Politica

Clima, la Ue trova l’accordo

Accolte molte delle richieste fatte dall'Italia. Sarkozy: accordo storico. Barroso: ora tocca a Obama. Berlusconi: accolte tutte le nostre richieste. Il WWF: un fallimento

di Silvano Rubino

Sul pacchetto clima ed energia dell’Unione Europea i 27 hanno trovato l’accordo. «L’accordo che abbiamo raggiunto sul pacchetto clima-energia è davvero storico», ha sottolineato il presidente francese Nicolas Sarkozy, presidente di turno nell’Unione Europea, nella conferenza stampa finale del vertice di Bruxelles, conclusosi con l’intesa tra i 27. «Non si era mai visto un intero continente assumersi all’unanimità accordi così stringenti», ha sottolineato ancora. «Rendo omaggio all’Italia, l’accordo è stato possibile anche grazie all’apporto del premier Silvio Berlusconi», ha detto Sarkozy.

Dal canto suo anche Berlusconi si è detto soddisfatto. La nuova bozza dell’accordo, presentata da Sarkozy, recepisce infatti molte delle richieste fatte dall’Italia nelle scorse settimane. «Siamo riusciti ad ottenere tutto», ha detto ancora Berlusconi sottolineando che l’Europa «diventa portabandiera di questa esigenza di intervento sui cambiamenti climatici, sulla riduzione dell’anidride carbonica, sul risparmio energetico, sulla creazione di energia attraverso fonti rinnovabili».

Il compromesso è stato raggiunto non tanto sugli obiettivi, che rimangono fermi (i tre pilastri della riduzione delle emissioni di CO2 del 20%, collegata ad un aumento della stessa percentuale di efficienza energetica e incremento dei consumi da fonti rinnovabili entro il 2020) piuttosto sulle modalità con cui arrivare a centrarli. In particolare Roma nella versione finale porta a casa una maggiore gradualità nel processo di estensione delle quote di emissioni a pagamento. Sulla definizione delle industrie a rischio di delocalizzazione che potranno beneficiare dei diritti di emissione gratuiti al 100%, la nuova bozza accoglie soprattutto le richieste avanzate dalla Germania.

«Io ora mi appello al presidente eletto Barack Obama, venga con noi», ha detto il presidente della Commissione europea Josè Manuel Durao Barroso nella conferenza stampa al termine del Consiglio europeo. A Obama e ai leader degli altri grandi attori mondiali, ha aggiunto Barroso, «io dico Yes you can». Il riferimento è anzitutto alla conferenza internazionale sul clima che avrà luogo a fine 2009 a Copenaghen e che dovrebbe segnare un accordo mondiale sulla riduzione delle emissioni.

«Un accordo di portata storica, che rafforza la leadership europea nella lotta ai mutamenti climatici e da’ un messaggio prezioso a tutto il mondo: il cambiamento energetico indispensabile per fronteggiare il ‘global warming’, è anche un potente strumento per combattere la crisi e a rilanciare l’economia». Roberto Della Seta, senatore del Pd e capogruppo in Commissione Ambiente, commenta cosi’ da Poznan, dove e’ in corso la Conferenza sul Clima, l’intesa raggiunta a Bruxelles. «Restano confermati i tre obiettivi del 20% al 2020, resta confermato che gli impianti che emettono piu’ anidride carbonica a cominciare dalle centrali termoelettriche dovranno pagare per le proprie emissioni. L’esito positivo di questa lunga e difficile trattativa -afferma Della Seta- segna la sconfitta del tentativo di Berlusconi di boicottare l’accordo, e rende quanto mai vistosa l’arretratezza della destra italiana, rimasta sola in Europa a sostenere che l’ambiente fa male all’economia».

Di tutt’altro tenore il commento del WWF: «Al Consiglio Europeo di Bruxelles non abbiamo visto leader, ma solo dei politici europei, persi nella difesa degli interessi particolari delle proprie industrie. Così facendo hanno danneggiato in modo grave l’idea di Europa, oltre che il pacchetto Clima. Oggi i cittadini europei sono dunque alla ricerca di leader per l’Europa e per il clima, mentre i politici europei probabilmente sbandiereranno l’accordo sul pacchetto clima come un grande successo, mentre in realtà si tratta di un grosso fallimento per le ambizioni e le potenzialità europee. In pratica l’Europa ha appena deciso di compensare circa due terzi delle proprie emissioni di gas serra, di far pagare ai consumatori i permessi per inquinare che le industrie inquinanti ottengono gratis e di non dare supporto ai Paesi poveri nella lotta al cambiamento climatico. Questa non è certo la nuova rivoluzione industriale che ci aspettavamo l’Europa avviasse», ha dichiarato da Poznan Mariagrazia Midulla, responsabile Clima del WWF Italia. «Il risultato di questa corsa al ribasso è che l’Europa ridurrà le proprie emissioni di gas serra molto meno del proclamato target del -20% entro il 2020. Dopo aver guidato la battaglia mondiale contro i cambiamenti climatici, oggi che si profilano le condizioni per vincerla entro il prossimo anno , con gli USA che ritornano in pista e i buoni segnali dalle economie emergenti (addirittura avanti a noi negli investimenti e nella strategia) l’Europa non può tornare indietro. Siamo certi che questa sarà la cartina di tornasole degli elettori alle prossime elezioni europee».

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