Famiglia
Collaudo riuscito ma ora serve più benzina
Molte funzioni, ma pochi effettivi poteri. Per Lorenzo Ornaghi urge un rafforzamento dellorganismo. Che farebbe bene a tutto il non profit
Ci voleva davvero un presidente con la passione del fare com?è Lorenzo Ornaghi, per rendere l?Agenzia per le onlus quello che è diventata oggi. Nel momento in cui lascia il suo mandato quinquennale – il primo del neonato organismo di promozione, indirizzo e vigilanza del terzo settore, dunque anche il più difficile – il professore non nasconde un bilancio positivo, sia dal punto di vista istituzionale che umano.
E c?è da credergli: sul piano personale ha lavorato rinunciando al proprio compenso, devoluto per sostenere borse di studio. Sul piano istituzionale, poi, i ?numeri? della pur gracile Agenzia sono cresciuti esponenzialmente raggiungendo standard invidiabili. Il bilancio 2005 delle attività segnalava quasi 2mila richieste di pronuncia da diverse realtà istituzionali e private, fra cui circa 1.500 pareri emessi sulle proposte di cancellazione di false onlus. Senza contare il nuovo Protocollo d?intesa con la Guardia di Finanza per la vigilanza, e inoltre l?attività di indirizzo e promozione, dalla ricerca sulla ?giungla? di registri che affligge il non profit fino al recente approfondimento sulla qualifica delle case di riposo.
Ma il vero ?tesoro? che Ornaghi e i suoi consiglieri lasciano ai futuri componenti dell?Agenzia sono soprattutto due libri, il Libro Bianco e il Libro Verde, presentati lo scorso ottobre, che rappresentano la fotografia e il piano di riforma da cui partire per far marciare il terzo settore italiano nei prossimi anni.
Vita: Che Agenzia per le onlus lascia, professore?
Lorenzo Ornaghi: Un organismo che è cresciuto e si è fatto strada tra numerose difficoltà, non ultima quella di essere nuovo nel panorama istituzionale italiano. Certamente si tratta di una creatura ancora fragile, a cominciare dalle risorse e dal personale su cui può contare. Esisteva ed esiste ancora un rapporto inadeguato tra le funzioni attribuite all?Agenzia e i suoi effettivi poteri, ed è anche dal suo rafforzamento che passa la regolazione e il sostegno del non profit italiano. D?altra parte, la crescita dell?Agenzia in questi anni ha anche permesso una crescita di consapevolezza, tra le istituzioni e l?opinione pubblica, del ruolo del terzo settore e del fatto che sia un elemento indispensabile per il domani del nostro Paese.
Vita: Non sono mancate ?frizioni? con l?altra agenzia preposta al controllo del non profit, quella delle Entrate?
Ornaghi: Un vecchio diplomatico direbbe che c?è stato un colloquio franco. E soprattutto costante. Cosa che ha permesso, nel tempo, di conoscersi. Parte delle difficoltà di questo dialogo dipendono da un ?vizio genetico?, quello delle procedure burocratiche di controllo degli enti. La possibilità, da parte nostra, di emettere soltanto pareri «obbligatori ma non vincolanti » ha determinato a volte il totale silenzio delle altre istituzioni, quando la procedura dovrebbe almeno garantire una risposta.
Vita: L?Agenzia per le onlus è stata recentemente chiamata a esprimersi in una trasmissione tv sulla vicenda Ccs, la onlus di Genova i cui vertici sono accusati di aver sottratto risorse alla beneficenza. Significa che per l?opinione pubblica l?Agenzia è diventata un baluardo di controllo?
Ornaghi: Penso che questo ruolo di vigilanza possa essere utilmente sottolineato senza peraltro chiedere all?Agenzia ciò che essa non può dare, cioè la capacità di effettuare un controllo capillare. Si parla di ?vigilanza promozionale?, perché l?aspetto del vigilare non può essere scisso dal promuovere, altrimenti il controllo, che pure è doveroso, sarebbe solo un?affermazione retorica. Soprattutto se si compara la consistenza dell?Agenzia per le onlus con la Charity Commission inglese. Certamente, però, si può promuovere uno stretto collegamento con strutture funzionalmente più impegnate nel controllo, come la Guardia di Finanza.
Vita: Cosa ne pensa del 5 per mille?
Ornaghi: Sono favorevole, perché sottrae molte realtà minori alla ricerca spasmodica di finanziamenti e garantisce al cittadino di dare a chi conosce direttamente. Si tratta di valutare se, in questo meccanismo, un coinvolgimento diretto dell?Agenzia non sarebbe stato un elemento significativo. Sul fronte delle altre misure di promozione, vedo nella +Dai -Versi un altro elemento utile e che può essere raffinato ulteriormente. La combinazione di queste misure può servire molto, insieme alle sinergie con le fondazioni.
Vita: Qualche avviso da lasciare ai prossimi inquilini di via Rovello?
Ornaghi: Credo che la conoscenza delle funzioni dell?Agenzia debba crescere ancora, soprattutto tra le altre istituzioni. E mi auguro che non ci sia un eccesso di politicizzazione, nel senso che più si riesce a tenere – e scomodo un termine ?nobile? – l?ethos dell?Agenzia, più questa funzionerà al meglio non nella promozione, ma anche nella vigilanza. Infine, un invito che nasce dal bel ricordo personale che ho di questi anni. Ho incontrato così tanta passione umana e civile tra queste organizzazioni, tra le persone che ne fanno parte. Perciò ritengo che il mandato dell?Agenzia cominci proprio da loro, nella difesa costante di questi valori.
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