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Codice civile, via libera alla riforma

Varata la delega: ok alle attività commerciali per le associazioni

di Redazione

Via libera alla delega sulla riforma del Codice Civile che riguarda fondazioni, associazioni e comitati. Lo ha dato ieri il Consiglio dei ministri, su proposta del ministro della Giustizia Angelino Alfano.

 ”La riforma approvata – afferma il Guardasigilli – e’ il punto di arrivo di un intenso lavoro portato avanti con il ministro del Lavoro e delle politiche sociali, Maurizio Sacconi, e di una importante attivita’ di studio, di consultazione e di dialogo con gli esponenti del terzo settore, che mira a dare piena attuazione al principio costituzionale di sussidiarieta’ introdotto nell’art. 118 della Costituzione dalla riforma del 2001”.

 ”In particolare – spiega Alfano -, il disegno di legge prevede una profonda riforma del codice civile al fine di riconoscere il valore del libero associazionismo, semplificare i meccanismi di riconoscimento della personalita’ giuridica, ampliare l’autonomia statutaria degli enti con un maggiore coinvolgimento degli associati nei procedimenti decisionali, garantire la trasparenza delle attivita’ degli enti – soprattutto per gli enti che si avvalgono di fondi e sottoscrizioni pubblici – e di consentire la possibilita’ di svolgere attivita’ d’impresa in via strumentale, tutelando i terzi”.

 ”Tra i punti piu’ qualificanti del disegno di legge vi e’ la semplificazione del procedimento di riconoscimento delle persone giuridiche, che verra’ assimilato a quello delle societa’ di capitali, con la previsione di un pieno diritto dell’ente all’iscrizione nel registro delle persone giuridiche, iscrizione che potra’ essere negata solo per i motivi espressamente previsti dalla legge. Viene, inoltre, prevista, per tutelare gli associati e i terzi, l’introduzione di un collegamento tra la limitazione della responsabilita’ dell’ente ed il mantenimento di un elevato grado di solidita’ economica, mentre viene sancito il riconoscimento, anche in favore degli enti privi di personalita’ giuridica, della qualita’ di centro autonomo d’imputazione degli interessi”.

 ”Con particolare riferimento alla disciplina delle associazioni riconosciute – sottolinea Alfano -, il disegno di legge oggi varato dal Consiglio dei Ministri contempla un rafforzamento dei diritti degli associati e delle competenze dell’assemblea, una maggiore responsabilizzazione degli amministratori e degli organi di controllo attraverso l’espressa previsione di azioni sociali, l’estensione alle associazioni di maggiore rilevanza economica dei sistemi di controllo previsti per le societa’ di capitali e una nuova disciplina del fondo comune e del regime di responsabilita”’.

 ”Con riferimento, invece, alle associazioni non riconosciute, il provvedimento sottoposto ora all’esame del Parlamento prevede una riduzione al minimo della disciplina imperativa, in ossequio a una maggiore autonomia statutaria, maggiori garanzie dei diritti d’informazione degli associati e appositi rimedi contro la loro esclusione, nonche’ un aumento delle forme di autocontrollo e autodisciplina”.

 ”Per quanto attiene alle fondazioni – prosegue il Guardasigilli – il disegno di legge individua in modo piu’ chiaro il carattere identificativo di tali enti, distinguendo le fondazioni con scopi di utilita’ collettiva a carattere pubblico o privato-sociale da quelle con scopo esclusivamente privato. In relazione a tali enti, viene, per un verso, ampliata l’autonomia statutaria e, per un altro, previsto un rafforzamento dei controlli, specie per le fondazioni che raccolgono fondi pubblici e liberalita’. Si prevede, poi, l’instaurazione di uno stretto collegamento con la volonta’ del fondatore, in caso di liquidazione, mentre la possibilita’ della trasformazione delle fondazioni in societa’ di capitali viene liberata dal controllo governativo e resa al tempo stesso piu’ trasparente.

 ”Un ulteriore punto estremamente qualificante del disegno di legge – conclude Alfano – consiste nella previsione di una specifica disciplina dell’attivita’ di impresa esercitata dagli enti privi di scopo di lucro”.


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