Sostenibilità
CLIMA. Al via negli Usa la proposta di legge sulle emissioni di Co2
La proposta di legge del Congresso su energia e mutamento climatico sarà presentata oggi a Washigton
di Redazione
Oggi a Washington si attende la presentazione di quella che si preannuncia la chiave di volta della strategia per il clima degli Usa, che modellerà il possibile accordo globale di Copenhagen a fine anno: la proposta di legge del Congresso su energia e mutamento climatico.
Ad annunciarlo il deputato del Massachussets Edward Markey, presidente della commissione parlamentare incaricata del clima. Il capo dei negoziatori Usa a Bonn, Todd Stern, ha spiegato che la proposta di legge, che istituisce un mercato delle emissioni di CO2, rappresenta «l’elemento centrale del programma del presidente» Barack Obama. La nuova legge «determinerà in larga misura il livello degli obiettivi a medio e lungo termine di riduzione delle emissioni da parte degli Stati Uniti» ha spiegato Stern. «Si tratta di un esercizio molto ambizioso, che necessiterà di molti sforzi e di trattative in un contesto difficile, ma alla fine ci sarà una legge con un numero. E non sarà realistico immaginare che in seguito ci si potrà presentare sulla scena internazionale, tornare con dei numeri più alti al Congresso e proporgli obiettivi superiori a quelli nazionali già approvati». Todd Stern, che nel 1997 negoziò il protocollo di Kyoto per Bill Clinton, sa cosa dice: l’amministrazione siglò il trattato che imponeva agli Usa una riduzione del sette per cento della CO2 tra il 2008 e il 2012, ma il Senato si rifiutò di ratificarlo. Finora Obama ha proposto un taglio del 15% delle emissioni rispetto a oggi entro il 2020 e di oltre 80% entro il 2050. Un’ambizione modesta a fronte del fatto che dal 1990 a oggi le emssioni di Co2 degli americani sono cresciute del 17%. Ma i partecipanti al tavolo dei negoziati capiscono la necessità di non fare troppa pressione sugli Usa, appena rientrati nel negoziati. «Speriamo che ci sia spazio perchè facciano di più, ma non vogliano che gli Stati Uniti firmino un accordo che non sono in grado di attuare» ammette Michael Zamit Cutajar, che pilota i negoziati sotto l’egida della Convenzione Onu per il clima. Nessuno sa esattamente quale sarà la sorte del nuovo accordo globale se il Congresso non avrà approvato la legge. «Spero che possa essere approvata entro fine anno, ma non lo posso garantire» dice Stern. (fonte Afp)
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