Formazione

Colf e badanti, istruzioni per la sanatoria

A settembre prevista la regolarizzazione per colf e badanti e l'entrata in vigore della legge Bossi-Fini.

di Benedetta Verrini

L?appuntamento per la regolarizzazione di colf e badanti è per settembre. Per quel periodo è prevista l?entrata in vigore della legge Bossi-Fini (approvata definitivamente dal Senato l?11 luglio, ma non ancora promulgata dal presidente della Repubblica). Ma c?è di più: la regolarizzazione coinvolgerà anche lavoratori stranieri diversi da colf e badanti, grazie a un decreto legge che il Governo si è impegnato a emanare contemporaneamente. Le tappe della procedura illustrate dal responsabile dell?area nazionale della Caritas Italiana, don Giancarlo Perego, e dal responsabile immigrazione Arci, Filippo Miraglia. Difficile dare cifre precise, ma riteniamo che a recarsi agli sportelli delle Poste per richiedere la regolarizzazione, a settembre, ci saranno almeno 200mila tra colf e badanti, e circa 300mila lavoratori subordinati. Mezzo milione di persone è un numero considerevole. Per questo la Caritas e tutte le organizzazioni di volontariato del settore si stanno organizzando per creare una rete di supporto e consulenza per la compilazione dei documenti e la gestione dei rapporti con le ex prefetture». Don Perego dà il quadro dell?autunno caldo che attende cittadini extracomunitari, datori di lavoro e amministrazioni. Tra fine agosto e primi di settembre, infatti, la Bossi-Fini sarà pubblicata in Gazzetta Ufficiale, e 15 giorni dopo entrerà in vigore. A quel punto – come chiarisce anche la circolare n.13 del ministero dell?Interno emanata il 19 luglio – le richieste di regolarizzazione di tutte le colf e badanti dovranno essere fatte entro i due mesi successivi; quelle per gli altri lavoratori subordinati forse avranno un termine più breve, si parla di un mese. «Sarà la fase più critica», spiega Miraglia, «perché i ?kit? di richiesta di regolarizzazione dovranno essere ritirati agli uffici postali e lì riconsegnati. Alla Posta, però, non ci sarà nessun punto informativo, né addetti in grado di chiarire dubbi o di rilevare irregolarità nei documenti. Questo aspetto potrà creare problemi e ritardi». Caritas e Arci raccomandano di conservare con cura il tagliando dell?assicurata rilasciata dall?ufficio postale: «Questo tagliando è importantissimo, perché attesta che il cittadino extracomunitario ha fatto domanda di regolarizzazione e ne impedisce l?espulsione» spiega don Perego. «Con questa ricevuta, in attesa della risposta dall?Ufficio territoriale del governo-Utg, l?extracomunitario potrà anche uscire dall?Italia e poi rientrare». Nel kit c?è il modello di domanda di regolarizzazione, il bollettino per il versamento del contributo forfettario (circa 300 euro), la busta prestampata dove inserire la documentazione, il cedolino dell?assicurata e le istruzioni. Le spese postali ammontano a 40 euro. Una volta sbrigata la procedura di consegna dei moduli e il pagamento dei contributi all?ufficio postale, l?interessato deve attendere dall?Utg e dalla Questura l?esito dell?esame della documentazione. Se non ci sono motivi ostativi (si veda il box a fondo pagina), l?Utg provvede a invitare le parti a presentarsi presso un apposito sportello, in cui datore di lavoro e lavoratore potranno svolgere la regolarizzazione (attribuzione del codice fiscale e della posizione contributiva, firma del contratto di lavoro, rilascio del permesso di soggiorno). Come è noto, è possibile fare richiesta di regolarizzazione di una sola colf per famiglia, per le badanti invece non sono stati posti limiti numerici (in tal caso, però, è necessario allegare una certificazione medica sullo stato di salute degli assistiti). «Siamo preoccupati per la condizione di fragilità e ricattabilità in cui si troveranno molti lavoratori» commenta Miraglia, «basti pensare a quanti tenteranno di falsificare la propria situazione lavorativa, o si piegheranno a condizioni di lavoro molto sfavorevoli, pur di conservare quella continuità nel rapporto che garantisce la loro permanenza in Italia». «Abbiamo chiesto alle autorità di vigilare perché vengano tutelati i diritti di tutti» aggiunge don Perego. «In particolare, raccomandiamo a tutti gli extracomunitari di non rivolgersi a privati che, in cambio di cifre astronomiche, offrono la loro consulenza per la compilazione dei moduli. Abbiamo già notizia di agenzie e studi di commercialisti che in Veneto offrono la ?regolarizzazione? per 1000 euro. La regolarizzazione non costa nulla, a parte il contributo pagato dal datore di lavoro e le spese postali». I ?kit? per la regolarizzazione I plichi contenenti i moduli per la presentazione delle dichiarazioni saranno disponibili presso tutti gli uffici postali (14mila sportelli su tutto il territorio), al momento dell?entrata in vigore della legge (e del decreto legge relativo alla regolarizzazione degli extracomunitari irregolari che prestano lavoro subordinato), prevista per i primi giorni di settembre. Sono costituiti da: – una busta prestampata, su cui specificare la provincia della Prefettura-Utg cui è diretta la dichiarazione. In essa dovrà essere inserita tutta la documentazione e gli eventuali allegati – un modulo per la dichiarazione, – un bollettino di conto corrente, necessario per effettuare il pagamento del contributo forfettario (300 euro ca.), – una cedola-ricevuta, che dovrà essere conservata a dimostrazione della presentazione della dichiarazione, – dalle relative istruzioni. Categorie escluse Non potranno essere regolarizzati i rapporti di lavoro degli extracomunitari: 1- nei confronti dei quali sia stato emesso un provvedimento di espulsione per motivi diversi dal mancato rinnovo del permesso di soggiorno; 2- che risultino segnalati, anche in base ad accordi o convenzioni internazionali in vigore in Italia, ai fini della non ammissione nel territorio dello Stato; 3- che risultino denunciati per uno dei reati indicati negli articoli 380 e 381 del codice di procedura penale (relativi agli arresti obbligatori o facoltativi in flagranza), salvo che i relativi procedimenti si siano conclusi con un provvedimento che esclude il reato o la responsabilità dell?interessato, ovvero risultino destinatari dell?applicazione di una misura di prevenzione, salvi in ogni caso gli effetti della riabilitazione. Info: Informazioni pratiche e giuridiche sulla Bossi-Fini: Ministero degli Interni Caritas Italiana Arci


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