Politica
Coldiretti: sulla Finanziaria più consociativismo che concertazione
E quanto ha affermato il presidente della Coldiretti Paolo Bedoni al Consiglio Nazionale della principale Organizzazione degli imprenditori agricoli
di Redazione
?E? forte infatti l?impressione che nel determinare la struttura della Finanziaria 2007 abbiano pesato in modo determinante e fuorviante preoccupazioni di ?patto? o ?contratto sociale? di vecchio stampo, rispondendo più ai richiami di una società veteroindustriale in cui tutto ruotava intorno alle logiche e agli equilibri del sistema delle relazioni tra sindacati confederali e Confindustria e non agli stimoli e alle sollecitazioni di una società che è invece più composita, più articolata e più moderna. E? quanto ha affermato il presidente della Coldiretti Paolo Bedoni al Consiglio Nazionale della principale Organizzazione degli imprenditori agricoli nel sottolineare che è ?giusta la scelta di una Finanziaria, che ci metta nelle condizioni di essere partner credibile ed affidabile nell?ambito dell?Unione Europea. A posto con i conti e in grado di rispettare gli impegni? ma il ?panorama diventa più nebuloso ed i giudizi meno scontati? per ?il modo in cui questi obiettivi di ?rientro? nei parametri del patto di stabilità vengono raggiunti?. ?Pensare oggi che sono ancora gli equilibri veteroindustriale e veterosindacali quelli sui quali si giocano i destini di un Paese come il nostro è veramente – ha sostenuto il presidente della Coldiretti – un grave errore di lettura politica del modello di società che si va delineando sia a livello europeo che a livello globale e al quale, con le indubbie specificità e con i suoi punti di forza, deve necessariamente far riferimento anche la società italiana. Nella società postindustriale e globalizzata in cui viviamo (e da qualche decennio ormai) i modelli corporativi che sono alla base dei cosiddetti ?patti sociali? diventano vere e proprie zavorre conservatrici. La politica deve capire che un sistema economico sempre più articolato e complesso è tanto più efficiente e competitivo quanto più è in grado di rispondere alle sollecitazioni del consumatore. Ed è a partire dal riconoscimento della centralità del cittadino-consumatore che la politica economica e sociale deve cambiare senso e segno. L?economia di un paese moderno ruota intorno alle nuove forme di soggettività e di consapevolezza del cittadino-consumatore. E se un patto devono fare le forze sociali e produttive, questo patto – ha precisato Bedoni – lo devono fare proprio con questo signore e principe dell?economia postindustriale?. ?Perché questa svolta sia davvero possibile occorre che si realizzi fino in fondo il processo di maturazione delle organizzazioni di rappresentanza da forze corporative a forze sociali capaci di costruire e condividere politiche di tutela degli interessi generali di una società. Occorre di conseguenza che i governi valorizzino il carattere bipartisan della concertazione con le forze sociali realmente rappresentative e diano ad essa sedi istituzionali certe e regole chiare. Da questo punto di vista il percorso che si è scelto sia per il Dpef che la Finanziaria non è stato davvero all?altezza delle aspettative verso un governo che pure – ha affermato Bedoni – sostiene di considerare la concertazione come un metodo di fondamentale importanza. Bisogna capire di che concertazione parliamo. Non vorremo che la vera concertazione si svolgesse solo nell?ambito di forme, più o meno esplicite, di collateralismo politico. Confondere la concertazione con il consociativismo è certamente il modo più efficace per boicottarla nei fatti. Siamo certi che non è questa la volontà del presidente del consiglio, ma non c?è dubbio che alcuni ministri si sono mossi proprio in quella logica. E di questo risente, in molti punti, l?architettura della Finanziaria?.
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