Sostenibilità

Coldiretti: gelati anticaldo con gusti a chilometro zero

Recordo nei consumi per il gelato: tra le novità il cono in stalla e il gelato al latte d'asina

di Redazione

Il caldo ha provocato un vero boom nella domanda di gelato che viene consumato da tre italiani su quattro per garantirsi sollievo nei confronti dell’afa estiva, per golosità, ma anche come valido sostituto del normale pasto. E’ quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che con l’aumento delle temperature si è verificato un record di richieste per la specialità tipica dell’estate che al gusto frutta o come sorbetto è consigliato anche per aiutare i piu’ anziani.

Una gustosa offerta di colori e aromi per un consumo stimato – sottolinea la Coldiretti – in oltre 15 chili a persona e una spesa di 5 miliardi di euro destinati all’acquisto di coppe, coni, bastoncini e vaschette, dei quali il 60 per cento di tipo artigianale e il 40 per cento industriale, in un anno. Nel 2008 – precisa la Coldiretti – i gusti disponibili hanno raggiunto i 600, anche se i preferiti sono cioccolato (27 per cento), nocciola (20 per cento), limone (13 per cento), fragola (12 per cento), crema (10 per cento), stracciatella (9 per cento) e pistacchio (8 per cento), secondo Eurisko.

Non mancano tuttavia le novità come quella offerta dall’azienda agricola Montebaducco di Davide Borghi di Quattro Castella (Reggio Emilia) vincitrice del Premio Oscar Green della Coldiretti che ha iniziato la produzione di gelati a base di latte d’asina con gusti al fiordilatte, alla nocciola e al variegato alla fragola. Un punto vendita di gelati è stato aperto  anche da Miriam Franzoni a Torbole Casaglia a Brescia che oltre a essere specializzata nell’allevamento di mucche, bufale, pecore, capre, cavalli ed api, attraverso il caseificio aziendale realizza vari di tipi di gelati, al gusto campagnolo, casereccio e cremoso.

Collocata sulle alture in affaccio al torrente Banna e all’abitato di Poirino in provincia di Torino, sorge la cascina San Pé produttrice di ‘Latte Alta Qualità’ che in parte trasforma in gelato, per offrirlo in un ambiente tranquillo ed accogliente. L’Agrigelateria realizza gelati al fior di latte con latte appena munto e panna fresca, alla nocciola (la migliore ovvero, la Tonda gentile delle Langhe), all’amaretto (con il tradizionale amaretto di Mombaruzzo), alla crema (solo uova, latte e zucchero) e all’albicocca (con frutta prodotta nel frutteto dell’azienda). E sempre nel Torinese, a Pianezza la “Fattoria del gelato” della famiglia Dellerba, che si adopera anche in iniziative didattiche per le scuole, prepara gelati, yogurt, granite e dolci semifreddi di elevata qualità.

Il 2008 – continua la Coldiretti – fa registrare una vera moltiplicazione di gelaterie che offrono gusti di stagione e locali ottenuti da prodotti caratteristici del territorio: dal pistacchio di Bronte a Catania, al Bergamotto della Calabria, dai frutti di bosco del cinese al vino amarone del Veneto.

Tra chi ha scelto di puntare sui gelati di casa, c’è la gelateria San Zeno in pieno centro a Verona. Qui Roberto Bonato ha deciso di seguire territorio e stagionalità ed è nata la prima gelateria a che ha ottenuto l’attestato “chilometro zero” della Coldiretti. Il latte arriva dagli allevamenti del Monte Baldo, le uova da un’azienda padovana, dal proprio giardino uva spina, lamponi, ribes, fichi, ciliegie selvatiche e mele cotogne. E poi recioto di Soave, passito di Custoza, more di gelso di Zevio, pera di Operano e via così con mirtilli e frutti di bosco che arrivano dal vicino di Trentino.

Una alternativa al consumo di gusti con prodotti esotici che – conclude la Coldiretti – devono essere importati da paesi lontani con il consumo di petrolio ed emissioni di C02: per trasportare a Roma un chilo di papaya dall’Argentina in volo per una distanza di 12mila km si consumano 5,4 kg di petrolio  e si liberano 16,2 kg di CO2 mentre per un kg di mango dal Cile si richiede la combustione di 5,8 kg di petrolio con l’emissione di 7,4 kg di CO2.

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.