90 associazioni, migliaia di persone, 77 mezzi: sono le cifre dei volontari impegnati a fronteggiare i danni del ciclone Cleopatra, che ha piegato una buona fetta della Sardegna (soprattutto Olbia e il Nuorese). 16 vittime (non 18, come è stato scritto) più un disperso, tantissime persone che hanno subito danneggiamenti alle abitazioni. Il presidente della Regione Ugo Cappellacci non nasconde l’entità del danno: «Si tratta di un evento che si registra una volta nel millennio, con una forza al di sopra di ogni ragionevole previsione. La situazione purtroppo è tragica. Ci sono centinaia di evacuati cui stiamo provvedendo per la notte».
Abbiamo interpellato tre personalità, rappresentanti di Associazioni in prima linea sul campo:
Andrea Cardoni, Direzione nazionale Anpas; Giovanni Mura, Presidente Misericordia Sassari (UGEM– Confederazione Nazionale delle Misericordie d’Italia); Francesco Gallistru, presidente CRI Sardegna.
Ecco le loro testimonianze:
ANDREA CARDONI (Anpas):
«Sono circa 1500 i volontari impegnati al momento nell’emergenza. Tra Nuoro e Olbia purtroppo non ci sono vie percorribili, sono tante le difficoltà di trasporto e di percorrenza. A Olbia stiamo allestendo una cucina mobile: circa una decina di volontari se ne stanno occupando e oggi abbiamo dato già i primi pasti. I volontari che sono nelle singole frazioni supportano i Vigili del Fuoco nell’azione di sfollamento delle case: stanno tirando fuori dalle cantine o dalle case le persone, aiutando i negozianti a tirar fuori i materiali dai negozi, specie quelli che hanno beni alimentari –affinché i generi di prima necessità siano poi dati alla popolazione qualora ce ne fosse bisogno. Purtroppo la situazione meteo sta peggiorando, abbiamo un livello d’allerta abbastanza alto. Quello che stanno vedendo i ragazzi volontari li ha sorpresi: eppure alcuni di loro sono stati in situazioni come il terremoto in Emilia, in Abruzzo, quindi non sono facilmente impressionabili. Tutte le nostre associazioni di pubblica assistenza, quelle che potevano, hanno attivato il wi-fi. Ma in certi casi sono saltate pure le linee elettriche. A livello nazionale stiamo lavorando col dipartimento di Protezione Civile, da ieri notte ha attivato la sala operativa dell’Anpas. Speriamo non ci sia bisogno di far arrivare volontari dalla penisola. L’età dei volontari copre un ampio ventaglio: dai ragazzi di venti, trent’anni ai più anziani che stanno coordinando la situazione».
FRANCESCO GALLISTRU (Presidente CRI Sardegna):
«Abbiamo a disposizione un centinaio di volontari, di età compresa tra i 18 e i 65 anni. Tra loro anche molte donne. Purtroppo dobbiamo fare il nostro lavoro con più difficoltà, perché i mezzi a disposizione sono inadeguati. Ad esempio, non avendo un fuoristrada, non abbiamo potuto spostarci da Sassari a Olbia, essendo al momento le strade inagibili con un’ auto non attrezzata. Poi i volontari in certe situazioni si ritrovano al buio completo, senza torce, senza caschetti, senza guanti di lavoro. Avevamo bisogno di due idrovore grosse, ma l’unico centro che le possiede è Bosa. Abbiamo inoltre dovuto aspettare l’arrivo dei Vigili del Fuoco, perché solo loro possiedono l’armamentario atto ad affrontare l’acqua alta. Ad ogni modo, nonostante la parziale impotenza a cui siamo costretti, posso garantire che i nostri volontari stanno facendo un lavoro straordinario. Ora siamo in preallarme, le previsioni meteo non promettono niente di buono. Per questo motivo, tutte le nostre postazioni rimarranno attive fino a domattina. La partecipazione nostra più massiccia si è registrata nella provincia di Oristano, dove sono intervenuti venti volontari tra Uras –paese in cui hanno assistito la popolazione evacuata dalle proprie case e portata nella palestra comunale- e Terralba, dove sono stati consegnati viveri e coperte. A Bosa tutto il Comitato Locale della CRI, che fa parte del Centro Operativo Comunale (COC), è in preallerta per l'esondazione del fiume Temo. Nella zona di Olbia, siamo intervenuti con quattro ambulanze e con gli Operatori Polivalenti di Salvataggio in Acqua (OPSA) per effettuare il soccorso della popolazione intrappolata dall'acqua. Altre due ambulanze e un furgone per viveri e materiali di soccorso sono stati adoperati a Nuoro e Macomer. A Torpé i volontari hanno aiutato le famiglie a lasciare le proprie case e a spostarsi nel centro di accoglienza, allestito nella palestra comunale».
GIOVANNI MURA (Misericordia Sassari):
«Sono presenti circa 250 nostri volontari. Già da ieri siamo intervenuti come Misericordia di Sassari per creare un punto di accoglienza per persone sfollate, che avevano la casa allagata. Tutte le Misericordie si stanno coordinando per dare una sistemazione sicura negli alberghi, nelle pensioni: l’emergenza principale è questa. Adesso stiamo aspettando che il Capo Dipartimento faccia il punto della situazione: potrà dire se servono ulteriori unità in loco. La Colonna Mobile dell’UGEM è pronta alla partenza, stanno solo aspettando il decreto ministeriale».
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