Welfare
Co.co.co, ultimo atto: un’indagine Nidil e Ires
Domani 26 ottobre, alle ore 11,00, alla Cgil di Corso d'Italia,25 a Roma, Il sindacato dei lavoratori atipici e l'istitutoi di ricerca della Cgil presentano i risultati dell'indagine nazionale su
La ricerca ha cercato di rispondere alla seguente domanda: Cosa ne è stato dei lavoratori parasubordinati? che è diventata anche il titolo dell’indagine stessa.
Il passaggio dalle collaborazioni coordinate e continuative al lavoro a progetto, sarà focalizzato da: Giovanna Altieri, direttore Ires, Fulvio Fammoni, segretario nazionale Cgil; Emilio Viafora, segretario generale Nidil-Cgil.
In particolare ci si interrogherà sui seguenti temi: A distanza di un anno dall’entrata in vigore della legge 30 cosa è successo ai collaboratori coordinati e continuativi: sono stati assunti? Hanno cambiato contratto? Sono cambiate le loro condizioni reali: la retribuzione, le garanzie, il riconoscimento professionale? Sono soddisfatti del loro lavoro e cosa chiedono alle forze sociali e alle politiche del lavoro?
Le ragioni dell’indagine risiedono nella necessità di valutare l’impatto che le nuove forme di lavoro flessibile, introdotte dalla riforma del mercato del lavoro (legge n. 30/03) hanno avuto e stanno avendo nel mercato del lavoro italiano.
In particolare, si è assunto come angolo di osservazione l’area delle collaborazioni coordinate e continuative e del lavoro a progetto, cercando di capire in concreto cosa sia accaduto in quest’ultimo anno. L’introduzione della nuova normativa aveva come obiettivo dichiarato quello di porre fine, o quantomeno scongiurare, l’abuso dei contratti di collaborazione coordinata e continuativa registrato negli scorsi anni, agevolando il passaggio di una parte delle “vecchie” collaborazioni in forme di lavoro dipendente.
Quanto di tutto ciò è accaduto davvero? L’indagine Ires, pur essendo principalmente finalizzata ad una valutazione degli esiti che la nuova normativa ha prodotto nell’area delle collaborazioni, ha anche verificato i percorsi lavorativi dei soggetti coinvolti nelle diverse forme di collaborazione; le caratteristiche e le condizioni del lavoro da loro svolto, nonché il grado di soddisfazione/insoddisfazione che i lavoratori hanno della loro condizione lavorativa, sia specifica sia generale.
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.