opera delle forze di sicurezza, ripetute minacce alle comunità civili accusate di schierarsi ora con la guerriglia ora con le forze armate e l?utilizzo di bambini in qualità di informatori. Le FARC continuano a reclutare bambini nei propri ranghi. Lo scontro aperto rimane limitato e le due parti sembrano essere impegnate in strategie preliminari per assumere informazioni e indebolire il supporto al nemico fra le comunità locali. Da un lato, l?attività delle FARC sembra essere finalizzata ad intimorire la popolazione civile costringendola alla sottomissione e a rendere l?area ingovernabile, attraverso minacce e ripetuti attacchi contro le autorità locali. Dall?altro, le forze di sicurezza continuano a etichettare come collaboratori della guerriglia molti cittadini rispettosi della legge, ponendoli così a rischio di rappresaglie da parte dei paramilitari, che stanno accrescendo la loro presenza nelle altre municipalità dell?ex zona demilitarizzata. “La popolazione dell?ex zona demilitarizzata non solo è stata abbandonata dalle autorità colombiane ? che non hanno mantenuto le loro promesse di supporto economico e politico ? ma anche, aggiungendo al danno la beffa, dalla comunità internazionale, che aveva invece prestato molta attenzione alle vicende della zona durante il processo di pace? – ha dichiarato Amnesty International. “Anche ora che si sono spenti i riflettori della stampa di tutto il mondo, la comunità internazionale deve continuare a controllare la situazione dei diritti umani nell?area, insistendo affinché le autorità colombiane adottino misure adeguate per proteggere i civili ed entrambe le parti in conflitto rispettino il diritto internazionale in materia di diritti umani” ha concluso Amnesty International. (*) La zona demilitarizzata era stata creata nel 1988 dall?allora presidente Pastrana per facilitare i negoziati di pace con le FARC. La demilitarizzazione dell?area era stata chiesta dalle FARC come precondizione per l?avvio dei negoziati ed era rimasta in esistenza fino alla fine dei colloqui di pace il 20 febbraio di quest?anno. L?area, estesa grosso modo quanto la Svizzera, comprendeva cinque municipalità: Mesetas, Vista Hermosa, Uribe e La Macarena nella regione di Meta, e San Vicente del Caguán nella regione di Caquetá.


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