Politica

Clima, è l’ora delle decisioni

Il WWF in pressing sull’Onu in vista dei negoziati sul clima di Bonn e del Summit di Copenhagen dove verrà varato un patto globale da costruire a partire dalla Convenzione sul Protocollo di Kyoto

di Lorenzo Alvaro

Cambiamento climatico allarmante
«I testi sul clima presentati dalle Nazioni Unite offrono una base solida per le negoziazioni e, se rafforzati, possono favorire l’accordo su un patto globale per il clima in grado di mitigare i devastanti impatti dei cambiamenti climatici già in atto». Lo afferma il WWF alla vigilia dei negoziati sul clima che si terranno a Bonn dal 1 al 12 giugno.
Gli scienziati stanno rivedendo le loro previsioni e affermano che il cambiamento climatico sta progredendo a ritmi molto più veloci e allarmanti di quanto stimato in precedenza. Per il WWF, ora che i delegati hanno un testo sul tavolo, non c’è altro tempo da perdere. I Governi non hanno alternative, devono agire subito e superare lo stallo. «Ora c’è un intero menù di soluzioni sul tavolo. Nonostante alcune lacune, le bozze dei documenti presentati sono un buon punto di partenza e consentono di raggiungere un livello di ambizione in grado di affrontare una enorme minaccia per il Pianeta e per l’umanità» ha detto Mariagrazia Midulla, Responsabile Clima ed Energia del WWF Italia, che sarà presente ai negoziati.
«A Bonn i negoziatori devono usare le bozze come base di partenza per un trattato ambizioso. Se invece decideranno di annacquarle e seguire le opzioni meno ambiziose finiremo per avere un trattato “marcio”» ha continuato Midulla.
I tre diversi documenti presentati dall’Onu, per un totale di 68 pagine, delineano opzioni su come affrontare le questioni principali, come la riduzione dei livelli di emissioni, l’adattamento, la tecnologia, la finanza, i mercati del carbonio e la riduzione della deforestazione, difendendone la capacità di assorbire Co2. Questi documenti costituiranno la base delle negoziazioni verso l’accordo di dicembre quando, nel Summit di Copenhagen, si dovrà varare un patto globale da costruire a partire dalla Convenzione sul Protocollo di Kyoto, le cui prescrizioni sulla riduzione delle emissioni arrivano sino al 2012.

L’Appello
Il WWF vuole che i delegati rafforzino i buoni propositi contenuti nei documenti e cancellino quelli meno ambiziosi. Ad oggi molti Paesi, in particolare quelli più vulnerabili, si aspettano un accordo che punti a mantenere l’aumento delle temperature medie ben al di sotto del limite dei due gradi centigradi rispetto ai livelli pre-industriali.
«Il mondo ha bisogno di profondi obiettivi di riduzione da parte dei Paesi industrializzati. Il WWF chiede ai Paesi sviluppati di accordarsi per un obiettivo comune di riduzione di almeno il 40% entro il 2020, rispetto ai valori del 1990» continua Midulla. Non rientrando tra i Paesi del Protocollo di Kyoto, ci aspettiamo che gli Stati Uniti si impegnino in azioni comparabili al fine di rimanere entro i parametri ambientali globali».
I testi del negoziato devono inoltre rafforzare e dare consistenza a un’impostazione istituzionale nuova e adeguatamente finanziata nell’ambito della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC), che fornisce il supporto necessario al taglio delle emissioni e all’adattamento agli impatti dei cambiamenti climatici nei Paesi in via di sviluppo.
La conferenza di Bonn, che inizierà il 1 giugno, è la seconda di una serie di riunioni organizzate quest’anno per iniziare a stendere un’ambiziosa bozza del nuovo trattato globale per il clima prima di Copenhagen.


Cambio al comando
In vista di tutti questi impegni e appuntamenti da sottolineare anche un importante avvicendamento.
L’ex Ministro dell’Ambiente ecuadoregno Yolanda Kakabadse è stata infatti nominata nuovo Presidente del WWF Internazionale. Sostituisce Emeka Anyaoku che lascerà l’incarico alla fine dell’anno dopo otto anni di mandato.

 

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