Welfare
Codice Rocco, è l’ora dell’addio
Come evitare che l'atto di clemenza sia solo un palliatico: intervista a Giuliano Pisapia
«Riformare il nostro sistema penale. Anche per far sì che l?indulto, necessario vista la situazione degli istituti penitenziari, non si trasformi in un temporaneo palliativo ma sia la premessa per una modifica profonda del rapporto fra sistema penale, carcere e società. L?obiettivo è un diritto penale minimo più efficace dell?attuale, che risale al regime fascista, mite, aderente al principio costituzionale, per cui la pena deve consistere nella rieducazione del condannato». Giuliano Pisapia ha appena presieduto la prima riunione della Commissione per il nuovo codice penale. Il suo è uno sguardo, quindi, che punta al di là del provvedimento di clemenza.
Vita: C?è chi dice che fra 6 mesi le carceri scoppieranno di nuovo…
Giuliano Pisapia: È indispensabile dare una risposta alle comprensibili preoccupazioni per la sicurezza dei cittadini, senza però dimenticare che queste persone, prima o poi, sarebbero uscite: il problema si sarebbe in ogni caso posto, ma in una situazione peggiore. Rispetto al rischio di recidiva, il provvedimento approvato prevede, in caso di nuovi reati, la revoca dello sconto di pena: il che si è dimostrato in passato un deterrente molto efficace.
Vita: Lei ha proposto anche altro…
Pisapia: I circa due miliardi di euro risparmiati debbono essere subito usati per creare strutture di accoglienza, reinserimento, disintossicazione e per aumentare l?organico degli operatori penitenziari. Inoltre è sempre più urgente una nuova normativa che preveda per moltissimi reati, di non grave allarme sociale, sanzioni diverse dal carcere. Per esempio la detenzione domiciliare, i lavori socialmente utili, quelli finalizzati al risarcimento del danno, misure interdittive che si sono mostrate più efficaci, e meno deleterie, rispetto alla pena carceraria.
Vita: I soldi sono importanti, ma occorrono anche progetti…
Pisapia: Si debbono impegnare le somme risparmiate per aumentare l?organico degli assistenti sociali, degli educatori, e per creare situazioni di accoglienza, di lavoro, di reinserimento sociale. Oggi la legge prevede sanzioni molto dure, quasi esclusivamente carcerarie, che si sono dimostrate spesso del tutto inefficaci: il tasso di recidiva di chi sconta l?intera pena in carcere è circa del 70%, scende a circa il 10% in caso di pene alternative.
Vita: Ci sarà bisogno dell?aiuto del terzo settore?
Pisapia: Assolutamente sì. Bisogna fare tutto il possibile per rafforzare quelle associazioni che intendono impegnarsi, e già si impegnano per aiutare nel percorso di reinserimento di chi viene scarcerato e, come spesso accade, non ha né una casa né un lavoro.
Vita: E i tempi della riforma del codice Rocco?
Pisapia: Un nuovo codice penale richiede tempo: per fortuna vi sono progetti elaborati da precedenti commissioni ministeriali su cui vi è un significativo consenso. In attesa della riforma complessiva, il Parlamento potrebbe già intervenire anticipando alcuni temi, la celerità dei processi e la modifica del sistema sanzionatorio.
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