Sostenibilità

Clima & energia.I conti a secco

Solo i comportamenti sostenibili possono salvare il sistema.Ma chi li favorisce?

di Matteo Bartolomeo

Sulla scarsità delle risorse si è detto e scritto molto negli anni 70 (il rapporto del cosiddetto Club di Roma) con previsioni contraddittorie circa l?esauribilità dei giacimenti di greggio e di gas. Questi nel frattempo sono tutt?altro che esauriti e le tecnologie per lo sfruttamento si sono evolute in modo tale da permettere l?estrazione di questi idrocarburi anche a profondità, marine e terrestri impensabili a quel tempo. Questa estate ha nuovamente riportato alla luce il tema della scarsità delle risorse, sia di quelle energetiche che, fatto piuttosto nuovo, di quelle idriche. Acqua ed energia non sono diventate merce preziosa in assoluto, ma sono le condizioni di contesto, mutate, che rendono il problema più serio in quanto più ingestibile. L?acqua non manca, ma il territorio passa con una rapidità sconosciuta dal problema della siccità a quello delle alluvioni. Problema analogo, di scarsità relativa, per l?energia; anche questa non manca, ma la produzione e la distribuzione sono improvvisamente diventati compiti difficili, sia per le imprese coinvolte che per le Autorità che si occupano della regolamentazione dei servizi. Acqua dove sei?Il problemi legati ad acqua, energia e suolo non sono mai apparsi così strettamente collegati come nei mesi di giugno, luglio e agosto targati 2003. La mancanza di acqua rende difficoltosa l?operatività delle centrali di produzione di energia, che di acqua hanno bisogno per raffreddare i circuiti. Le emissioni di anidride carbonica fanno impazzire il clima, rendono le precipitazioni irregolari, riducono il volume dei ghiacciai. Il clima secco accentua i problemi di inquinamento atmosferico, rendendo i processi di combustione ancora più indesiderati. L?afa persistente fa schizzare i consumi di energia che non possono essere soddisfatti da centrali ?a secco?. Forse si tratta di semplici coincidenze, ma la lista di eventi rende la situazione difficile e le prospettive cupe. Se questo fosse solo l?inizio di un periodo di grandi mutamenti climatici? Risparmio energetico Per chi governa è sempre meglio non porsi domande di lungo periodo, i mandati scadono dopo pochi lustri e la via di fuga dalle crisi come quella appena passata è sempre un miserrimo decreto (nella fattispecie quello che permette un innalzamento della temperatura delle acque di scarico per le centrali elettriche) e un grido d?allarme, questa volta un deja vu: occorrono nuove centrali! Un barlume di discussione sui modelli di produzione e di consumo? Neanche per idea. Per non sembrare qualunquisti occorre peraltro rilevare come tanta miopia, sarebbe meglio parlare di masochismo, contraddistingue anche tutti noi cittadini, che alle domande importanti e forse dirimenti per il nostro stile di vita, preferiamo le previsioni del tempo. Che sia il meteo a offrire qualche conforto! Anche questa è passata; coloro che propongono risparmio energetico, bioedilizia e trasporto collettivo sono sempre pochi, e frustrati a causa dell?incapacità individuale e sistemica di cavalcare le crisi per costruire innovazione e strategie alternative. Che rimarrà di loro? Saranno nuovamente interpellati durante l?emergenza smog dell?inverno 2003-2004.


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