Non profit
Coldiretti modello Fondazione
stili di vita La più grande organizzazione agricola italiana lancia una nuova iniziativa
di Redazione

Per capire dove sta andando la Coldiretti, la principale organizzazione italiana ed europea di imprenditori agricoli (con il suo milione e mezzo di associati), un’abile mossa è cliccare www.campagnamica.it. È il sito della nuova Fondazione Campagna amica, che l’associazione ha presentato nella recente assemblea romana (cui sono intervenuti fra gli altri il premier Berlusconi e Luca Zaia, ministro delle Politiche agricole). Si tratta di una realtà appena costituita da cittadini, imprenditori agricoli e consumatori, animata da una filosofia chiara anche dal punto di vista metodologico: affrontare con un comune lavoro le questioni che tutti ci riguardano: ambiente, territorio, prezzi, qualità dei consumi, stili di vita. Non a caso gli stessi temi caldissimi discussi durante l’assemblea ordinaria, nel corso della quale si è fatto un bilancio dell’attività svolta nell’ultimo anno e si sono tracciate alcune linee d’intervento per quello a venire. Non vi è dubbio che quello appena trascorso sia stato un periodo non semplice: l’emergenza alimentare, la crisi petrolifera con il conseguente rialzo delle bollette, la speculazione, l’inflazione a due cifre percentuali e l’aumento dei prezzi al consumo.
Per reagire di fronte a questi nodi problematici, Coldiretti propone una politica della condivisione e delle scelte concrete. Una strategia dei piccoli passi, ma fatti uno dopo l’altro e con una visione coerente per arrivare ad affrontare le “grandi questioni”. Così ad esempio per quanto riguarda l’emergenza cibo, l’idea è quella di spingere tutte le nazioni, europee e in via di sviluppo, a potenziare l’autoapprovvigionamento, togliendo così armi alla speculazione internazionale, regolarizzando i mercati nazionali anche con l’ausilio di politiche agricole comunitarie (che andrebbero sostenute, «dati gli scarsi risultati giunti dalle operazioni di liberalizzazione: in molti Paesi hanno smontato l’agricoltura», spiega Coldiretti). Insomma, si dovrebbe favorire il sorgere e l’affermarsi di un’agricoltura di prossimità. «Sarebbe un modo anche per ridurre i costi dei trasporti e per contenere l’inquinamento: il caro petrolio ha incrementato di ben 250 milioni il costo della produzione alimentare», fa notare Coldiretti, che del resto da tempo si impegna per accorciare la filiera agricola: «Per ogni euro speso dal consumatore, 60 centesimi vanno alla distribuzione commerciale, 23 alla trasformazione industriale, solo 17 al produttore». Un’alchimia dei prezzi che senza dubbio meriterebbe di essere rivista, riattribuendo al prodotto la sua centralità. Operazione necessaria ma non semplice (e sulla quale, probabilmente, non c’è una massiccia convergenza). E qui torniamo al valore paradigmatico della Fondazione Campagna amica e del suo sito (che ha anche un utilissimo motore di ricerca: in viaggio per fattorie e cantine). I mercati degli agricoltori, la filiera corta, il consumo a chilometro zero, i punti vendita di latte fresco alla spina sono soluzioni concrete e praticabili per soddisfare le esigenze di risparmio e qualità dei consumatori e, al tempo stesso, sostenere una politica agricola attenta all’ambiente. Una strategia operativa nella quale ciascuno, va da sé, deve fare la sua parte per risolvere le questioni che tutti ci riguardano.
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