Decreto flussi

Click day, le speranze dei lavoratori stranieri su una giostra

Tre date, tre opportunità lavorative per decine di migliaia di lavoratori extracomunitari e del sistema produttivo nazionale. Oggi si è svolta la prima di tre giornate per la presentazione delle istanze del Decreto flussi 2025. Ne abbiamo parlato con Gianluca Mastrovito, delegato nazionale Acli per le Politiche di Immigrazione e Accoglienza, e Filippo Miraglia, responsabile Immigrazion Arci nazionale

di Daria Capitani

L’espressione “click day” evoca tensione e aspettativa. Tensione per gestire al meglio funzionamento tecnico della procedura, aspettativa sul buon esito della pratica, che spesso è di quelle che ti cambiano la vita. Quello di oggi (con dita pronte da questa mattina alle 9 a premere invio da tutta Italia) ha a che fare con il destino di decine di migliaia di lavoratori extracomunitari e del sistema produttivo nazionale. Si tratta della prima di tre giornate per la presentazione delle istanze del decreto flussi 2025.

Come funziona

Tre date, tre opportunità lavorative. Sul sito del Ministero dell’Interno sono illustrate così: 5 febbraio gli ingressi di lavoratori subordinati non stagionali per i settori edilizia, meccanica, autotrasporto merci per conto terzi, telecomunicazioni, cantieristica navale; 7 febbraio per gli ingressi di lavoratori subordinati non stagionali per il settore dell’assistenza familiare e socio-sanitaria e anche per le richieste di nulla osta al lavoro subordinato non stagionale per i lavoratori di origine italiana residenti in Venezuela; dal 12 febbraio potranno essere trasmesse le domande per lavoratori subordinati stagionali per i settori agricolo e turistico-alberghiero. Inoltre, a decorrere dal 7 febbraio, al di fuori delle quote, sarà possibile inoltrare, soltanto per l’anno 2025, domande per lavoro subordinato non stagionale, entro un numero massimo di 10mila istanze, relative a lavoratori da impiegare nel settore dell’assistenza familiare o sociosanitaria a favore di persone con disabilità o di grandi anziani.

Come funziona? Il potenziale datore di lavoro accede al portale dedicato dalle 8,40 di ciascuna giornata di click day per le operazioni di accreditamento tramite Spid o Cie. A partire dalle 9, si trasmettono le istanze. Secondo il Ministero, sono 164.787 le domande pre-compilate correttamente inserite e pronte all’invio: di queste, 57.812 sono relative al lavoro subordinato non stagionale, 61.432 riguardano il lavoro stagionale, 44.809 interessano il settore dell’assistenza familiare e socio-sanitaria per cui sono previste le quote e 734 sono relative all’assistenza familiare e socio-sanitaria fuori quota, per cui sono previsti 10mila ingressi.

Le criticità

Gianluca Mastrovito è delegato nazionale Acli – Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani per le Politiche di Immigrazione e Accoglienza. Conosce molto bene il portale nel quale da oggi si riversano le richieste di assunzione e le speranze dei lavoratori stranieri. C’è il rischio che molte di queste vengano infrante: «Io la definirei piuttosto una lotteria», spiega. «Il decreto flussi resta oggi l’unico strumento, imperfetto ma pur sempre unico, per consentire l’ingresso dei lavoratori stranieri in Italia. Riteniamo che vada rivisto perché presenta alcune criticità». Innanzitutto tecnologiche: «In tutta Italia migliaia di persone saranno connesse in contemporanea per inoltrare la domanda. Chi avrà la connessione migliore e un algoritmo favorevole verrà ammesso, e migliaia di domande che avrebbero potuto avere dignità di essere accolte verranno cestinate».

Filippo Miraglia, responsabile Immigrazione Arci e animatore del Tavolo Asilo e Immigrazione, sottolinea il problema di matching. Per il 2025 gli ingressi autorizzati dal governo sono oltre 180mila (70.720 per lavoro subordinato non stagionale, 730 ingressi per lavoro autonomo e 110mila per lavoro subordinato stagionale), occorrerebbe che questo numero fosse allineato alla reale esigenza del mercato: «Il mondo del lavoro italiano avrebbe un fabbisogno di centinaia di migliaia di lavoratori che non viene interamente colmato. Non governare questo fenomeno significa aprire la strada ad altre forme di reclutamento incontrollate». Inoltre, gli fa eco Mastrovito, «nella domanda non c’è indicazione di qualifica o competenza, per cui il datore di lavoro chiama la persona al buio». Proprio su questo tema Miraglia pone l’accento: «Questi decreti flussi prevedono un incrocio tra domanda e offerta di lavoro a livello planetario. Come può un ristoratore a Roma assumere, senza conoscerlo, un cameriere a distanza di migliaia di chilometri? Il rischio è che lo strumento venga utilizzato come una sanatoria per regolarizzare. Tra l’altro, con i tempi della burocrazia nel rilasciare il visto e il permesso di lavoro che non sempre corrispondono all’esigenza immediata del datore di lavoro».

Il click day, aggiunge Miraglia, è «uno strumento sbagliato: un datore di lavoro dovrebbe poter chiamare un lavoratore quando gli serve, non quando si presenza una scadenza. È lo stesso motivo per cui riteniamo sbagliata la suddivisione in categorie: se io, datore di lavoro, ho bisogno di un cameriere in una data in cui c’è il click day per i collaboratori domestici, come la risolvo? Lo diciamo da tempo: quanto più l’accesso al territorio nazionale è pieno di ostacoli, tanto più si lascia campo libero alla corruzione».

«In un approccio costruttivo», continua Mastrovito, «all’uscita dell’ultimo Decreto Flussi, come Acli dichiarammo che ritenevamo apprezzabile l’ampliamento delle quote rispetto al triennio precedente e l’inserimento di ingressi per il lavoro di cura. Restiamo però critici nei confronti di un sistema che presenta importanti falle di natura tecnica e normativa».

Le proposte

A tutte le organizzazioni che si occupano di immigrazione iscritte nel Registro delle associazioni e degli enti che operano in favore degli immigrati, la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha chiesto di inviare proposte e suggerimenti in vista della stesura di un nuovo dpcm per la programmazione 2026/28.

«Come associazioni tavoli Asilo e Immigrazione stiamo producendo un documento in cui ribadiremo la nostra convinzione che non ci debbano essere dei click day né divisi per categorie. I limiti aumentano le difficoltà», anticipa Miraglia dell’Arci. «Noi pensiamo debba essere introdotto un permesso di soggiorno per ricerca di lavoro attraverso la figura dello sponsor ma anche attraverso l’autosponsorizzazione: chi ha le risorse per venire in autonomia, potrebbe investirle in un periodo in cerca di occupazione in Italia».

Per le Acli, è necessario, nella valutazione e governance dei fenomeni migratori, «abbandonare la logica emergenziale, riparativa e securitaria delle attuali politiche di immigrazione a favore un ridisegno della legge quadro sull’immigrazione, capace di dar vita a una riforma che sia strutturale e di respiro più ampio sui temi dei diritti». Tre le proposte, l’aumento delle quote e una maggiore flessibilità, ampliando il numero di permessi per i settori con maggiore carenza di manodopera, come l’agricoltura, la sanità e i servizi di cura alla persona. La semplificazione delle procedure burocratiche, che mettono a dura prova le aziende e le famiglie in cerca, ad esempio, di una figura che assista un anziano parente. «Occorre creare canali diretti e legali per l’immigrazione, un meccanismo di assunzione diretta extra-quote, e favorire l’ingresso di professionisti altamente qualificati. Servono politiche di integrazione a lungo termine e supporto ai datori di lavoro».

Mastrovito conclude con una riflessione: «Il governo apra un dialogo costruttivo con gli interlocutori accreditati vocati da sempre alla tutela; in gioco ci sono le storie e le speranze di migliaia di persone che sono alla ricerca di una vita migliore».

Nell’immagine in apertura, l’Ufficio Immigrazione della Questura di Milano [Fotografia di Claudio Furlan / Lapresse]

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