Sostenibilità
Clima: WWF, catastrofi 2005 causato perdite per 210 mld di dollari
Lo afferma il WWF secondo il quale le ondate di caldo tornate a colpire in questi giorni l'Europa sono sintomi tipici dei mutamenti climatici globali
di Redazione
Il caldo prosciuga anche ‘il portafoglio’ dei cittadini e la colpa e’ sempre di chi non ha saputo per tempo adottare strategie a breve e a lungo termine per ‘adattarsi’ alle conseguenze degli eventi estremi, come siccita’, alluvioni, inondazioni. Lo afferma il WWF secondo il quale le ondate di caldo tornate a colpire in questi giorni l’Europa sono sintomi tipici dei mutamenti climatici globali, provocati dalle attivita’ umane, secondo la quasi totalita’ degli scienziati e il Panel dei ricercatori dell’ONU (IPPC). Sintomi – spiega l’associazione del Panda – gia’ ampiamente annunciati ma che non hanno prodotto altrettanti ‘mutamenti’ nelle azioni che il nostro paese avrebbe dovuto prendere da tempo. E come se non bastasse, accanto agli effetti del caldo torrido sulla nostra termoregolazione, sui livelli di acqua in laghi e fiumi, sull’aridita’ dei campi, sullo scioglimento dei ghiacciai, c’e’ quello sulle nostre tasche. ”Nelle nostre citta’ si vivra’ molto meglio quando l’Europa adottera’ in tutti i paesi un tenore ‘piu’ sostenibile’ dal punto di vista climatico: questo porterebbe benefici enormi: minore dipendenza dalle fonti di energia estere, risparmi in tutti i settori economici, costi sanitari piu’ ridotti, nuove opportunita’ di lavoro nel settore delle energie rinnovabili e della conservazione energetica – ha dichiarato Michele Candotti, segretario generale del WWF Italia – e’ una sfida che anche l’Italia deve affrontare assumendo una leadership forte nei confronti dell’UE. Ma deve partire subito con strategie nuove”. La ricetta? ”Politiche ambiziose e capaci di futuro, un rigido scambio delle quote di emissioni dei gas a effetto serra che serva davvero a disincentivare l’uso di combustibili fossili, come fa il nuovo ottimo PNA (Piano nazionale di Assegnazione) approntato dal Ministero dell’Ambiente, e una serie di obiettivi vincolanti nel campo dell’efficienza energetica e delle energie rinnovabili renderebbero l’Europa, e quindi anche l’Italia, un luogo dove vivere e lavorare in modo efficiente, gradevole e sicuro dal punto di vista ambientale”. Secondo un recente Rapporto della Munich Re ”Topics geo”-Annual review, natural catastrophe”, nel 2005 le perdite economiche globali dovute a catastrofi collegate a fenomeni climatici estremi (alluvioni, siccita’, uragani, etc.) sono state di 210 miliardi di dollari, di cui 92 miliardi a carico delle compagnie assicurative. A contare i danni che riguardano l’Europa ci ha pensato l’Agenzia Europea per l’Ambiente, che ha confrontato con il passato le perdite economiche per gli stessi fattori: negli ultimi 20 anni si e’ passati da 5 a 11 miliardi di dollari l’anno . ”Oltre a provocare un rischio di insolvenza da parte delle compagnie assicuratrici, costrette a fronteggiare fenomeni estremi sempre piu’ frequenti, il costo globale – afferma il WWF – non puo’ che ripercuotersi sulle nostre tasche. Dai prezzi al mercato ai rincari in bolletta. Il termometro sale e scatta il fenomeno carovita. Il caldo registrato in questi giorni ha messo infatti in moto un meccanismo inflattivo che investe diversi comparti dell’economia, e a pagarne il conto piu’ salato sara’ l’ultimo anello della catena: il cittadino”. Il WWF ha analizzato nel dossier ”Bacino del Po: quale siccita’?” gli effetti della crisi idrica provocata dal caldo record sull’agricoltura, sull’energia e sull’ambiente. ”La situazione e’ grave non tanto o non solo per la ”siccita”’ odierna, ma per la ormai cronica alterazione degli equilibri idrogeologici ed ambientali”. Mentre i serbatoi d’acqua, laghi alpini sia naturali che artificiali, vedono ridursi giorno dopo giorno il livello d’acqua le aziende idroelettriche, memori dei blackout degli anni precedenti, si mettono ai ripari mantenendo l’acqua negli invasi. I gestori dei bacini idrici di montagna stanno cercando di tenere gli invasi pieni, rilasciando acqua poco alla volta soltanto nelle ore di punta del mercato elettrico, quando i prezzi sono piu’ alti. Infatti i prezzi sono determinati dall’andamento della Borsa dove, mediamente nei mesi di aprile – maggio – giugno, il listino dell’energia elettrica, anche quindi di quella prodotta dall’idroelettrico, sono relativamente bassi, ma tendono ad alzarsi notevolmente in luglio quando e’ piu’ alta la richiesta di energia per il grande caldo. Nel confronto tra il mese di giugno e quello di luglio del 2005 i prezzi sono risultati oltre il 20% superiori nel mese di luglio rispetto a giugno. Se si restringe l’analisi alle poche ‘ore picco’ il differenziale di prezzo tra giugno e luglio e’ salito sino al 27,7%.
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