Cultura
Cofferati: il capitalismo e’ in crisi
In una lunga intervista alla Stampa l'ex leader della Cigl spazia su vari argomenti. No alla Guerra, il ruolo della sinistra e le critiche al governo i punti cruciali.
di Redazione
”C’e’ una crisi latente del capitalismo. Intendiamoci: non e’ che il capitalismo scompare; e’ in crisi questo modello di capitalismo, cui si erano affidati quasi tutti (non io) come al piu’ dinamico”. Lo afferma l’ex leader della Cgil, Sergio Cofferati, a ”La Stampa”, sottolineando che ”e’ una crisi generale di modello di cui ci sfuggono gli sbocchi. E’ una crisi di fiducia come si vede dall’impatto sulle borse”. ”Per Cofferati, dunque, ”una parte della struttura produttiva e finanziaria e’ destinata a cambiare profondamente. Va rivisto il rapporto tra impresa e lavoro”
Nella lunga intervista al quotidiano torinese, Cofferati, che ritiene il ”riformismo una parola malata perche’ usata a sproposito anche da Berlusconi”, contrappone Europa ad America e avverte che se da ”questa parte dell’Atlantico l’economia e’ ferma”, dall’altra sponda dell’oceano ”e’ un intero modello ad andare in cortocircuito” e che a ”Firenze e’ emersa la fine della fede in questo modello economico come modello di sviluppo”. Cofferati, quindi, invita ”ad una nuova riflessione”. ”Ad esempio -dice- sul concetto di limite dello sviluppo”. Poi lancia un dardo al centrosinistra che, dice, ”ha rinunciato ad una ricerca magari faticosa di un proprio punto di vista” di sviluppo, puntando solo sulla ”sussidiarieta”, parola per Cofferati ”malata come ‘riformismo’, usata com’e’ in alternativa a qualsiasi forma di intervento dello Stato”
Cofferati, poi, punta il dito contro il ministro dell’Economia Giulio Tremonti, che accusa di abbandonarsi ad uno ”sproloquio ideologico”, ad ”una deriva culturale” ed a una ”versione domestica del capitalismo compassionevole” . Poi Cofferati indica la sua ”linea di riforma”: ”una maggiore spesa sociale, crescita nella nuova nozione di sviluppo limitato e finalizzato, risanamento dei conti”. ”La solidarieta’ -aggiunge- e’ la nostra risposta alla filantropia di Tremonti”. E sulla possibile asse Prodi-Cofferati, l’ex leader della Cgil taglia corto: ”Non ci sono contatti formali”, ma poi accenna ad una ”sintesi che verra’ piu’ avanti”.
Riguardo ai movimenti, Cofferati ribadisce di essere ”da tempo sostenitore dei movimenti che- afferma- non bisogna blandire e ignorare e che non puntano come negli anni ’70 a diventare partiti”. ”Occorre, invece, ascoltarli e confrontarsi con loro su un piano di parita”’. Mentre dei venti di guerra sull’Iraq Cofferati ha un’idea ben precisa. ”Difficile -dice- prendere per buona l’idea che l’America prepari la guerra all’Iraq per combattere il terrorismo. Mi pare -afferma ancora- che prevalga piuttosto la questione delle fonti energetiche”. Per Cofferati, quindi, sarebbe ”una guerra sbagliata e inaccettabile” anche se, conclude, ”avesse la copertura dell’Onu”.
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