Tra i nuovi sintomi del disagio psichico, l’iperattività infantile per numeri e impatto mediatico è diventato un emblema. Grazie a Helvetia, Jonas ha aperto nella sua sede milanese un centro per il trattamento dell’ansia, dell’iperattività e dell’insuccesso scolastico. Si chiama Gianburrasca ed è diretto dal dottor Uberto Zuccardi Merli.
Vita: Chi arriva a Gianburrasca?
Zuccardi Merli: Bambini e ragazzi fra i 5 e i 13 anni con problemi di iperattività, disturbi del linguaggio, disgrafia?
Vita: Sull’iperattività c’è polemica sulla cura farmacologica?.
Zuccardi Merli: Il 20% di chi arriva qui ha incrociato gli psicofarmaci. Noi non valutiamo il deficit della macchina, pensiamo che il mentale è sociale e la cura è la parola, la relazione con l’altro.
Vita: Com’è una seduta di psicanalisi con un bambino?
Zuccardi Merli: Niente lettino. Il bambino è accolto da un operatore che gioca con lui: atelier di teatro, parola, pittura? È un’accoglienza zen, non sei tu che ti muovi, devi far muovere il bambino. Per questo consiglio di lasciare un po’ di enigma: noi facciamo una camera di compensazione, poi è il bambino che chiede: «Che ci vado a fare lì?».
Vita: E allora?
Zuccardi Merli: Scatta l’intuizione che ciò per cui tutti mi rimproverano, a Gianburrasca potrebbe essere affrontato in maniera diversa. Un bambino piccolissimo mi ha detto: «Questa è la camera dei segreti». Questo ha già un enorme potere clinico.
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