Non profit

CLONAZIONE. Salvo il laboratorio del papà del primo toro clonato

Soddisfazione del presidente della provincia, protesta della Lav

di Riccardo Bonacina

E’ salvo il laboratorio di Cesare Galli, l’esperto italiano noto in tutto il mondo come papà del primo toro clonato Galileo e della prima cavalla ‘fotocopia’ Prometea. Dal 1 gennaio 2009, riferisce infatti l’esperto, il Laboratorio di tecnologie della riproduzione (Ltr) di Cremona ha ripreso la sua attività sotto una nuova veste societaria: la Avantea Srl, fondata da Galli e da sua moglie Giovanna Lazzari in modo da subentrare al Consorzio per l’incremento zootecnico (Ciz Srl) nella gestione del laboratorio, sia per le attivita’ di ricerca sia per quelle commerciali. Solo grazie a una lunga trattativa con la mediazione del presidente della Provincia di Cremona, Giuseppe Torchio (a capo di una coalizione di centro sinistra) che ha assicurato al Laboratorio cremonese una contribuzione straordinaria di 200mila euro, si è riusciti a trovare un accordo accettabile per entrambe le parti. Un uovo fecondato da uno spermatozoo è il nuovo logo del laboratorio, che richiama le attivita’ di riproduzione assistita piu’ tradizionali di Ltr ed è seguito dal nome Avantea.
Non tutti, però, salutano la cosa con gioia, però. Durissimo il comunicato della Lav. “Il Laboratorio di “Tecnologie della Riproduzione” (Cremona) del professor Galli riprende le sue attivita’ dandosi la nuova veste societaria dal nome ” Avantea srl”, fondata dallo stesso Cesare Galli e dalla moglie Giovanna Lazzari, per superare l’empasse creato dal blocco dei finanziamenti dal parte del CIZ, il Consorzio per l’Incremento Zootecnico (CIZ Research and Genetics)”. È quanto sostiene la Lav, la Lega antivivisezione ricordando che nel 2008 il Consorzio per l’Incremento Zootecnico aveva tagliato i fondi al prof. Galli per mancanza di interesse verso questa area della ricerca biotecnologica, facendo chiudere i battenti ad una struttura che operava dal 1991. “Il suo responsabile, Cesare Galli, quindi, nonostante l’evidente mancanza di interesse, l’impossibilità di avanzamenti nella ricerca e il conseguente non finanziamento del consorzio, – rimarca la Lav – ha deciso di ricostituire una società che continui a operare violenze e abusi su esseri senzienti utilizzati come bacini di organi e tessuti”. “Questa area della ricerca biotecnologica non porta ad alcun progresso o miglioramento nel campo zootecnico, come testimonia la scelta da parte del consorzio di non finanziare piu’ questa ricerca inutile ed infruttuosa – commenta Michela Kuan, biologa, responsabile LAV settore Vivisezione – ma il prof. Galli insiste da anni con una ricerca obsoleta e inconcludente, non per ragioni etiche o progressiste, ma biecamente economiche: da queste ricerche, infatti, sono previsti ricavi per ben 800 mila euro”. Un business economico enorme che opera su embrioni animali, modifica e crea organismi viventi che soffrono ancora prima nascere, crea false speranze richiamando temi importanti come il morbo della mucca pazza, non cercando – sottilinea ancora la Lav – cure per questa grave affezione che coinvolge uomini e animali, ma creando e sperimentando nuove razze: un’ottica di ricerca che lavora al contrario. “Ancora una volta si e’ persa l’occasione per innalzare la ricerca italiana verso una scienza etica che tuteli uomo e animali a scapito di interessi economici che mantengono il nostro Paese in un sistema di lacune scientifiche e “fughe di cervelli” all’estero”, conclude Michela Kuan.


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