Non profit
Cnesc: «Quale futuro ha in mente il Governo per il Servizio Civile?»
La presentazione del XVII Rapporto annuale della Conferenza nazionale è stata lo spunto per porre alla politica domande incalzanti. La più impellente delle quali, per il presidente Licio Palazzini, è capire se rimane come obbiettivo «arrivare entro il 2019 a centomila giovani all’anno impegnati»
di Paolo Biondi
L’obbiettivo del precedente governo era arrivare entro il 2019 a centomila giovani all’anno in servizio civile. Il governo Conte, ora che sta preparando la prossima finanziaria, è in grado di confermare questo target? Questa la prima, e la più pressante domanda che Licio Palazzini ha rivolto alle forze di governo.
Il presidente della Conferenza nazionale enti per il servizio civile (Cnesc) è intervenuto con la relazione di apertura alla presentazione del XVII Rapporto annuale Cnesc. Il rapporto, come successo già negli ultimi vent’anni, fotografa la situazione dei 41mila giovani che attualmente svolgono il servizio civile. Il report è stato fatto interpellando 25 delle 7.171 organizzazione senza scopo di lucro e i 247 enti pubblici, con 17.859 sedi di attuazione, che aderiscono attualmente al Cnesc. Ma le richieste di Palazzini non si sono fermate qui. Il mantenimento dell’attuale contingente di servizio civile richiede almeno 300 milioni di euro a cui si aggiungono i cofinanziamenti degli enti. In questi mesi sono state redatte le graduatorie definitive ed individuato le coperture per il bando 2018. Palazzini ha detto di augurarsi che entro i prossimi giorni sia pubblicato il bando, confermando la linea di lavoro fin qui seguita, ed ha chiesto che entro gli inizi di agosto esca l’avviso per il deposito dei progetti da presentare con la fine di novembre, avviso che quest’anno dovrebbe mantenere le misure in materia di accreditamento permettendo l’ingresso di nuove organizzazioni, in linea con quanto previsto dalla riforma del terzo settore e del servizio civile.
Domande incalzanti e impellenti, che hanno fatto dell’appuntamento svoltosi a Roma alla presenza di numerosi associati Cnesc e di alcuni giovani del servizio civile una sorta di appuntamento straordinario per fare il punto sul settore in una società che cambia. Proprio il cambiamento sociale del Paese è stato l’altro grande punto all’ordine del giorno perché «la riforma del terzo settore parte da un presupposto: è il Paese che cambia», come ha detto nel suo intervento Stefano Tabò, presidente Csvnet.
«Il servizio civile oggi è l’unico strumento che accompagna i giovani attraverso una responsabilità sociale», ha aggiunto Claudia Fiaschi, portavoce del Forum nazionale del terzo settore. Per la portavoce del Forum il servizio civile inoltre offre ai giovani di «misurarsi con la possibilità di partecipare agli strumenti per trasformare ciò che vivo». La Fiaschi ha passato in rassegna tutti gli aspetti dell’impegno nel servizio civile in una società in forte trasformazione senza nascondersi anche il fatto che il servizio civile «può essere anche un ammortizzatore sociale in attesa di trovare il proprio posto nel mondo».
Passando in rassegna i numeri e le tabelle del XVII Rapporto, Mauro Perotti ha annunciato anche una novità: l’avvio di una sperimentazione che rende possibile valutare l’impatto sociale dei progetti del servizio civile. I parametri di valutazione saranno messi a punto a partire da ora «predisponendo le griglie del lavoro che si farà sulla valutazione dell’impatto sociale» ed è presumibile che già dal prossimo anno sarà possibile vedere dati e sintesi.
La Cnesc raggruppa alcuni dei principali enti accreditati con il Dipartimento della gioventù e del servizio civile presso la Presidenza del consiglio. Le sue sedi sono presenti in 3.557 comuni, 108 province e 101 stati esteri. Alla Cnesc aderiscono: Acli, Aism, Anpas, Arci Servizio Civile, Anspi, Avis Nazionale, Caritas Italiana, Cesc, Cnca, Comitato Italiano Unicef, Confederazione Nazionale Misericordie d’Italia, Istituto don Calabria, Diaconia Valdese, Don Orione, Federazione Salesiani per il sociale, Federsolidarietà-Confcooperative, Focsiv, Inac, Legacoop, Mcl, Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, Shalom, Telefono Azzurro, Uildm, Unitalsi, Unpli. Osservatori: Movimento Nonviolento.
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