Non profit
Collocamento obbligatorio: così cambiano le quote
Ecco cosa prescrive la nuova legge alle aziende
Sono il titolare di un?azienda che non opera nel settore non profit e che ha nel proprio organigramma aziendale 25 dipendenti. Di recente ho letto che è stata approvata la nuova legge sul collocamento obbligatorio. Gradirei sapere se anche la mia azienda è interessata a tale provvedimento legislativo.
F. R. (Ra)
Risponde Giulio D?Imperio
Preciso subito che la sua azienda è certamente interessata dalla nuova normativa che riguarda il collocamento obbligatorio. Tale disposizione legislativa è identificabile con la Legge n. 68 datata 12 marzo 1999 ed è stata pubblicata poi sulla Gazzetta ufficiale, serie generale, del 23 marzo del 1999. L?approvazione definitiva in Parlamento l?ha avuta dopo più di un anno da quando il disegno di legge ha iniziato il normale iter relativo ad una normale approvazione. Secondo quanto previsto da tale normativa, sono obbligate a ricorrere al collocamento obbligatorio anche le aziende aventi un numero di dipendenti superiore a 15 unità, tanto da suddividere le stesse aziende obbligate a ricorrere al collocamento obbligatorio, in tre gruppi definiti. Il primo gruppo comprende le aziende che hanno un numero di dipendenti tra le 15 e le 35 unità e che sono obbligate ad assumere un?unità disabile. Mentre il secondo gruppo riguarda le aziende con un numero di dipendenti compreso tra i 36 e i 50 a cui è stato posto l?obbligo di assumere un numero di 2 unità.
Infine, il terzo gruppo riguarda invece le aziende che hanno un numero di dipendenti superiore alle 50 unità e che dovranno assumere il 7 per cento dei lavoratori occupati. È stato precisato che, per quanto attiene le aziende che hanno nel proprio organigramma un numero di dipendenti compreso tra le 15 e le 35 unità, categoria nella quale rientra appunto la sua azienda, l?obbligo di dover effettuare assunzioni obbligatorie decorre dopo 15 mesi dall?entrata in vigore della Legge 68/1999 e solo nel caso in cui dovessero essere effettuate nuove assunzioni.
Direi pertanto che da un lato non è assolutamente il caso di allarmarsi dall?altro lato è consigliabile però iniziare quanto meno ad organizzarsi in tal senso in modo da non trovarsi poi completamente spiazzati.
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