Economia

COLDIRETTI. Aranciata senza arance e vino senz’uva

L'Sos tavola per formaggi da caseina al posto del latte e cioccolato con grassi diversi dal cacao

di Redazione

L’arrivo delle bibite all’arancia senza arance è la pericolosa conseguenza di una deriva che ha già portato al via libera comunitario al vino “senza uva” realizzato dalla fermentazione di frutta, dai lamponi al ribes oltre che al formaggio prodotto a partire da caseina e caseinati invece del latte e al cioccolato con grassi diversi dal burro di cacao. La Coldiretti lancia l’allarme sottolineando che occorre contrastare una tendenza che inganna i consumatori, danneggia i produttori, mette a rischio la qualità dell’alimentazione e la salute stessa dei cittadini.

A essere particolarmente colpiti sono – sottolinea la Coldiretti – i prodotti base della dieta mediterranea come il vino per il quale l’approvazione della riforma di mercato comunitaria ha sancito inganni vecchi e nuovi: dal consenso all’aggiunta di zucchero nei vini prodotti nel nord Europa al rosè ottenuto miscelando vini bianco e rosso anzichè dalla  tradizionale vinificazione in bianco delle uve rosse senza obbligo di indicarlo fino al via libera al vino dealcolato, dopo che era già stato autorizzato l’invecchiamento artificiale con segatura di legno (i cosiddetti trucioli) al posto delle botti senza che ciò debba essere indicato chiaramente in etichetta.

L’Unione Europea ha imposto all’Italia di aprire i propri mercati anche al cioccolato ottenuto con l’aggiunta di grassi vegetali diversi dal burro di cacao, ma c’è anche la possibilità inquietante di utilizzare caseina e caseinati invece del latte per ottenere formaggi a pasta filata venduti come analoghi alla mozzarella. Un inganno favorito – sostiene la Coldiretti – dalla mancanza dell’obbligo di indicare in etichetta l’origine degli alimenti.

Non mancano però le buone notizie come la recente decisione dell’Unione Europea di rendere obbligatoria l’indicazione dell’origine dell’extravergine di oliva a partire dal mese di luglio, favorita dal pressing della Coldiretti che ha avviato una campagna per l’etichettatura obbligatoria di tutti gli alimenti.

La possibilità di vendere sul mercato bibite di fantasia al gusto e con il colore dall’arancia senza contenere tuttavia neanche una minima percentuale del prezioso agrume è prevista invece – riferisce la Coldiretti – dal progetto di legge comunitaria già approvato dal Senato che di fatto taglia l’obbligo del contenuto minimo del 12 per cento di succo di agrumi previsto fino ad ora per questo tipo di bevande. Il testo prevede infatti l’abrogazione dell’articolo 1 della legge n°286 del 1961 secondo il quale, spiega la Coldiretti «le bevande analcoliche vendute con denominazioni di fantasia, il cui gusto e aroma fondamentale deriva dal loro contenuto di essenze di agrumi, o di paste aromatizzanti di agrumi, non possono essere colorate se non contengono anche succo di agrumi in misura non inferiore al 12 per cento».
 
La sostituzione del succo con aromi e coloranti non è solo un inganno per i consumatori ma – sostiene la Coldiretti – pone seri dubbi sugli effetti per la salute considerato che molte di queste sostanze sono oggetto di studi e verifiche per il loro supposto effetto negativo sui bambini (iperattività). D’altra parte l’elevato contenuto di  zuccheri – precisa la Coldiretti – ha sicuramente effetti negativi sul preoccupante aumento della percentuale di casi di obesità e sovrappeso tra i giovani che in Italia ha raggiunto il 30 per cento.  Peraltro si verificherebbe una drammatica riduzione del consumo di frutta poiché l’eliminazione totale della soglia del 12 per cento farebbe sparire dalle tavole e dai frigoriferi – stima la Coldiretti – 120 milioni di chili di arance all’anno prodotti in  6.000 ettari di agrumeti, con danni evidenti per consumatori e produttori.


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