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Cluster bomb: a Dublino si decide per la messa al bando

Ieri a Genova anche Papa Ratzinger ha lanciato il suo appello «per l'interdizione delle munizioni a grappolo»

di Emanuela Citterio

Cosa sono le cluster bomb

Le “cluster bomb” sono bombe a grappolo che hanno varie cariche esplosive che prima di cadere al suolo esplodono con effetti nell’arco di vari chilometri e contengono centinaia di bombe piu’ piccole che a volte si depositano al suolo, diventando un pericolo per chi le calpesti inavvertitamente. Circa il 20% degli ordigni resta inesploso, ma rispetto alle mine essi sono piu’ pericolosi, in quanto hanno un raggio d’azione di 150 metri, quindi uccidono chi le calpesta e uccidono o feriscono anche chi si trovi nel loro raggio d’azione.
Si apre oggi a Dublino l’ultima conferenza del Processo di Oslo che punta a un Trattato internazionale di messa al bando delle bombe a grappolo. Un appuntamento decisivo, su cui è intervenuto ieri a Genova anche Papa Ratzinger. Il pontefice ha fatto appello per la «interdizione delle munizioni a grappolo» indirizzato alla Conferenza diplomatica di Dublino, che andrà avanti fino al 30 maggio alla ricerca di un accordo tra 170 Paesi per la messa al bando delle bombe a grappolo. «Serve uno strumento internazionale forte e credibile per rimediare agli errori del passato ed evitare che si ripetano in futuro» ha detto Ratzinger. «Prego che ne scaturisca una convenzione che interdica questi micidiali ordigni». Un tema caldissimo, quello delle bombe a grappolo ? visto anche il loro recente uso in Iraq, Libano e Israele – ma l?appuntamento decisivo di Dublino rischiava di passare sotto silenzio sui mass media main-stream. La Conferenza dovrebbe rappresentare l’ultima e cruciale tappa del “processo di Oslo” iniziato nel 2007 che nel febbraio 2008 ha portato 81 Paesi tra cui l?Italia alla “Dichiarazione di Wellington”, una bozza soddisfacente del testo del Trattato vincolante che dovrà essere negoziato e concordato a Dublino per la messa al bando delle munizioni cluster, l?assistenza alle vittime e la bonifica dei territori contaminati. Ma il percorso già difficile – i principali produttori Usa, Israele, Cina, Russia, India e Pakistan, sono assenti dalla conferenza – è già irto di nuovi ostacoli. Le ong Greenpeace Spagna e “Fundacio per la Pau” hanno fatto trapelare la notizia che oggi a Dublino la Spagna non si schiererà a favore dell’eliminazione totale delle bombe a grappolo, ma piuttosto sosterrà con Germania e Brasile, l’eliminazione di quelle antiche e non delle moderne, ritenendole sicure. Una tesi, questa, che trova la ferma opposizione delle ong, che sottolineano che “non esistono bombe a grappolo buone o cattive, così come non esistevano mine antiuomo più o meno distruttive”. La posizione dell?Onu e i dati sulle vittime Un rapporto del programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo pubblicato in vista della conferenza di ogg con il titolo “Interdire le armi a dispersione: la nostra opportunita’ per proteggere i civili”, sottolinea l’urgenza di firmare un trattto che vieti le armi a grappolo, che rappressentano una minaccia per le popolazioni civili e per lo sviluppo economico. «In totale le armi a dispersione hanno causato oltre 13.000 fra ferimenti e decessi, la maggior parte dei quali si concentrano in cinque Paesi: Afghanistan, Iraq, Laos, Libano et Viet Nam» afferma l’ONU in una nota. Nel rapporto, il programma ONU ricorda gli sforzi fatti per sminare i terreni contaminati da centinaia di migliaia di munizioni inesplose. Le armi dispersione contaminano anche i terreni coltivati, contribuendo all’aggravamento dell’insicurezza alimentare, e compromettono l’accesso all’acqua, ai centri sanitari e ad altri beni primari, ritardando lo sviluppo e la crescita economica. Secondo un rapporto di ‘Handicap International’ circa 400 milioni di persone nel mondo vivono in zone disseminate da bombe a grappolo rischiando quotidianamente la morte o la mutilazione Obiettivo: la messa al bando delle cluster bomb entro il 2008 Gli Stati e le organizzazioni interessate si sono impegnati a concludere entro il 2008 uno strumento legale internazionale che proibisca l’uso, la produzione, il trasferimento e lo stoccaggio delle cluster bomb, stabilisca una struttura per la cooperazione ed assistenza che si accerti delle cure e della ribilitazione ai superstiti, preveda la formazione delle comunita’ nelle zone a rischio e la distruzione delle riserve di munizioni di cluster come gia’ avvenuto per le mine antiuomo. L?appello di sei nobel per la pace «Alziamo la nostra voce a sostegno di un processo rapido affinchè si eliminino dalla faccia della terra le bombe a grappolo prima che la loro proliferazione possa trasformarsi in un’altra crisi umanitaria in un mondo lacerato dalle armi». E’ l’appello sottoscritto da sei donne Premi Nobel per la Pace (la guatemalteca Rigoberta Menchu’, l’iraniana Shirin Ebadi, la kenyana Wangari Maathai, la statunitense Jody Williams e le irlandesi Betty Williams e Maired Corrigan Maguire) lanciato lo scorso anno a Lima insieme a 100 delegazioni provenienti da 50 paesi per la conferenza internazionale sulle ‘cluster bomb’. Info: http://www.clusterprocess.org/dublin In Italia: http://www.unimondo.org La dichiarazione di Wellington: http://www.mfat.govt.nz/clustermunitionswellington/ La campagna internazionale: http://www.stopclustermunitions.org/

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