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Colombia: terra di eserciti e contraddizioni
La Colombia é considerato il Paese più violento del mondo.
di Redazione
Nonostante i fiumi di inchiostro usati da scrittori autorevolissimi come Gabriel Garcia Marquez nessuno è ancora stato in grado di spiegare a fondo le contraddizioni di questo paese sudamericano. La guerra civile, che da trent?anni contrappone i vari governi e la guerriglia, ha causato 130 mila vittime e un milione e mezzo di profughi, ma le trattative di pace non hanno mai portato a una tregua definitiva. Dove non arriva l?esercito o i guerriglieri, comandano i sicari dei vari cartelli di droga, i gruppi paramilitari che affiancano l?esercito e la delinquenza comune. Ormai la Colombia è considerato il Paese più violento al mondo.
Il 20% della popolazione (37 milioni) è indigente e il 43% vive sotto la soglia della povertà assoluta. La guerriglia controlla ormai la metà del territorio nazionale, autofinanziandosi attraverso il narcotraffico (un business di 16 miliardi di dollari annui) e ogni anno si teme che gli Stati Uniti decidano un intervento militare per combattere il narcotraffico. Recentemente Barry McCaffrey, lo ?zar? antidroga nominato dal presidente americano Bill Clinton, dopo un viaggio d?ispezione condotto in Colombia, ha chiesto di triplicare gli aiuti militari al Governo di Bogotà come parte di un più vasto piano di lotta al narcotraffico su tutto il continente anche se sono già presenti in loco 300 consiglieri militari specializzati nella lotta al narcotraffico (ma anche in controguerriglia) e 100 agenti della Dea e della Cia.
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