Sostenibilità

Clima, Coldiretti: made in Italy a rischio

Rischio siccità per la prossima primavera e colture a rischio

di Redazione

Il lago di Garda a Peschiera registra un?altezza idrometrica di 63 centimetri, solo trenta al di sopra del minimo storico degli ultimi cinquanta anni mentre il fiume Po a Ponte Lagoscuro è a un livello di meno 5,5 metri con la previsione di un progressivo abbassamento, in assenza di piogge e neve sui rilievi, che fa temere il rischio siccità per la prossima stagione primaverile quando le colture avranno più bisogno dell?acqua. E? questo l’allarme lanciato dalla Coldiretti, in occasione della riunione degli esperti di clima e meteorologia al dipartimento della Protezione civile, dove è stata annunciata un?estate torrida, sulla base di un monitoraggio effettuato nel primo week end di febbraio sulla situazione idrica critica per fiumi, laghi e bacini che potrebbe provocare un forte contenimento delle produzioni tradizionali del Made in Italy. La situazione critica è aggravata dal fatto che – continua la Coldiretti – nel 2006 al Centro Nord si è registrato il record negativo delle precipitazioni dall?inizio del terzo millennio con le precipitazioni che si sono ridotte di un terzo (29 per cento in meno) sulla base delle rilevazioni della stazione meteo di Piacenza mentre a Roma sono quasi dimezzate con un (46 per cento in meno). Nei terreni mancano dunque le riserve idriche necessarie alla crescita delle piante che – sottolinea la Coldiretti – reagiscono con la differenziazione di gemme per lo sviluppo delle foglie a scapito della produzione dei frutti o con la comparsa massiccia e precoce di fiori destinati però a cadere.

Una situazione che potrebbe portare al contenimento della produzione Made in Italy che va tutelata – sostiene la Coldiretti – fermando il tentativo, contenuto nel progetto di legge comunitaria 2007, di cancellare l?obbligo di indicare la provenienza in etichetta e impedire così di spacciare come italiani prodotti importati dall?estero. La mancanza di pioggia associata al caldo record ha mandato in tilt la natura con la fioritura anticipata che ha causato danni al settore floricolo soprattutto in Liguria dove mimose e ginestre sono già fiorite anticipatamente senza attendere le scadenze tradizionali del 14 febbraio (San Valentino) e dell?8 marzo (Festa della Donna). Nella pianura padana il grano è già alto 15-20 centimetri e si prevede un forte ridimensionamento delle rese perché a causa del caldo anomalo è cresciuto senza il normale germogliamento (accestimento) necessario per garantire un?adeguata produzione. Particolarmente gravi – continua la Coldiretti – sono le perdite commerciali determinate dal caldo alle verdure e agli ortaggi poiché il clima anomalo ne ha favorito la maturazione anticipata come nel caso degli asparagi in Puglia e in contemporanea con conseguente crollo dei listini a pochi centesimi per i produttori agricoli per finocchi, carciofi, radicchio, cavolfiori, carote e arance. I carciofi sono cresciuti 55 giorni prima del normale, ma le alte temperature hanno ?sballato? tutte le orticole di primo campo, come le cicorie e gli spinaci, e anche i prodotti tipici per le zuppe, come i cardi.

Si tratta di una situazione preoccupante con la prospettive concreta – precisa la Coldiretti – di una indisponibilità di adeguate quantità di acqua per le persone, l’energia e l’agricoltura dove si rischia di superare il miliardo di danni causati da siccità, caldo e maltempo nel 2006. Servono dunque – conclude la Coldiretti – interventi di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque con le opere infrastrutturali del piano irriguo nazionale previsto dalla finanziaria, campagne di informazione ed educazione sull’uso corretto dell’acqua, un impegno per la diffusione di sistemi di irrigazione a basso consumo, ma anche ricerca e innovazione per lo sviluppo di coltivazioni a basso fabbisogno idrico come l’arachide sperimentata in Pianura Padana dalla Coldiretti. Si tratta degli effetti di un processo – conclude la Coldiretti – che sta provocando una vera migrazione delle produzioni con un significativo spostamento della zona di coltivazione tradizionale di alcune colture come l’olivo che è arrivato quasi a ridosso delle Alpi, mentre nella Pianura Padana si coltivano già adesso grandi quantità di pomodoro e di grano duro per la pasta.

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