Famiglia
Clownterapia, arriva la prima legge in Italia
Dal 5 gennaio sarà in vigore la nuova legge della Regione Puglia, unica nel suo genere nel nostro Paese. Disciplinerà sia “terapia del sorriso” sia la figura professionale chiamata a svolgere tale attività: il “clown di corsia”
Pubblicata sul supplemento n.144 del 21 dicembre 2017 del Bollettino Ufficiale della Regione Puglia (BURP) la Legge Regionale n.60 del 20 dicembre 2017, ovvero la prima norma in Italia che disciplina la Clownterapia. Tale norma sarà in vigore dal 5 gennaio 2017, ovvero dopo quindici giorni dalla sua pubblicazione. Sono stati stanziati per il 2017 €120.000,00; mentre per gli anni successivi gli importi che la Regione Puglia metterà a disposizione per svolgere tale attività, verranno definiti dalla legge di Bilancio. La norma regionale ha definito sia la “clownterapia” o “terapia del sorriso”sia la figura professionale chiamata a svolgere tale attività: il “clown di corsia”.
Per clownterapia o terapia del sorriso si intende “la possibilità di utilizzare il sorriso e il pensiero positivo a favore di chi soffre un disagio fisico, psichico o sociale”. Questa attività potrà essere svolta in diversi contesti: ospedali non solo pediatrici, in centri per la disabilità, in centri per la terza età, in contesti sociali difficili, nelle carceri, nei quartieri ritenuti a rischio, nelle scuole, in missioni umanitarie ed in occasioni di eventi riconducibili a calmaità. Tale attività potrà essere svolta da personale medico, non medico, professionale e da volontari che risultano essere stati appositamente formati.
La formazione professionale ricopre un ruolo fondamentale per conseguire la qualifica di “clown di corsia” che è la figura professionale che “utilizzando specifiche competenze acquisite in diverse discipline, analizza i bisogni dell’utente per migliorarne le condizioni fisiche e mentali, all’interno di strutture sanitarie e socio assistenziali, applicando i principi e le teniche della clownterapia”. Attraverso un apposito Regolamento, che dovrà essere approvato entro 60 giorni dall’entrata in vigore della norma, verranno definiti i criteri e le modalità di svolgimento dei corsi formativi che dovranno essere organizzati da associazioni di volontariato. Le materie oggetto del percorso formativo sono diverse: origini e storia della clownterapia; teniche utilizzate per la coesione del gruppo; tecniche necessarie all’improvvisazione teatrale; tecniche di mimo, giocoleria comica e micromagia; compiti e tecniche del clown terapeuta, gestione emotiva e sostegno psicologico agli utenti; norme igieniche e comportamentli da adottare.
Lo stesso Regolamento dovrà stabilire non solo il numero delle ore dei corsi, suddivise in ore di studio e di tirocinio, ed anche la durata degli stessi; i requisiti per l’accesso ai corsi; i requisiti professionali di coloro che dovranno far parte della commissione incaricata di effettuare la valutazione della prova finale; le modalità per il riconoscimento dei crediti formativi e lavorativi per chi già svolge l’attività di clownterapia all’interno di strutture od enti alla data di entrata in vigore della legge.
Per poter svolgere l’attività di clownterapia è necessario partecipare al bando che la Regione Puglia emanerà annualmente, e sarà la stessa Regione, attraverso una deliberazione di Giunta, a stabilire i criteri e le modalità di partecipazione, assegnazione ed erogazione dei finanziamenti, oltre alle procedure relative al monitoraggio e rendicontazione. Verrà poi resa pubblica una graduatoria considerando il numero sia il numero dei soggetti che usufruiranno del servizio di clownterapia che della loro tipologia.
Inoltre la Regione Puglia ha deciso di istituire un apposito registro regionale a cui dovranno iscriversi tutti i soggetti che svolgono l’attività di clownterapia, ovvero: fondazioni, cooperative sociali ed onlus i cui statuti prevedono la possibilità di svoglere tale attività. L’iscrizione dovrà rinnovarsi ogni tre anni, solo dopo aver verificato la sussitenza dei requisiti previsti per legge.
Infine spetta alla Giunta regionale dover riferire all’intero Consiglio regionale realtivamente agli interventi previsti per legge ed in modo particolare sulle attività principali che sono state svolte in ambito regionale, indicando quali sono le associazioni che sono state impegnate presso le strutture sanitarie e le risorse economiche impegnate.
foto: associazione Dottor Sorriso
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